È ormai quasi mezzanotte e non riesco a dormire e fuori per giunta piove, non ho sentito Paulo per niente e controllo il suo ultimo accesso su whatsapp, è di pochi minuti fa così gli scrivo io, gli ho lasciato il suo spazio non assillandolo di chiamate o messaggi ma ora voglio sapere come sta così gli scrivo "Ehi..."
Il messaggio gli è arrivato e dopo qualche minuto quelle spunte diventano blu "Scusa..." ha scritto.
Scusa per cosa? Mi verrebbe da scrivere ma lascio da parte la domanda per l'idea che mi è appena venuta in mente. Abbandono il cellulare sul letto e mi alzo per indossare una tuta e dopo aver afferrato cellulare, giubbotto e chiavi della macchina esco di casa.
Quando sono fuori dal portone mi blocco perché per un momento non ci ho pensato e ho agito di impulso ma sta piovendo e tanto, e siamo di notte...il respiro inizia a mancarmi ma devo essere forte. Non posso adesso per favore attacco di panico vai via.
La mano con la quale sto tenendo le chiavi della macchina trema e chiudo gli occhi cercando di pensare alla voce di Paulo che mi calma come ha fatto quella notte, spinta dalla forza di volontà avanzo verso la macchina a passo svelto per evitare di bagnarmi maledicendomi mentalmente di non aver preso con me un ombrello ma mentre mi preparavo avevo scordato questo dettaglio vista l'euforia del gesto che sto per compiere e se adesso torno dentro per prenderlo rimango in casa e non esco più.
Una volta messe le mani sul volante devo fare dei respiri profondi per calmarmi e non pensare a quella notte, cerco di pensare solo a Paulo e che sto andando da lui.
Metto in moto e allaccio la cintura.
Paulo. Penso.
Okay, prima e si parte. Per fortuna non c'è tanto traffico a quest'ora della notte.
Paulo. Continuo a pensare per tutto il tragitto tenendo lo sguardo fisso sulla strada davanti a me senza distrarmi con niente.
Paulo. Parcheggio e scendo, gli scrivo o suono?

