La festa

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Mentre mi guardo allo specchio e osservo il mio vestito celeste con delle rose nere sul fondo dell'abito, mi chiedo come io abbia potuto cedere così facilmente alle suppliche di Gwen.
Manca solo un ora per la festa e sono leggermente in ansia, ma credo che questa sensazione strana sia data da un miscuglio di cose, e una di queste è per domani mattina.
Alle 9:00 in punto dobbiamo essere ad Apollo teather, ovvero il luogo in cui ho fatto l'audizione.
Solo a pensarci mi vengono i brividi.
La mia mente è ormai convinta che io abbia davvero poche possibilità, ma comunque so che un briciolo di speranza c'è ancora.
Se papà ora fosse qui mi direbbe di non mollare, mi direbbe che sono forte come una guerriera e che posso fare tutto ciò che voglio nella vita, e io ci credevo, ci credevo davvero.
Ma la verità è ben diversa, la verità è che non mi sono mai sentita così forte come diceva lui, anzi forse mi sono sentita proprio il contrario.
La verità è che da quel maledetto 12 settembre io non mi sento più me stessa, a parte quando suono.
Quando suono è un altra storia, per questo quella piccola speranza c'è, e posso solo aggrapparmi ad essa.

"Wow Lee sei stupenda"

La voce di Gwen mi distrae da quei brutti pensieri e mi viene incontro sorridendo.

"Anche tu stai benissimo."

Indossa un bellissimo vestito rosso con dei brillantini nel corpetto e il suo make up ci sta proprio a pennello.

"Lo so, lo so, però ora devo assolutamente truccarti che sembri uno zombie" dice girandomi bruscamente verso di lei.

"Ferma ferma, non ho nessunissima voglia di truccarmi."

"Almeno il mascara te lo fai mettere? Fa risaltare gli occhi" dice al limite della pazienza.

"Solo ed esclusivamente il mascara"

"E il lucida labbra"

"E il lucida labbra" dico rassegnata.

"Mi metto i sandali, niente tacchi"

"Ma Lee n..."

"Gwen mi metto i sandali" ripeto schietta, lei sbuffa e annuisce controvoglia.

"Sei proprio un caso perso"

-

"Wow"

"Già, proprio wow"

Proprio come Gwen, sono meravigliata e completamente assorta nel vedere questa villa enorme e purtroppo stracolma di gente.
Ci sono tre piani, un giardino enorme con due piscine con l'idromassaggio e un gazebo grande quanto la mia casa con sotto dei tavoli pieni di bevande e cibo.
Affianco c'è un dj a mio parere molto agitato e c'è anche chi balla nella pista.

"Sta attenta a non sbavare Lee, secondo me non abbiamo visto proprio niente" detto questo Gwen mi prende per mano e entriamo nel cancello ma un uomo più grande di uno scimpanzé ci ferma.

"Carte d'itentitá e inviti prego" dice con aria severa e tagliente.

Deglutisco perché a questo non ci avevo pensato, ma poi James non mi ha dato proprio niente.

"Lee, James ti ha dato gli inviti? Vero?" dice al quanto preoccupata

"Veramente..."

"Ciao ragazze che bello vedervi" esclama una voce familiare.

James ora è davanti a noi e ci sorride, guarda Gwen per poi soffermarsi su di me. Sembra che mi esamini dalla testa ai piedi e sorride dolcemente.
Lo saluto al quanto imbarazzata e distolgo lo sguardo per prima.

"Sono con te..."dice la guardia ma  viene interrotta da James che ora sempre agitato.

"Si Lion sono con me, falle pure entrare" i due si sorridono e da li capisco che si conoscono da parecchio tempo e che sono degli ottimi amici.

Il Fiordaliso che sapeva suonareOn viuen les histories. Descobreix ara