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All I Want – Kodaline
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A Louis non importa.

Era buio quando Harry si svegliò nel proprio letto. Ancora prima di poterlo pensare, sentì il suo corpo scivolare alla disperata ricerca delle lenzuola per coprirsi le spalle infreddolite, mentre il suo sguardo vagava fino alla finestra spalancata, cullato dal sospiro del vento fresco del mattino. Batté le palpebre finché la stanza non si fece vivida davanti a lui, osservando come, oltre la propria casa, il cielo fosse ancora nero e il mondo addormentato, silenzioso come non ci fosse. Le stelle cominciavano a sbiadire, probabilmente dando spazio ad un'alba ancora lontana, ma prossima. Gli uccellini avevano iniziato a cinguettare, riempiendo la notte di una melodia paradossale, che Harry trovò quasi inquietante.

Portò le mani sul proprio viso, coprendosi gli occhi con i palmi e facendo strisciare la punta delle dita tra i ricci spettinati, sparsi sul cuscino. Sospirò debolmente, quasi come non ne fosse in grado, lasciando che l'aria gelida proveniente dalla finestra pizzicasse il suo corpo intorpidito e perdendosi nel suo tocco, incapace di muoversi o fare qualsiasi altra cosa. Odiava svegliarsi nel bel mezzo della notte. Lo faceva sentire ancora più solo di quanto già non fosse.

Fu quando le mani sul suo volto parvero diventare pesi insopportabili che Harry le fece scivolare lontano, spalancando le braccia e stendendole sul materasso, fissando il soffitto e ascoltando distrattamente il cinguettio del mattino. Continuò a perdere lo sguardo nell'intonaco finché non sembrò quasi rimanerne accecato, come se si fosse concentrato a tal punto da annullare l'esistenza di qualsiasi altra cosa. Era sicuro che, se avesse continuato, molto probabilmente, il suo mondo si sarebbe tinto di nero, così come il cielo, fino a non lasciare altro che il nulla più vuoto e silenzioso, al cui interno si sarebbe trovato soltanto lui.

Si risvegliò dai propri pensieri di soprassalto quando la porta si chiuse all'improvviso, probabilmente a causa della corrente. Ascoltò il tonfo espandersi nell'aria, permeandola di un eco distante, fino a sparire nel silenzio più totale. Continuò ad osservare la porta per quelle che parvero ore, analizzando lo stipite in legno e la maniglia malandata, i graffi e i segni del tempo e la piccola crepa proprio nel mezzo.

Fu strano, per Harry, notare quella crepa. Erano passati anni dall'ultima volta in cui l'aveva vista e, forse, persino dal momento in cui si era ricordato della sua esistenza. Fu strano realizzarlo, e non solo perché era raro che il ragazzo dimenticasse simili particolari. Fu strano perché si rese conto di quanto, all'epoca, cose come quella crepa fossero all'ordine del giorno, pura quotidianità. Fu strano perché Harry si rese conto di quanto per lui fosse normale.

Era stato suo padre, a rovinare la porta, anni prima. Era tornato a casa nel bel mezzo della notte, così ubriaco che l'odore dell'alcol aveva perforato le pareti, arrivando fino al corpo del riccio, steso nel letto terrorizzato. Non seppe mai per quale motivo, ma l'uomo aveva preso a bussare alla porta della sua stanza ininterrottamente, chiamando il suo nome e farfugliando parole sconnesse ed incomprensibili. Harry non si era mosso, consapevole che avrebbe fatto meglio a pretendere di dormire, piuttosto che sfidarlo. Ma non era servito, perché suo padre aveva cominciato a colpire la porta con così tanta forza da rompere il legno, dando vita alla crepa silenziosa. Aveva borbottato qualcosa e si era allontanato, dimenticandosi completamente di Harry e del motivo per il quale aveva deciso di importunarlo.

Pensò a suo padre, guardando quella porta. Pensò a quanto fosse diverso prima dell'alcol. A quanto non fosse mai stato affettuoso o gentile nei suoi confronti, ma mai violento, mai scorbutico, mai crudele. Pensò alla sua figura sulla poltrona nel salone, una figura che ancora lo tormentava nelle ore piccole, quando il cielo era ancora nero e le stelle scoppiettavano indisturbate. Pensò a quanto avesse paura anche solo di uno sguardo, di una parola in più, di una domanda nel momento sbagliato. Pensò a quanto avesse rovinato ogni cosa.

BITE [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora