La sera precedente, Zayn aveva guidato senza sosta per quelle che erano sembrate ore interminabili, attraversando la città e raggiungendo un quartiere silenzioso ed isolato. Circa a metà del tragitto, però, aveva spinto il piede sull'acceleratore con ancora più forza quando si era reso conto che Harry non stesse affatto bene. Ora che gli effetti dell'adrenalina erano del tutto spariti, il ragazzo aveva cominciato ad accusare ogni colpo ricevuto, mentre fitte e dolori lancinanti si erano sparsi per il suo corpo nella manciata di pochi minuti. A causa dello sforzo, il naso aveva ripreso a sanguinare, e se ne era accorto solo quando aveva notato le gocce di un fresco rosso vivo sulla propria maglietta. Si era portato le mani sul viso per coprirsi ed evitare di sporcarsi ancora di più, ed era stato proprio a causa del movimento improvviso che Louis si era voltato in sua direzione, sgranando gli occhi.

"Oh mio Dio," aveva sibilato. "Harry," era stato tutto quello che era riuscito a mormorare, avvinandosi a lui e sfiorando la sua spalla, intrecciando la punta delle dita nei ricci soffici e facendogli cenno di mostrargli cosa stesse succedendo. Harry aveva spostato le mani, rivelando il naso sanguinante, e Louis aveva sentito una scossa violenta percorrergli la spina dorsale. "Cosa succede?"

"Non lo so," aveva risposto Harry. "Sto bene. Mi gira solo la testa," aveva continuato, ringraziando con un cenno del capo Elle, che gli aveva appena passato un fazzoletto. La ragazza lo osservò attentamente, le labbra rosee schiuse e dolci. Sembrava che fosse ripiombata nella realtà schiantandosi al suolo di un colpo tremendamente letale.

"È normale," l'aveva rassicurato immediatamente Zayn, guardandolo attraverso lo specchietto retrovisore. "Hai bisogno di riposare. Sei molto provato. Ma siamo quasi arrivati, non preoccuparti," aveva continuato, ed il riccio aveva annuito in sua direzione, ringraziandolo sottovoce e facendo quanto indicato.

Questo era successo. Un viaggio nel vuoto, diretti a casa del moro senza nemmeno saperlo. Ed ora, sul materasso all'interno della stanza vuota, Harry era riuscito a ricordare alcuni dei particolari, nonostante fosse ancora tutto tremendamente confusionario. L'improvviso ricordo gli fece desiderare di sdraiarsi una seconda volta e magari di addormentarsi, svegliandosi lontano, in un posto in cui le cose sarebbero state più semplici. Si fece quindi cadere sul materasso, coprendosi il volto e sospirando appena. Persino con gli occhi chiusi, timidi sussurri di luce riuscirono ad arrivare alle iridi vitree, risplendendo al loro interno e pungendole avidamente. D'istinto, il ragazzo strinse le palpebre, gettando un'occhiata in direzione della finestra, dalla quale riuscì ad intravedere solo una spoglia porzione di cielo.

La sera prima, quando erano arrivati nel quartiere, Harry non aveva badato particolarmente all'ambiente circostante, un po' per il capogiro, un po' per la stanchezza, un po' per il buio. La lunga ed apparentemente infinita strada di cemento si arricciava in maniera sconnessa, sparendo poche abitazioni lontano, con una curva scomoda e stretta. I marciapiedi umidi erano illuminati da una serie di lampioni dall'aria triste e sola, e il vento sibilava tra i vicoli che separavano le case. La notte regnava sovrana e nessun rumore osò annunciare la propria presenza, rendendo il viale quasi spaventoso e mozzafiato allo stesso tempo. Se fosse stato leggermente più lucido, molto probabilmente Harry avrebbe alzato lo sguardo in direzione della luna.

"Vieni," gli aveva detto Louis aiutandolo a scendere dall'auto, circondando immediatamente i suoi fianchi facendovi scivolare la mano tremante, portandosi poi il suo braccio sulle proprie spalle per sorreggerlo meglio. "Entriamo," aveva mormorato tentando di apparire disinvolto, nonostante Harry potesse giurare di sentire il suo cuore battere all'impazzata.

"No," l'aveva fermato Zayn. Quando si erano voltati in sua direzione, l'avevano scoperto immobile, come fosse fatto di marmo, una statua pietrificata sul marciapiede bagnato. Aveva preso una sigaretta, incastrandola tra le labbra sottili, senza accenderla. Aveva battuto leggermente le palpebre, cercando Alice con lo sguardo, trovandola intenta a scaricare i borsoni dal baule dell'auto. "Vai tu con Harry," aveva detto con tono autoritario, ed il riccio non era riuscito a trattenere una smorfia confusa. "Louis," aveva poi continuato voltandosi verso l'amico. "Rimani con me."

BITE [in revisione]Where stories live. Discover now