La lettera

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Due mesi dopo

"Signorina Hunt mi sta ascoltando?" la voce della professoressa di italiano mi distrae dai miei pensieri.

"Mi scusi, ero un po' distratta" rispondo, la mia voce risulta spenta, non accenna a nessuna emozione. D'altronde vado avanti così da due mesi, ormai non mi riconosco più.

"L'ho notato! Invece di guardare il vuoto, ascolti la lezione!" Gwen mi guarda preoccupata e istintivamente abbasso lo sguardo sul libro che ho davanti.

Ormai la scuola è iniziata da un mese.
Siamo all'ultimo anno, abbiamo gli esami e io non mi sto impegnando per niente.
Tutto d'un tratto la campanella suona, gli studenti si alzano dal banco e così facciamo anche io e Gwen. Usciamo nel corridoio, e a passo spedito cerco di andare nell'aula dove ci sarà la mia prossima lezione, ma molti studenti mi bloccano la strada.

"Eileen, com'è stato lavorare con Trevor Foster?"

"Cos'è successo tra voi due? Stavate insieme?"

"Eileen..."

"Adesso finitela tutti! Eileen non risponderà a nessuna domanda, siamo a scuola!" Gwen cerca di difendermi, ma le voci degli studenti non cessano. Dovrebbe farmi piacere, ma ormai non so più cosa voglia o no.
Guardo la mia amica e scuoto la testa rassegnata, lei sbuffa e appoggia una mano sulla schiena per incoraggiarmi a raggiungere l'aula. Dopo qualche metro arriviamo, per fortuna noto che siamo le prime, finalmente un po' di silenzio.

"Giuro che non li sopporto più" sbotta Gwen all'improvviso.

"A chi lo dici" in risposta ricevo uno sguardo compassionevole.

"Lee ascolta, sono passati due mesi. Io ti voglio un bene dell'anima e lo sai. Ma non ti riconosco più" appoggia una mano sulla mia, la scanso subito. Ultimamente sono diventata più fredda e la compagnia che gradisco di più è solo quella della mia chitarra.

"Gwen io..."

"Prima che tu dica qualsiasi cosa, devo parlarti" è un po' agitata e non ne capisco il motivo.

"Dimmi."

"Non so perché non te l'ho detto prima, forse perché ho riflettuto moltissimo e ora mi scoppia la testa" dalla sua bocca esce una risata nervosa, arriccio le sopracciglia confusa.

"Gwen arriva al punto" dico frettolosa.

"Il punto è che Devis due settimane fa mi ha chiamato e anche se non volevo, alla fine ho risposto. Mi ha raccontato tutto e diciamo che potrei aver compreso la loro situazione, sopratutto nel caso di Trevor e..."

"E cosa?" chiedo alzando un il tono di voce, non capisco perché non me lo abbia detto subito.

"Okok Lee, calmati. Io pensavo solo che potresti, non so, provare a chiamarlo" passa qualche minuto di silenzio in cui rifletto, ma alla fine scuoto la testa disperata.

"Gwen no, basta! I-io non lo so, non voglio più sentire niente ora" lo sguardo della mia amica è un po' deluso ma non posso farci niente.
Dopo pochi secondi nell'aula entrano diversi studenti e anche il professore di storia, un altra lezione noiosa è alle porte.

-

"Non mangi niente tesoro?" chiede mia mamma per poi bere un bicchiere d'acqua.

"Veramente oggi non ho molta fame" rispondo sincera, mia madre annuisce poco convinta.

"Dov'è Oliver?" non l'ho ancora visto.

"Oggi resta a scuola fino alle quattro."

"Capito. Come stanno andando le cure?" chiedo speranzosa.

Il Fiordaliso che sapeva suonareDonde viven las historias. Descúbrelo ahora