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Green Eyes - Coldplay
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I Tomlinson ospitano Harry.

I giorni che seguirono il risveglio di Harry non furono diversi dal primo. I ragazzi si alternavano pazientemente per fare in modo che il ragazzo non rimanesse mai solo, tenendogli compagnia di giorno e sorvegliandolo con occhi stanchi la notte. Liam arrivava sempre a tarda sera, partendo nuovamente nel pomeriggio, quando Niall ed Alice lo raggiungevano. Elle e Timmy si fermavano durante la pausa pranzo e intorno all'ora di cena, mentre Louis finì per rimanere con Liam la maggior parte delle nottate, dal momento in cui aveva ripreso a lavorare al pub.

Si svegliava sospirando pesantemente, tastando nel letto una figura invisibile, alzandosi lentamente e preparandosi alla meno peggio. Aveva avvisato il titolare del pub della pessima situazione che si era ritrovato per le mani e, fortunatamente, l'uomo gli aveva concesso del tempo libero per riassestarsi. Così, quando il suo turno terminava, Louis correva all'ospedale senza guardarsi indietro, senza nemmeno passare da casa per cambiarsi. Una volta raggiunta la stanza di Harry sapeva che avrebbe trovato Timmy, Niall e le sue sorelle, e sarebbe stato con loro fino all'arrivo di Liam. I giorni in cui il pub si faceva troppo impegnativo, il castano rientrava semplicemente a casa, fiondandosi nel letto e aspettando che il sonno calasse su di lui, portandolo in un mondo lontano.

Un mondo in cui Harry lo guardava come prima.

Perché avrebbe mentito se avesse detto che non fosse cambiato nulla. Non era stato l'unico a notare quanto il riccio fosse silenzioso, cupo e stanco, e non era stato l'unico a notare quanto fosse diverso il modo in cui guardava lui ed il resto del gruppo. Pensò fosse normale, nonostante tutto. Pensò fosse normale perché era stato vittima di un'aggressione, rischiando la vita, e pensò fosse normale perché sapeva che sarebbe dovuto rimanere pulito. Pensò che Harry fosse il primo ad essere consapevole di tutta la merda che lo stava aspettando, proprio lì, appostata dietro l'angolo in attesa di piombargli addosso come una belva feroce.

Ma Harry era sempre stato triste. E il gruppo l'aveva aiutato a distrarsi. Louis l'aveva aiutato a pensare ad altro e, Dio, aveva persino risvegliato in lui quelle emozioni dormienti che l'avevano abbandonato per anni. L'aveva coinvolto e l'aveva reso parte di qualcosa di speciale. Sapeva che avrebbe potuto farlo una seconda volta, ed una terza, ed una quarta e così fino all'infinito.

Perché Louis amava Harry, con ogni fibra del suo essere.

Eppure, questa volta, qualcosa era diverso.

E nessuno riuscì a capire cosa.

Non smisero di pensarci fino alla domenica successiva, quando il riccio venne dimesso dall'ospedale. Aveva indossato il cambio d'abiti che Louis e Liam gli avevano portato la settimana prima, composto da un nuovo paio di skinny neri e un maglione dello stesso colore. Niall gli portò una giacca – che aveva probabilmente rubato a Greg, viste le dimensioni – e disse che Richard li avrebbe portati fino a casa Tomlinson. Harry aveva annuito in silenzio, vestendosi sbrigativamente e passandosi una mano tra i folti ciuffi spettinati. Quando uscì dalla propria stanza con la giacca sottobraccio, Louis non poté fare a meno di notare il modo in cui il maglione gli cadesse sulle spalle così magre.

Gli indirizzò comunque un mezzo sorriso, tanto incerto quando sincero, facendogli cenno di seguire Niall lungo il corridoio. Harry strinse le labbra in una linea sottile, annuendo lievemente e facendo quanto indicato. Elle si avvicinò a lui, caricandosi lo zaino in spalla ed aiutandolo a reggersi in piedi nei momenti in cui pareva fare più fatica. Nel complesso stava bene, decisamente meglio di quanto avessero anticipato, ma era comunque ancora debole e stanco.

Richard caricò parte del gruppo, mentre gli altri lo seguirono a bordo dell'auto di Timmy. Per tutto il viaggio, Harry non fiatò, scegliendo invece di appoggiare il mento al palmo della mano e osservare il mondo muoversi a scatti fuori dal finestrino. Evitò gli sguardi preoccupati di Elle e le parole vuote di Niall, chiudendo il mondo fuori dalla sua percezione, rimanendo solo in un silenzioso borbottio di pensieri.

BITE [in revisione]Where stories live. Discover now