53- Un nuovo inizio.

974 57 29
                                    

«Vieni qui, Dan.»
Riccardo si siede sul divano del salotto e mi fa segno di andare a sedersi sulle sue gambe.

Dopo un attimo di esitazione, avanzo per la stanza e vado quindi a posizionarmi timidamente sulle gambe di Riccardo che mi abbraccia poi da dietro, facendo passare le sue mani sul mio addome.

«Io stavo uscendo a fare la spesa... ma a questo punto credo che andrò direttamente più tardi...» pronuncia Luna dalla cucina.
«Comunque...» continua poi, avvicinandosi verso la porta.
«Sono felice che tu abbia deciso di mettere le cose apposto con Dani...»

Luna entra nel salotto con in mano un vassoio con sopra dei bicchieri di succo di frutta all'Ace, che appoggia poi sul tavolino davanti al divano.

«Hai fatto la cosa giusta, Ricky...» continua poi, prendendo due bicchieri dal vassoio e porgendone uno a me subito dopo.

«Grazie...» pronuncio, prendendo il bicchiere tra le mani.

Luna si siede affianco a me e Riccardo sul divano e ci rivolge un piccolo sorriso.
«Siete proprio carini...» commenta poi, rimanendo ad osservarci.

Assumo un'espressione imbarazzata e mi limito a rimanere in silenzio a bere il mio succo di frutta, mentre Riccardo, dopo avermi fatto mettere bene sulle sue gambe decide di cambiare argomento e di andare dritto al punto.
«Dov'è zio?»

Luna rimane in silenzio per qualche minuto ed assume un'espressione malinconica.
«Sei ancora arrabbiato con lui, vero?»

Riccardo non risponde e distoglie poi lo sguardo.

«Io...» Luna fa una pausa ed emette un sonoro sospiro.
«Non ne sapevo niente dell'esistenza di quel diario e della lettera... e... non so neanche perché papà non te li abbia mai dati fino ad ora...»

«Lo so che tu non c'entri nulla, Luna...»

«Deve esserci una motivazione...» intervengo io, poco dopo.
«Non credo che tuo zio avesse brutte intenzioni...»

«Papà... dopo che te ne sei andato via... non ha detto niente neanche a me...»
Sul volto di Luna compare un'espressione triste.
«È rimasto in silenzio e poi... ha iniziato a piangere...»

Nella stanza cala un pesante silenzio, disturbato solamente dal ticchettio dell'orologio da parete.

Dovrei dire qualcosa?
L'atmosfera è diventata pesante di botto...

Provo a pensare a cosa dire per cercare di rompere il silenzio ma vengo anticipato da Riccardo.
«Quindi... lui dov'è?»

«Nel suo stud-»

«Sono qui...»
La voce dello zio di Riccardo attira la nostra attenzione e ci voltiamo tutti nella sua direzione.

Lo zio di Riccardo rimane fermo davanti alla porta del salotto, i suoi occhi, dello stesso colore di quelli di Luna, sono scavati da delle profonde occhiaie.

«Ciao Daniel...» emette poi, entrando lentamente nella stanza.

«Salve signore...»

Nella stanza cala nuovamente il silenzio e lo zio di Riccardo avanza lentamente per il salotto, per poi fermarsi davanti a noi, dall'altra parte del tavolino.

«Mi... mi dispiace di non essere riuscito a darti una risposta ieri...» pronuncia poi, abbassando lo sguardo.

«Perché non mi hai mai detto dell'esistenza di quel diario?»

Lo zio di Riccardo assume un'espressione triste e rimane in silenzio per qualche minuto, per poi voltarsi dall'altra parte e dirigersi nuovamente verso la porta del salotto.
«Venite nel mio studio... parliamone lì...»

Vorrei solo starti accanto. (In Revisione) Onde histórias criam vida. Descubra agora