capitolo 74- Passione🔞

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Capitolo a luci rosse. Molto molto rosse. Sul serio. In pratica genere smut. Si prega di proseguire con cautela e se non ci si offende facilmente. 😌🙏🕯😏 Se non vi sentite di leggere tranquilli\e che anche senza questo capitolo sarà possibile comprendere il resto della storia.
Buona lettura.

Con calma attesi che tornasse a casa. Quello che stavo per fare andava contro le promesse che gli avevo fatto, ma non potevo permettere che mi fermasse. Quando tornò alla Villa, Namel mi trovò intenta a bere dalla sua cantina personale. Oramai ci si era abituato e non si lamentava di certo del fatto che la sua futura moglie bevesse qualcosa che gli apparteneva. Mi baciò delicatamente sulla spalla prima di abbracciarmi da dietro la sedia. Era caldo e dolce, quel suo abbraccio. Potevo quasi sentire quanto gli ero mancata solo da quel gesto. Nella mia mente però, mentre guardavo dentro il bicchiere e mi lasciavo andare a quelle carezze, continuavo a rivedere la promessa che aveva fatto a mia madre. Era disposto a mentirmi per proteggermi; non era una novità. Ma con il suo anello al dito, non potevo evitare di sentirmi messa da parte. Ero davvero troppo coinvolta? ero davvero pronta a fare un gesto stupido? In realtà si. Lo ero. Aveva ragione mia madre e anche Namel. Mi voltai guardando in alto verso i suoi occhi, sorridendogli. Namel si chinò per darmi un bacio veloce.
-''Vado a farmi una doccia. Ci vediamo tra poco''
Gli baciai il dorso della mano prima di lasciarlo scomparire in bagno.
Non appena fu lontano dalla mia visuale, presi un profondo respiro e buttai giù un altro sorso. Quella notte sarebbe stata l'ultima passata con lui. Dovevo stare attenta a non farmi scoprire, ma soprattutto a una cosa: non farlo bere da me. Se avesse bevuto, con il legame che ci univa, avrebbe visto i miei ricordi Kelpie incluso e mi avrebbe fermata. Decisa ad andare fino in fondo, mi avviai in camera. Mi misi in camicia da notte mentre ancora sentivo in sottofondo l'acqua scorrere. Mi levai le scarpe, sciolsi i capelli, li spostai su entrambe le spalle. Mi spruzzai velocemente del profumo, e silenziosa presi un altro bicchiere. Versai il liquido rosso denso in entrambi e detti nuovamente un sorso al mio. Lasciai che la mia parte vampira prendesse il sopravvento e rimasi in ascolto. Udii il fruscio di un asciugamano, l'acqua che veniva spenta. Sentii aprire un cassetto. In contemporanea aprii la boccetta che avevo tenuto nascosta fino a quel momento nel reggiseno e la bevvi tutta d'un fiato. Subito dopo bevvi di nuovo dal bicchiere per mascherare l'odore. Quando lui mosse la maniglia mi avvicinai alla sua libreria e nascosi la boccetta dietro un libro. Quando uscì mi trovò li, sorridente. Pronta a offrirgli da bere.
Mi sorrise sornione, studiandomi con occhi roventi. Alcune gocce d'acqua scivolarono sul suo corpo. Le seguii fino a che il mio sguardo non fu bloccato dall'asciugamano che teneva legato in vita. Deglutii e guardandolo negli occhi bevvi piano un altro sorso. I suoi cambiarono colore. Prese il bicchiere che gli avevo portato e bevve avidamente tutto d'un fiato. Tutto poi divenne rapido.
Si avvicinò a me di scatto levandomi il bicchiere dalle mani, che quasi scomparve dalla mia vista mentre si gettava sulle mie labbra. Era accaldato. Le sue mani mi accarezzarono il corpo, afferrandomi per sollevarmi. Intrecciai le dita tra i suoi capelli e lo tenni stretto a me con le gambe mentre lui si dirigeva veloce in camera. Sentii distrattamente la porta chiudersi dietro di noi. Mi adagiò sul letto buttandosi su di me, il corpo premuto sul mio. La sua lingua calda si fece spazio nella mia bocca intrecciandosi alla mia. Mi sollevò la camicia da notte con una mano, si fermo e mi levó l'intimo con furia e subito dopo gettò il suo asciugamano dall'altra parte della stanza. Tornò indaffarato a levarmi la camicia, gettandola lontana. Il reggiseno parve sciogliersi tra le sua mani e lo vidi lanciarlo dietro di lui distrattamente. Si attaccò subito di nuovo alla mia bocca. Lo lasciai fare, troppo indaffarata come ero a scandagliare con le dita il suo corpo. Mi sollevò le gambe con le mani e diventammo un'unica cosa. Lo sentii premere fin dentro di me, quasi fosse disperato. Mi teneva stretta, respirando veloce tra un bacio e l'altro. Aumentò velocemente, e la sua bocca trovò l'incavo del mio collo. Scattai veloce e gli presi il viso tra le mani. Gli morsi le labbra per distrarlo. Gli piacque e aumentò.
-''Mia''. Disse mentre mi sentivo andare in fiamme.