"Mi apri?" Invio. Un secondo dopo il messaggio è stato visualizzato e il portone del palazzo fa un rumore e così lo spingo per poter entrare finalmente al caldo. Non prendo neanche l ascensore perché non ho voglia di aspettarlo, devo subito rifugiarmi tra le sue braccia.
Appena raggiungo il suo piano lo noto subito appoggiato allo stipite della porta con addosso solo dei pantaloni di tuta e una felpa <<Empi...>> dice venendomi incontro e appena siamo a un passo di distanza lo abbraccio, il mio corpo trema, sia per il freddo visto che sono ancora bagnata a causa della pioggia ma anche perché ho in qualche modo affrontato la mia paura per venire qui.
<<Vieni dentro>> mi dice all'orecchio stando ancora abbracciato a me e senza mai staccare le braccia dal mio corpo cammina all'indietro e io lo seguo dentro casa sua.
Appena chiude la porta con un calcio porta lo sguardo sui miei occhi <<Stai tremando>> mi accarezza il viso <<Ti do una mia tuta se no ti prendi il raffreddore>> e in silenzio lo seguo fino a camera sua dove lo aspetto quando sparisce dentro la cabina armadio e nel frattempo inizio a sfilarmi la felpa. In questo momento non mi interessa se mi sta guardando voglio solo fare in fretta per rifugiarmi di nuovo tra le sue braccia.
<<Perchè non mi hai chiamato? Sarei venuto io...>> mi dice non appena ho addosso la sua tuta decisamente più calda della mia.
<<N..non lo so, ho agito di impulso e volevo solo venire qui ma poi pioveva e...>> mi interrompo agitandomi e subito le sue mani sono sul mio viso <<Ehi tranquilla, sei qui con me ora, respira okay?>> annuisco controllando il mio respiro tenendo gli occhi sui suoi...
<<Vieni sotto le coperte, stiamo più al caldo così>> insieme ci infiliamo sotto le coperte del suo letto, entrambi coricati sul fianco uno rivolto verso l'alto, il suo braccio sinistro è piegato tra la testa e il cuscino mentre con il destro avvolge i miei fianchi portando la mano sotto la felpa per passare delicatamente le dita sulla mia schiena.
<<Mi dispiace se ti ho lasciata sola a fine partita, ti ho invitato io e ...>> lo interrompo <<So perché lo hai fatto e mi dispiace che sia andata così>> ammetto sincera mentre con una mano gli accarezzo il viso.
<<Dispiace a me averti fatta venire e vedere quello schifo, ho fallito un sacco di goal, mi hanno fatto due falli e in più il mister mi ha fatto pure uscire, ero incazzato, deluso>> sospira
<<Tutti possono avere delle giornate no nella propria vita, siamo umani e non tutto viene sempre come vogliamo ma non devi essere deluso, hai dato il massimo, io c'ero e l'ho potuto vedere con i miei stessi occhi, non hai deluso nessuno...>> gli dico continuando a muovere le dita sul suo viso e lui con ancora la mano sulla mia schiena mi avvicina di più a lui <<Scusami...>>
<<Non devi scusarti di niente Pau, ma soprattuto non devi chiuderti in te stesso così, sai che io ci sono e che puoi parlarmene ogni volta vero?>> chiedo e lui annuisce <<Mi dispiace ancora di più essermi comportato così con te>>
<<Non fa nulla, ognuno reagisce a modo suo>> lo tranquillizzo sorridendogli e riprende ad accarezzare la mia schiena <<Hai affrontato la pioggia di notte per venire qui con me...>> mi sorride anche lui <<Ho pensato a te>>
<<In che senso?>>
<<All'inizio, quando ho avuto l'idea dopo che mi hai scritto "scusa" ho fatto tutto di fretta e ho dimenticato che stava piovendo ma quando sono uscita mi sono resa conto di tutto e ho iniziato a tremare, mi mancava il respiro, lo ammetto volevo tornare dentro ma poi ho pensato a te che mi calmavi quella notte, e anche quando guidavo pensavo a te per cercare di distrarmi e non farmi prendere dall'ansia...>> poggia la fronte sulla mia <<Non era necessario Empi però sono contento che questa serata di merda abbia portato comunque qualcosa di buono, l'hai affrontata>> mi sorride facendo sfiorare i nostri nasi
<<Non sono sicura di riuscirci a farlo altre volte, quando sono arrivata qui avevo un bisogno tremendo di abbracciarti perché avevo paura>>
<<E ci sarò anche tutte le altre volte>> mi rassicura e appoggio la guancia al suo petto mentre lui mi stringe a se con entrambe le braccia.
<<Grazie per essere così e grazie per aver affrontato una cosa del genere solo per venire da me perché volevi consolarmi mi sono comportato da stronzo con te non venendo in macchina con voi e mi sento in colpa>> mi sussurra dopo un po' e chiudo gli occhi godendomi quelle parole e i suoi abbracci.
<<In realtà devo ringraziare io a te>> ammetto e interpreto il suo silenzio come un segno che devo continuare a parlare  <<Perchè mi stai facendo bene Pau, io non ero così prima ma con te è tutto diverso e so di aver fatto una pazzia nel venire qui perché sono andata contro la mia paura e potevo rischiare mentre guidavo che mi venisse un attacco di panico, potevo rischiare che tu non mi aprissi perché volevi stare solo e magari stavo invadendo la tua privacy e invece non è stato così, ma solo grazie a te.>>
<<Sento che mi sto innamorando di te Chiara Tani>> mi dice portando lo sguardo sul mio e mi accarezza il viso per poi baciarmi senza lasciarmi tempo di rispondere e mentalmente mi arrabbio con lui perché la mia risposta sarebbe stata che anche io sento che mi sto innamorando di lui.
È passato poco più di un mese da quando ci siamo messi insieme dopo il bacio in macchina ma in realtà il mio rapporto con Paulo si è iniziato a creare già molto prima, mi ha aiutata diverse volte e so che potrebbe sembrare troppo presto dire che ci stiamo innamorando ma io sento che è così e so che anche lui è sincero, entrambi quando stiamo insieme proviamo dei sentimenti forti che ammetto mi spaventano perché non so se sarò in grado di gestire il tutto senza andare nel panico, ma ho lui al mio fianco e per adesso mi basta.

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Oggi capitolo un po' più luuungo🥰 cosa ne pensate? Vi aspetto nei commenti😘
A domani con il prossimo capitolo😛
-Chiara🥰

Mi número diez - Paulo DybalaWhere stories live. Discover now