25- Lavorare insieme.

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Non avrei mai creduto di trovarmi in una situazione del genere.
Anche se sono qui solo come testimone della rissa avvenuta tra Riccardo e Andrea, mi fa comunque strano essere qui davanti alla presidenza insieme a Riccardo, suo zio e mio padre.
Non sono mai stato convocato dalla preside per questioni gravi e in generale tutta questa situazione mi incute una tremenda ansia.
Il professore ha detto che Andrea e Riccardo rischiano di essere sospesi.
Si sono messi a lottare nella palestra quando ormai era anche già terminata la mattinata scolastica.
Inoltre, tra i due, ad iniziare la rissa è stato proprio Riccardo, in seguito alle provocazioni di Andrea.
Anche se la preside è sua zia, questo non significa che potrà essere buona con lui, ha pur sempre cominciato lui a prendere a botte Andrea.
Sono preoccupato per entrambi.
Non voglio che vengano sospesi e non so nemmeno cosa dire quando verrò convocato dalla preside.
In questo momento, la preside sta parlando con Andrea e con sua madre mentre noi siamo rimasti tutti fuori ad aspettare.
Riccardo è seduto nella sedia accanto alla mia e nonostante tutto, sembra essere abbastanza tranquillo. Suo zio, seduto alla sua destra, invece, ha un'espressione seria e di rimprovero, che rivolge verso il nipote.

«Rick, devi smetterla di metterti in queste situazioni! Non è la prima volta che vengo chiamato per queste cose.» pronuncia lo zio di Riccardo con tono severo.

«Credimi. Era da tempo che mi trattenevo dal dargli un bel pugno in faccia... E poi quel coglione ha iniziato a prendersela con Daniel e stava esagerando. Non sono riuscito a trattenermi.» risponde Riccardo mantenendo lo sguardo davanti a sé, verso la porta della presidenza.

«Rick! Renditi conto che questa è una cosa grave! Non prendere le cose alla leggera! Hai iniziato tu?»

«Sì, gliel'ho tirato io il primo pugno.»

«L'ha fatto perché Andrea l'ha provocato... e poi anche per difendermi... io stavo cercando di farlo calmare ma Andrea ha iniziato a prendersela anche con me...» intervengo, mentre prendo un pacco di fazzoletti dal mio zaino.

Tiro fuori un fazzoletto dal pacco e lo appoggio sul labbro spaccato di Riccardo, dal quale continua a uscire un po' di sangue.
Al contatto, Riccardo assume una smorfia di dolore.

«Fa male?» chiedo tamponando il suo labbro inferiore con il fazzoletto.

«Niente di che.»

«Il naso ha smesso di sanguinare?»

«Sì, te l'ho detto... non è niente di che.»

Lo zio di Riccardo sospira rumorosamente e continua ad osservare il nipote con uno sguardo severo.
«È una fortuna che il professore fosse lì per fermarvi! Rick! Come ti ho già detto... non voglio più essere chiamato per queste cose! Senza contare che avete messo in mezzo pure Daniel!»

«Lui non c'entra nulla. La rissa c'è stata tra me e quel coglione. Daniel infatti l'hanno chiamato solo come testimone dei fatti per confermare le nostre versioni.» pronuncia Riccardo con tono serio.

«Io però... c'entro nella conversazione... Andrea ed io stavamo discutendo poco prima...» emetto mentre tengo il fazzoletto premuto sul suo labbro.

«Tu non hai fatto niente di male Daniel!» lo zio di Riccardo fa una pausa e riprende poco dopo. «Stavi solo parlando con loro e cercando di mantenere calma la situazione, no? Sono stati loro due e in primis Riccardo a dare inizio a questa faccenda.»

«Riccardo gli ha tirato un pugno perché quel ragazzo lo stava provocando e perché gli ha dato fastidio che se la stesse prendendo anche con Daniel.» interviene mio padre, che finora era rimasto zitto ad ascoltare.

«Mauro è una cosa grave comunque! Avrebbe potuto cercare di risolverla diversamente senza usare i pugni! Riccardo è troppo impulsivo e non è la prima volta che vengo qui per una rissa scatenata da lui!»

Vorrei solo starti accanto. (In Revisione) Where stories live. Discover now