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Pale Blue Eyes - The Velvet Underground
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Harry realizza qualcosa. E se ne pente.

Era il ventinove di dicembre quando la prima neve aveva cominciato a cadere, macchiando le strade ed i tetti di tutta Doncaster. Si insinuò nei tombini, coprì i prati gelidi e avvolse gli alberi spogli, rendendo più piacevoli i letti caldi e le loro coperte. Nonostante questo, Harry aveva preferito osservare i fiocchi bianchi attraverso la finestra della propria stanza, accovacciato sulla sedia della scrivania che si trovava proprio di fronte. Aveva spalancato i pannelli di vetro, permettendo all'aria gelida di leccargli la pelle, fumando sigaretta dopo sigaretta e perdendone il conto. Si era stretto intorno alle proprie gambe quando aveva cominciato a sentire freddo, appoggiando la guancia su un ginocchio e abbandonandola lì, socchiudendo gli occhi leggermente. Continuò a lasciare che il gelido dicembre si abbattesse sul suo corpo.

Da alcuni giorni a questa parte, infatti, Harry aveva provato un bisogno disperato di sentirsi al mondo. Voleva sentire caldo, voleva sentire freddo, voleva sentire fame, voleva sentire male. E quindi rimaneva davanti alla finestra spalancata nonostante il gelo, si copriva più del necessario per sentire il sudore gocciolargli sulla pelle, mangiava più del solito per sentirsi sazio, o a volte assolutamente niente, solo per ascoltare il borbottio del suo stomaco. Si lavava il viso con forza, fino a farlo arrossare, ed osservava il telefono ricevere messaggi senza mai leggerli per incuriosirsi.

Qualcosa era cambiato. Perché Harry, quella persona che da anni si era negata alla sfera emotiva, vivendo nell'apatia più totale e rendendola propria, quella persona che non riusciva a specchiarsi, quella persona che non si sentiva nel presente e non aveva idea di cosa significasse essere tristi o felici, ora aveva la necessità di provare qualcosa, qualsiasi cosa. Temette di sapere esattamente per quale motivo.

Non vedeva Louis da una settimana, e l'ultima volta che l'aveva sentito era stato il giorno del suo compleanno. Molto probabilmente gli mancava. Era proprio quello che stava cercando di capire. E ovviamente – perché era dannatamente ovvio – non gli mancava il sesso. No, quella era la parte che gli mancava di meno. Ad Harry mancava vederlo, non importava in quale contesto. Gli mancava vederlo e basta. Gli mancavano i suoi ciuffi castani e gli occhi più blu del blu, gli mancavano le spalle forti e le braccia tatuate, il passo morbido e molleggiato e le vans logore, gli mancava il modo in cui sorrideva leggermente e come alzava le sopracciglia in maniera sarcastica.

Il giorno in cui Harry si rese conto che gli mancassero anche i suoi baci fu strano. Si trovava nella cucina di casa sua. Era mattina e si stava versando un bicchiere di latte. Aveva guardato fuori dalla finestra e aveva visto le nuvole soffici. E poi aveva spostato lo sguardo nel latte bianchissimo, e pensò che anche quello fosse morbido. Ne ebbe la conferma quando lo portò alle proprie labbra, inizialmente bagnandole, per poi berlo tutto d'un sorso. E sì, lo trovò estremamente tenero. Come la mollica del pane, come le coperte comode e come le cazzo di labbra di Louis Tomlinson.

Si strozzò al solo pensiero. Tossì più volte, colpendosi il petto con forza, piegandosi leggermente in avanti ed appoggiando una mano al tavolo di legno. Come aveva fatto ad elaborare una cosa simile? Dire che Louis fosse soffice era come dire che il ghiaccio fosse caldo – semplicemente, non aveva alcun senso.

Eppure.

Eppure era proprio così. Perché Louis era fatto di ghiaccio, ma era così caldo. Ed era così duro, con Harry e con se stesso, ma allo stesso tempo era così soffice, con i suoi capelli morbidi e le mani di seta e le labbra accoglienti e umide, e – basta. Doveva calmarsi, e se ne rese conto quando sentì il battito del suo cuore accelerare, battendo violentemente contro la sua cassa toracica affaticando il suo respiro. Sentì il bisogno di sedersi, e lo fece. Schiacciò il viso tra le mani, andando ad incastrarle nei folti ricci, osservando la superficie di legno di fronte a sé.

BITE [in revisione]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora