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Nothing's gonna hurt you baby – Cigarettes After Sex
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Harry fa un regalo a Louis.

Fu strano, per Harry, sentire tutte quelle emozioni in una volta sola. Per un attimo ebbe l'impressione di essere stato colpito dall'onda più potente, dalla folata di vento più violenta, di essere stato seppellito sotto il peso della montagna più alta. Allo stesso tempo, però, fu dolce e soffice, il calore che quella realizzazione lasciò nel suo stomaco. Fu morbida come la seta, come le mani di chi è innamorato, come i petali del fiore più bello del giardino, come il delicato scroscio del ruscello che appaga ogni timore e culla ogni pensiero. Fu travolgente come l'aroma di una torta, inebriante come il profumo della primavera, rilassante come il cielo rosato al tramonto.

Era così bello. E così tremendamente spaventoso.

E molto probabilmente fu questo il motivo per il quale l'improvviso risveglio delle sensazioni dormienti nel petto di Harry lo stordì a tal punto da farlo riparare nel bagno al pian terreno, lontano dalla folla che si era formata nel resto della casa, la musica ovattata dagli spessi muri. Sedeva sul bancone del lavabo, una sigaretta tra le labbra e lo sguardo perso nelle mattonelle di ceramica di fronte a lui. Seguì i piccoli motivi sulle tonalità del blu, sbuffando il fumo scuro in alto, verso il soffitto, dove si depositò come fosse nebbia silenziosa. Faceva dondolare i piedi, lontani dal pavimento, battendo la suola delle scarpe contro il legno del bancone, le mani giunte in mezzo alle gambe. Persino quando i ricci avevano cominciato a cadergli sul viso, Harry era rimasto immobile.

Era fottuto. E non aveva idea di come sentirsi a riguardo.

Doveva forse essere felice perché, finalmente, dopo così tanti anni soffocati dal nulla più totale, era in grado di sentire anche la sensazione più lieve ed insignificante, come il gelo del marmo che si insinuava attraverso il tessuto dei suoi jeans? Doveva essere felice perché ora sentiva il petto caldo e il cuore in gola? Doveva essere felice perché le sue gote non avevano smesso di arrossarsi e le mani pallide continuavano a tremare dall'emozione e i suoi occhi sembravano essersi fatti lucidi di qualcosa di reale, tangibile, vivo? Doveva essere felice perché non se lo sarebbe mai aspettato, e invece, cazzo, eccolo lì, a fissare le mattonelle in silenzio perché si era improvvisamente reso conto di essere fottutamente innamorato?

O doveva forse essere spaventato? Terrorizzato, meglio. Doveva essere terrorizzato perché non aveva idea di cosa significasse o di cosa avrebbe comportato in futuro? Doveva essere terrorizzato perché per tutta la sua vita di merda non aveva fatto altro che rinnegare ogni tipo di emozione fino a perderle completamente perché aveva paura? Paura di essere ferito, di continuare ad essere condannato com'era stato sin dal primissimo giorno? Doveva essere terrorizzato perché, cazzo, aveva paura di perdere tutto? Doveva essere terrorizzato perché ora, forse, guardandosi allo specchio, si sarebbe finalmente visto? Perché sarebbe finalmente riuscito a vedere il proprio riflesso, analizzando ogni cicatrice ed ogni solco sulla pelle così pallida, affrontando un volto che si era rifiutato di vedere per così tanto tempo?

Oppure non doveva fare proprio nulla?

Forse doveva solo goderselo. Senza se e senza ma. Senza troppe domande e senza troppe pretese. Senza aspettative particolari e senza timori.

Carpe Diem, diceva quel libro regalatogli da Elle.

Va bene, allora.

"Carpe Diem."

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Quando Harry uscì dal bagno, i suoi occhi impiegarono una ventina di minuti per abituarsi al buio improvviso. Tutte le luci erano state spente, e solo una manciata di led illuminavano gli angoli del salone e le sue ombre. Strinse gli occhi, superando i corpi sudati ed ubriachi che si affollarono intorno a lui. La musica ad alto volume martellò nei suoi timpani fino a farlo barcollare, muovendosi nel corridoio come se la sua vista si fosse improvvisamente annebbiata. Ogni centimetro di villa Tomlinson era stato riempito, e le voci si mescolavano all'odore di fumo e a quello pungente dell'alcol.

BITE [in revisione]Where stories live. Discover now