22- Solo lui.

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È il terzo giorno che passo a casa di Riccardo.
Dopo le varie insistenze di tutti, ho deciso di chiamare mio padre al cellulare.
È stata una conversazione corta, non siamo stati al telefono a lungo.
Mio padre aveva la voce che ispirava una profonda tristezza e non ha affrontato l'argomento riguardante la faccenda di mia madre, si è limitato a chiedermi se stavo bene e come mi stessi trovando a casa di Riccardo.
Non mi ha chiesto quando sarei tornato a casa e ha fatto bene.
Ha capito che ho bisogno del mio tempo.
Ancora non me la sento di tornare a casa.
Non sono pronto per parlare con lui o con mia madre.
Ho ancora tante cose da mettere apposto nella mia testa e non sono pronto per poter parlare con loro.
Mi sto quasi abituando a stare con Riccardo tutti i giorni e per tutto il tempo.
È diventato così dolce con me che a momenti faccio fatica a riconoscerlo.
Se ripenso ai primi giorni, in cui Riccardo nemmeno mi rivolgeva la parola, quasi non riesco a credere che ora il nostro rapporto sia cresciuto così tanto.
Riccardo inizialmente, voleva usare la sua abilità su di me per allontanarmi da lui.
È stato un bene che non abbia funzionato su di me. Io sono un immune, sono un "protetto", ed è stato un vantaggio. Non so molto riguardo a tutta questa storia degli immuni ma se non lo fossi stato, io e Riccardo non avremmo mai potuto arrivare al rapporto che abbiamo ora.
Ho finito per innamorarmi così tanto di lui.
E lui... lui mi ha detto che io sono importante per lui e questo per il momento mi basta.
Mi rende felice.
Molto felice.
La cosa che non riesco ben a definire, è il nostro rapporto.
Non abbiamo parlato riguardo a questa cosa.

Come dovremmo definirci?
Siamo più che amici ma...
Non so...
Lui... come mi considererà?

Riccardo è seduto alla sua scrivania, intento a disegnare qualcosa. Mantiene lo sguardo fisso verso il foglio e fa scorrere la sua matita su di esso. Ogni tanto, posa la matita e corregge qualcosa con la gomma, per poi riprenderla in mano nuovamente e riprendere a tracciare qualcosa sul foglio.
Io sono seduto sul suo letto e lo guardo da lontano mentre disegna.
Ogni volta che lo guardo, non riesco a non commentare nella mia testa quanto Riccardo sia bello.
I suoi bellissimi occhi blu, completamente concentrati sul foglio, il suo naso, la sua dolce bocca rosea e il suo bellissimo corpo hanno totalmente invaso la mia mente.

Mi piace guardarlo mentre disegna...
Ha un'espressione così concentrata.
A scuola ha sempre un'espressione assonnata e terribilmente annoiata, si vede che gli piace proprio disegnare...

Sul mio viso si accenna un leggero sorriso.

Cavolo...
Ogni volta che lo guardo finisco per sorridere come un cretino.
Vorrei andare da lui e abbracciarlo...
Ma non voglio disturbarlo...
Cavolo... non so proprio cosa fare...

Sospiro rumorosamente e mi butto all'indietro nel letto, poggiando la testa sul cuscino.

«Che c'è? Ti annoi?» chiede Riccardo senza distogliere lo sguardo dal foglio.

«Un po'...»

Riccardo poggia la matita sulla scrivania, si alza dalla sedia e si dirige verso di me.
Arrivato davanti al letto si butta sopra di me, schiacciandomi.

«Ahia Rick! Non mi schiacciare...»

Riccardo ridacchia divertito e si china su di me per poi lasciarmi un dolce bacio sulle labbra.

«Che vuoi fare?» chiede poi, una volta staccate le labbra dalle mie.

«Non so...»

Riccardo resta a guardarmi per qualche minuto poi mi bacia nuovamente in modo dolce.
Mi aggrappo a lui, facendo passare le mie braccia dietro al suo collo mentre continuiamo a baciarci e ci stacchiamo poco dopo per respirare.

Vorrei solo starti accanto. (In Revisione) Where stories live. Discover now