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Je te laissearai des mots - Patrick Watson
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I ragazzi rimangono con Harry.

Non appena il sole cominciò a sorgere, illuminando il lettino chiaro ed il linoleum abbagliante e colorando il cielo di una tiepida sfumatura di azzurro, Niall fu costretto a tornare a casa per evitare che i suoi genitori notassero la sua assenza. Abbracciò Louis un'ultima volta, per poi lanciare una triste occhiata in direzione di Harry, stringendo le labbra e allontanandosi. Quando si chiuse la porta alle spalle, il castano osservò la sua figura attraverso le vetrate, finché non sparì dalla sua vista, lasciandolo nuovamente solo.

Solo con Harry.

Si voltò verso di lui, guardando attentamente il suo viso ancora addormentato. Era sicuro che stesse soffrendo, eppure, in quel momento, avvolto nelle coperte calde, medicato e al sicuro, Harry sembrava quasi stare bene. Come se non fosse successo nulla. Come se stesse semplicemente dormendo, come fosse stata una notte come le altre, e come se avesse potuto svegliarsi da un momento all'altro per guardare Louis e sorridergli dolcemente, la fossetta che scavava nelle profondità della sua pelle e gli occhi verdi e vispi, svegli e soffici.

Gli parve tutto così paradossalmente surreale che, per un solo istante, Louis si preparò ad incrociare il suo sguardo, sicuro che avrebbe socchiuso le palpebre da un momento all'altro. Si preparò ad avvicinarsi e baciare la sua fronte, domandandogli se avesse dormito bene. Si preparò a sfiorare le labbra tenere e a sorridere al loro interno, per poi avvolgere il suo corpo tra le proprie braccia, desiderando di non lasciarlo andare mai più.

Ma ovviamente non accadde.

E Louis sospirò tristemente.

Avvicinò la sedia al lettino, schiacciando il gomito nel materasso e appoggiando la testa al palmo della mano. Fece correre le dita libere su quel viso così bello e così buono, accarezzando i suoi zigomi ed il suo mento, sfiorando la sua fronte e arricciando le labbra quando sentì il suo respiro caldo sulla propria pelle. Quando sentì le palpebre pesanti, non dovette fare altro che appoggiarsi al letto e lasciarsi cullare dal rumore elettronico della macchina che monitorava il battito del cuore di Harry.

Gli piacque pensare che fosse aumentato leggermente quando strinse la sua mano.

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La mattina successiva, Louis venne svegliato da un raggio di sole che colpì violentemente il suo viso, facendogli stringere le palpebre e sollevare il capo, stordito e confuso. Guardò immediatamente Harry, solo per trovarlo nella stessa identica posizione di poche ore prima. Schiacciò le labbra in una linea sottile per evitare che il cuore cadesse lontano dal suo petto, tentando di ricordarsi che fosse normale, e che Harry avesse bisogno di riposo per riprendersi al meglio.

Fece correre lo sguardo per la stanza, solo per notare una donna con indosso un camice azzurro nei pressi delle finestre, intenta a scostare le tende. Stringeva sotto il braccio una scatola di cartone e, quando si voltò, la calma della sua espressione fece rilassare le spalle di Louis.

"Mi perdoni," disse con un mezzo sorriso. "Devo controllare che il ragazzo stia bene," continuò avvicinandosi al lettino, appoggiando lo scatolone sul comodino e sfilando un taccuino ed una penna dalla tasca della casacca.

"Non c'è problema," mormorò Louis spostandosi i capelli dal viso e allontanandosi dal materasso, schiacciando la schiena contro la propria sedia. Strinse le mani sul grembo e aspettò che l'infermiera facesse i controlli necessari, prima di schiarire la voce leggermente. "Come sta?" domandò. Il volto della donna scattò in sua direzione.

"Sembra tutto nella norma," disse con un sorriso tranquillo.

"È normale che... che non si svegli?"

BITE [in revisione]Where stories live. Discover now