13- Otto anni fa.

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Mancano due giorni alla festa di Capodanno e non sto più nella pelle.
Anche perché, si festeggerà a casa mia.
Abbiamo cambiato il programma iniziale che prevedeva di andare a casa di Francesco, perché i suoi genitori non hanno accettato e alla fine, dopo una lunga conversazione nel gruppo su whatsapp, si è deciso di farla a casa mia nella grande sala al piano terra.
Inizialmente, pensavo che mio padre non mi avrebbe mai permesso di fare la festa a casa nostra ma, stranamente, ha accettato abbastanza in fretta.
Ovviamente, ho emesso la faccenda degli alcolici e mio padre, per fortuna, non ha fatto troppe domande sull'argomento.
Inoltre, il piano originale prevedeva di festeggiarlo solamente tra noi sei, ovvero, me, Serena, Carlotta, Francesco, Andrea e Federico, ma la lista degli invitati ha finito per allargarsi perché Federico ha proposto di invitare anche qualcuno dei suoi amici della classe affianco alla nostra. Andrea invece ha proposto di invitare anche Marta e le sue amiche per far aumentare il numero di ragazze presenti alla festa.
Siamo passati da sei a tredici in un batter d'occhio e il gruppo whatsapp di capodanno è diventato molto più attivo.
Ho pensato di proporre di invitare anche Riccardo a passare il capodanno con noi ma ovviamente, non appena l'ho scritto nel gruppo, Andrea si è opposto brutalmente.
Abbiamo avuto l'ennesima accesa discussione su Riccardo e alla fine, grazie al supporto di Serena e Carlotta siamo riusciti a farlo accettare, anche se a malavoglia.
Dalla vigilia, ho continuato a sentire Riccardo per messaggio quasi tutti i giorni, tuttavia, ancora non gli ho chiesto nulla su capodanno.

Adesso che ci penso...
Non è detto che lui accetti...
Anzi, conoscendolo, è molto probabile che la sua risposta sarà un secco "no".

Il suono del campanello mi fa uscire dai miei pensieri con un sussulto e dopo aver sceso le scale, vado ad aprire alla porta.

«Hey Dani! Eccomi qui!» pronuncia Francesco, oltrepassando la porta.

«Ce ne hai messo di tempo!»

«Dai non ho ritardato così tanto... credo.»

«Venti minuti.» pronuncio mostrandogli l'orario dallo schermo del telefono.

«Non lamentarti! Sono venuto ad aiutarti dopo tutto. Allora? Dov'è questa sala?»

«Proprio lì.» pronuncio indicandogli la porta presente davanti a noi, vicino alle scale.
«Ma è un casino là dentro... mio padre ci ha lasciato tutti gli scatoloni che non abbiamo svuotato quando ci siamo trasferiti.»

«Ok, nessun problema, li sposteremo.» Francesco avanza verso la porta, abbassa la maniglia e cerca nel buio il tasto per accendere la luce.
La luce comincia a illuminare la stanza, mettendo in evidenza il disordine.

«Beh... direi che ne avremo per un po'.» commenta Francesco entrando nella stanza.

«Eh già...» pronuncio sbuffando.

Nel gruppo di capodanno, abbiamo affidato a ciascuno un compito e Francesco si è proposto di aiutarmi a ordinare e pulire la sala per l'evento.

Cominciamo a spostare insieme gli scatoloni e li raduniano davanti al garage.

«Ma Dani, cosa c'è dentro tutti questi scatoloni?» chiede Francesco appoggiando uno scatolone davanti alla porta del garage.

«Per lo più vecchi vestiti e giocattoli di quando ero piccolo.» rispondo posizionando un altro scatolone accanto al suo.
«Quando abitavamo nell'altra casa, avevamo una soffitta e questi scatoloni si trovavano tutti lì. Poi ci siamo trasferiti qui e non avevamo idea di dove metterli.» continuo poi.

«Non facevate prima a buttare quello che non vi serve più?»

«Io volevo farlo, ma mio padre è uno di quelli che crede che tutto debba essere conservato perché potrebbe riservire in futuro.»

Vorrei solo starti accanto. (In Revisione) Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang