Capitolo 49

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Decisi di lasciarmi quel vampiro alle spalle, lui e le sue 'veritá'. Sapevo comunque che ci avrebbe pensato Namel ad ottenere altre informazioni. Io... avevo bisogno di pensare. O forse no.
Davanti al camino acceso della sala il mio sguardo si perse nelle fiamme, quasi ipnotiche. Un breve momento di calma in cui la mia mente se ne stava finalmente in silenzio.
Sbattei le palpebre in modo volontario e controllato, tentando di concentrarmi sul mio respiro e provando a dire addio all'emicrania, la quale sentivo nascere precisa tra la fronte e in mezzo agli occhi.
Mi strinsi spontaneamente le braccia al petto, assorbendo e tenendo su di me il calore del fuoco.
La mia domanda era solo una:

Come si uccide un membro della famiglia reale?

Perché sapevo bene che quella era l'unica soluzione. O lui, o noi. Non vi erano vie di mezzo. Ovviamente eliminarlo sarebbe stato difficile, se non impossibile. Un vampiro che riesce a incolpare un cugino delle proprie colpe non ci metteva sicuramente troppo pensiero ad eliminare anche noi, come aveva giá dimostrato di voler fare. O forse era la mia parte umana a dare peso al concetto di famiglia mentre tra reali non veniva poi molto considerato importante. Dovevamo poi valutare le reazioni ad una nostra ribellione dei Cacciatori e del Consiglio, che di sicuro non avrebbero apprezzato. Solo a pensarci sembrava una matassa impossibile da sciogliere.
In teoria i Reali non avevano più potere, eppure eccoci lí.
Questo mi portava a pensare ad altre cose.

Chi dei membri del Consiglio lavorava per lui? Perché crimini del genere non sono facili da nascondere senza l'aiuto di qualcuno. Forse aveva dei contatti anche tra i Cacciatori?
Quante di queste persone io e Namel avevamo incontrato nel suo studio non consapevoli del loro ruolo?

Cominciai a pensare a tutti i Lord che avevo incontrato durante i vari incontri, ma nessuno sembrava saltarmi all'occhio. Provavo a pensare ad un comportamento sospetto, una frase strana o una parola fuori posto, ma nessuno mi era parso sospetto. E tra i Cacciatori?
Beh sicuramente non provavo simpatia per quella Cacciatrice, la minuta dallo sguardo da serial killer, e lei non mi ammirava di certo, ma bastava questo per accusare qualcuno di tradimento? No, ovviamente.
Dovevo rimanere razionale e logica.

La porta della sala si aprí con Somir che fece capolino con la testa guardando dentro. Parve quasi sorpreso di trovarmi lí. Un pensiero, odioso, passó fugace: quante delle persone che reputavamo amiche potevano essere in realtá traditori?.
Solo il pensiero che qualcuno di importante e caro per noi, come poteva essere Milla o anche Somir, fosse in realtá il nemico mi fece stringere il cuore.

-"Adéle... cosa fai qui? Namel ho visto é ancora dal prigioniero."

Mi sedetti su una poltrona mentre lui si avvicinava al camino.

-" avevo bisogno di aria...e poi avevo sentito anche abbastanza"

-"si, Namel mi ha accennato qualcosa"

Si voltó verso di me, per poi mettersi distrattamente a giocare con i suoi poteri nel palmo della sua mano.

-" sai.."- inizió sembrando quasi sovrappensiero -" speravo che fosse tutto un errore. Che fossimo noi a essere troppo fissati sull'esistenza di un nemico"

-"... anche io Somir. Anche io. O magari che fosse tutto più semplice..Ma i fatti sono questi, e purtroppo ne abbiamo la prova assoluta"

Sentii il suo sguardo su di me mentre tentavo ancora una volta di distrarmi con le fiamme del camino. Uno poteva entrare in trance guardando le fiamme?! Forse dovevo imparare a meditare per calmarmi.

-" sai sei cambiata"

-"io?"- lo guardai stupita

-" una volta in una situazione del genere ti saresti chiusa a bozzolo nella tua stanza, o avresti provato uno dei tuoi tanti tentativi di fuga organizzati in fretta e furia."- mi guardó sorridendomi -" ed invece eccoti qua. Pensierosa e calcolatrice. Quasi sembri una versione femminile di Namel"

Risi.

-" dovrebbe essere un complimento o un' offesa?"

-" dal mio punto di vista un complimento. Per gli altri non lo so"

Rise a sua volta.

-" Somir... non ho idea di come risolvere questo casino. Penso e ripenso, ma le risposte che cercavo da una vita hanno creato più domande di prima"

-" smetti di farti domande allora e di cercare risposte. Cosa ti dice il tuo istinto?"

-"... di lasciarmi andare su questa poltrona e godermi il fuoco senza un pensiero?"- affermai ironica.

Si sedette sulla poltrona vicino a me.

-" per quanto l'idea attiri anche me, non é che aiuterebbe molto a migliorare la situazione"

-"...giusto"

Somir sospiró, portando le mani dietro la testa con fare teatrale.

-" sai Somir..."- cominciai, sentendo la necessitá di parlargli di ció che avevo visto.

-" dimmi"

-" quando, beh, quando ho bevuto da Namel... ho visto anche la tua storia."

Rimase in silenzio.

-" ... mi dispiace tanto per ció che ti é successo"- ammisi

Somir si adagió sulla poltrona posando pesantemente le braccia sui braccioli, lo sguardo rivolto verso il soffitto.

-" le persone dicono che col tempo le ferite guariscono, ma per come la vedo io, é una gran cavolata. Forse il corpo guarisce, ma l'anima? Non credo. Una cicatrice resta sempre. Nessuno mi toglierà mai dalla testa che quel giorno potevo fare di più, che potevo ribellarmi...ma non l'ho fatto. Resteró col rimorso tutta la vita."

-"...non fu colpa tua"

-" bastasse questo a sentirmi meglio sarebbe tutto più facile. Me lo dico da una vita: non é colpa mia. Ma credo che in realtá sia solo un modo di lenire le ferite, provare a stare meglio. Sai Adéle, una volta mi sono rivolto a una strega"

Lo guardai sorpresa, Somir non era tipo da parlare con le streghe, non senza un valido motivo almeno.

-"... le chiesi di farmi dimenticare tutto. Volevo ripartire da zero, farmi una nuova vita alla Villa, lasciarmi il passato alle spalle. Sai cosa mi rispose?"- solo in quel momento si voltó per guardarmi-" non esiste magia tanto potente al mondo che possa cancellare il legame tra due anime che l'Universo ha voluto unire"

I suoi occhi trasmettevano tristezza ed amore allo stesso tempo, e quelle parole mi colpirono profondamente. Forse anche io, realizzai, avevo dei legami da proteggere.
Legami che non volevo perdere, che volevo preservare.
Ed ero disposta a tutto per farlo.

The Coven - Born Witch (Nata Strega) Where stories live. Discover now