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Fiona arricciò il naso contrariata.
Alzò il volume del televisore che trasmetteva il telegiornale del giorno, a quanto pareva il serial killer aveva colpito ancora.
Restò in silenzio mentre sua madre continuava a mangiare, cercando di cogliere qualche indizio rilevante.
Era strano pensare che in città si aggirasse un criminale, un assassino a sangue freddo.
Un brivido le corse lungo la schiena.
"Fiona, è l'ora della telenovelas!"
Si voltò verso sua madre, apparentemente inconscia del pericolo che stavano correndo tutti, con quel predatore che camminava indisturbato per le viuzze della città.
Fece zapping fino a raggiungere il canale richiesto, poi aiutò sua madre a sparecchiare e corse in camera sua.
Aprì la sua scatola degli indizi e sparpagliò tutti i ritagli di giornale sul letto, accomunando quelli che più si somigliavano.
Il primo omicidio di quel tipo risaliva a qualche mese prima.
Pensò rapidamente a cosa stesse facendo mentre il killer agiva indisturbato... Più o meno era il periodo in cui si stava preparando per salutare Stefano, prima che lasciasse la scuola per il collegio.

🔸

"Stai bene?"
Quel giorno Stacey era piuttosto strana, silenziosa e inaspettatamente pacata.
"No Stefano, lascia stare."
Disse voltandosi.
Nella sua stanza faceva caldo, le finestre erano chiuse ed era piuttosto scuro.
"Dai, parlami!"
La scrollò lui, facendola rigirare sul letto. La scostò e le si stese accanto, per un lungo momento restarono in silenzio a guardare il soffitto.
Poi la ragazza si decise a parlare.
"Come ti sentiresti se tutto il tuo mondo venisse messo sottosopra?"
Stefano sorrise, era esattamente quello che gli era successo dopo la morte di sua madre.
"Vuoto, impaurito, totalmente spiazzato."
Confessò.
Sinceramente parlando, quella ragazza gli stava simpatica e non poteva fargliene una colpa se Michele provava qualcosa per lei, in fondo quello sbagliato era lui, si disse convinto.
"E tu avresti solo tredici anni!"
Urlò lei, abbracciandolo.
Anche lui la strinse, mentre la ragazza si sistemava meglio sopra di lui.
Si guardarono negli occhi e vide nettamente lo sguardo di lei mutare.
Da limpido e sorridente si era trasformato in cupo e indagatore.
"Io lo so cos'hai."
Sussurrò.
Stefano smise per un attimo di respirare, prima di chiederle: "Non so davvero di cosa stai parlando."
La voce era tesa, le corde della sua anima erano state toccate.
"Ti piace qualcuna!"
Disse sicurissima di fare centro e non si era allontanata poi tanto dalla realtà.
Stefano tirò un sospiro di sollievo, non si era realmente accorta della situazione, anche se era stata molto scaltra nell'accorgersi così velocemente di qualcosa di tanto intimo.
"Ti prometto che ti aiuterò ad averla e se non potrà essere tua, te ne troverò una migliore!"

Una migliore?
Impossibile.

🔸

Il suo tempo stava per finire, pochi mesi e avrebbe compiuto diciotto anni.
Da quel momento in poi tutte le sue paure sarebbero raffiorate, tutte pronte a buttarlo nel baratro.
Michele sospirò, chiudendo il libro, mentre il professore spiegava cose che non riusciva a comprendere.
Dopo il diploma la sua vita sarebbe stata incerta, dopo tutti gli anni passati a infrangere le regole ora sperava che venisse qualcuno per impartirgliene altre.
Che paradosso!
Pensò a tutto quello che avrebbe lasciato e tutto quello che avrebbe scoperto.
Guardò Stacey davanti a sé, durante la lezione, che nascondeva un cellulare dietro il quaderno alzato e sorrise.
Gli sarebbe mancata.
Avrebbe compiuto gli anni solo sei mesi dopo di lui, ma in un certo senso sapeva che sarebbero stati eterni.
Fuori dal dormitorio non aveva nessuno, nessuno al mondo.
La sua famiglia era quel posto e allontanarsi da lì avrebbe comportato responsabilità che forse non era ancora pronto ad affrontare.

🔸

Stefano si rese conto che mancava davvero poco a dire addio a Michele, strinse il bicchiere di plastica che aveva in mano, mentre lo guardava afferrare Stacey per la vita e baciarla.
Erano appena usciti dall'aula, lui era più distante nel cortile, non aveva lezioni per quell'ora.
Sospirò, incamminandosi nel lato opposto a quello di Michele.
Calciò dei sassi lungo il cammino, tra breve sarebbe tutto finito, gli sguardi fugaci, quel vuoto allo stomaco.
Tutto sarebbe finito, perché Michele se ne sarebbe andato per sempre.
Sospirando continuò a camminare, pensando che sarebbe stato un bene, in fondo, anche se avrebbe sentito molto la sua mancanza.
Ma in un certo senso avrebbe avuto tutto il tempo per farsi passare quella strana malattia, quella febbre che non riusciva a curare, come si dice, lontano dagli occhi...
"Stefano! Fermati!"
Una voce femminile gli si impiantò nel cervello e poco dopo la vide pararsi davanti a lui.
Era Sonia, una ragazza della classe.
"Scusami se ti ho rincorso ma mi serve il tuo aiuto per una cosa..."
Gli porse il quaderno che aveva tra le mani, indicando con l'indice dei punti che non le erano chiari sull'ultima lezione di algebra.
I suoi occhi marroni gli si piantarono addosso.
Era alta quanto lui, vestita con jeans a vita bassa e una t-shirt degli Iron maiden, molto insolita per la sua età.
Lui sorrise, finalmente qualcosa che riusciva a controllare.

🔸

Cominciò a instaurare un bel rapporto con Sonia, la ragazza era molto studiosa, così si ritrovarono in perfetta simbiosi e a Stefano riaffiorò il ricordo di Fiona, dei loro battibecchi in classe, delle gare di spelling...
"Stefano... Mi ascolti?"
Il ragazzo le sorrise, era bello avere qualcuno che avesse le sue stesse passioni.
Si lasciarono coinvolgere dallo studio fino a che non videro l'imbrunire attraverso le finestre della stanza.
A quel punto si decisero ad alzare la testa dai libri e stiracchiarsi.
"Diventerò gobbo di questo passo."
La vide ridere di gusto, era bello far ridere qualcuno, renderlo felice, almeno per qualche istante.
"Penso si sia fatto tardi, è quasi ora di cena!"
Lo rinbeccò lei e insieme si alzarono, mentre qualcuno bussava alla porta freneticamente.
Era Stacey, che quando li vide cambiò espressione. Sul suo viso si aprì lo stupore, poi la felicità.
Sonia abbassò la testa e sgattaiolò via da loro, via da lui, dopo un cenno di saluto.
Stacey entrò come una furia, fiondandosi su Stefano, con sguardo malizioso.
"Ah, ecco chi era la tua innamorata! Sapevo che ti piaceva qualcuna!"
Il ragazzo sorrise, non sapendo bene cosa dire, portandosi la mano dietro la nuca, come faceva sempre quando era nervoso.
"Dai non essere timido, posso insegnarti qualche trucco per conquistarla."
Ammiccò, la dolce Stacey.
Per Stefano fu un modo per fuggire dalla verità, così accettò di farsi aiutare, magari lei avrebbe potuto aiutarlo a guarire.



Note:
Cari lettori, questo è un altro capitolo molto sentito per me, non sono nemmeno sicura di volerlo lasciare al mondo, però mi tocca.

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