Si sollevò sulle ginocchia afferrandomi i fianchi per tenermi sollevata. Per guardarmi dall'alto. I suoi occhi scrutavano il mio corpo in cerca di un punto da mordere, mentre ancora non riusciva a fermarsi. E nemmeno io. Lo vidi indeciso tra il mordermi e smettere o continuare e rimandare. Colsi quell'attimo di dubbio per trascinarlo su di me per un braccio e capovolsi la situazione. Mi lasciò fare. Le sue mani trovarono le rotondità sul mio petto, strizzando e massaggiando. Lo guardai ansimare in preda all'estasi mentre mi muovevo veloce su di lui, ruotando il bacino e spingendo con foga. Quando chiuse gli occhi in preda a un brivido, mi gettai sul suo collo. Volevo morderlo, dovevo. Ma lui mi bloccò. Aveva in mente il mio stesso piano. Ma lui non poteva sapere che io già sapevo tutto. Gli sorrisi per fargli credere che fosse un gioco. Lo baciai e lui si lasciò andare. Distratto. Capovolse di nuovo la situazione e si gettò famelico su di me. Il suo corpo era fatto alla perfezione per il mio. Continuò svariate volte a tentare di mordermi ed una volta feci finta di lasciarlo fare, prima di ridere e di nuovo prendere il controllo. Era un gioco. Un gioco di seduzione e di potere, tutto nostro. Ma non poteva andare oltre. Una volta sopra, affrettai il movimento. Lo vidi confuso, eccitato, in preda alla lussuria. Chiuse di nuovo gli occhi, e stavolta non fallii. Lo morsi con foga nel collo, bevendo avidamente. Balbettò il mio nome, non se lo aspettava, e provò a staccarmi da sé. Bevvi ancora, e ancora, continuando a muovere il bacino. Lo sentii giungere al culmine e il suo corpo tradì un brivido. Non mi fermai. Con il morso lasciai che il potere del liquido nella boccetta entrasse nella ferita. Era un incantesimo vecchio, antico, che avevo trovato nel mio libro. Doveva funzionare o sarebbe stato tutto inutile. Le sue gambe si piegarono sotto di me e le sue mani afferrarono prima i fianchi, poi il fondoschiena. Da sotto, fu il suo turno di cominciare di nuovo. L'effetto fu immediato. La sua pelle cominciò a bruciare. Era una semplice pozione per fargli perdere il controllo e renderlo mio. Si attivava con il sesso, era potente e pericolosa se l'amore tra i partecipanti non esisteva. Non era il nostro caso. Namel si lasciò andare completamente al suo effetto, preda di una voglia irrefrenabile di affondare in me il suo corpo e i suoi denti. Io sentivo bruciare, quasi incredula di fronte al potere che aveva anche su di me, sua creatrice. Me lo sarei voluto godere appieno. Non ancora. Dovevo sopportare ancora. Una volta giunto al culmine sotto effetto, sarebbe caduto in un sonno profondo di svariate ore. Quante bastavano per farmi andar via. Lo sentii inarcare la schiena sotto di me, mentre sembrava non riuscire a trovare un posto in cui posare le mani. Lo lasciai capovolgere la situazione ancora una volta. Sopra di me lo vidi mordersi le labbra a tal punto da far uscire il sangue.
-''Adél-..cos..ah''. Non riusciva a parlare.
La pozione non lo permetteva. L'eccitazione giunse alle stelle quando lo vidi boccheggiare a bocca aperta, preda di un desiderio irrefrenabile che lui non riusciva a comprendere. Le spinte si fecero più forti, alcune mi levarono il fiato. Il rumore nella stanza era solo quello dei nostri gemiti e dei colpi che lui dava, con forza, per trovare soddisfazione e venire dentro di me. Ero talmente eccitata a mia volta da riuscire a sentirlo scivolare agilmente dentro di me fin tutta la sua lunghezza, e ancora non sembrava bastare. Quando giunsi al culmine, dovetti stringere le lenzuola per non gridare.
Per molto tempo, molto molto tempo, lui continuò nella sua assidua corsa verso il piacere. Quando terminò, quasi gridò il mio nome, dando gli ultimi colpi che il suo desiderio sembrava voler dare. Il suo corpo stremato tremava sul mio. La pozione gliene chiedeva ancora. Deglutii stringendo gli occhi mentre mi afferrava con forza per i fianchi. Iniziò a rallentare, ma la forza con cui spingeva mi faceva sentire gelatina. Più di una volta si chinò esausto su di me, mentre il suo bacino ancora spingeva nel mio. Mi guardava e vedevo a tratti la lucidità nel suo sguardo. Sapeva quello che gli avevo fatto, ma non leggevo in essi nessuna accusa. Quando uscì dal mio corpo, gettò la testa indietro emettendo un verso rauco, quasi animalesco, e venne per metá su di me. Non mi importava. Mi guardò dall'alto in basso. Le sue gambe tremavano, mentre il suo corpo era ancora palesemente vigile. In mezzo alle sue gambe vidi ancora che era pronto. Solo che Namel non ce la faceva più. Mi sollevai sulle ginocchia per dargli sollievo. Mi tenne debolmente la testa. Lo sentii ansimare sempre più velocemente. Quando lo guardai in viso dal basso, mi guardava estasiato. La bocca spalancata in un sorriso distorto e lussurioso. I suoi occhi erano velati dal piacere e le guance arrossate. Ansimava con foga, a tratti tratteneva il respiro. La mia bocca umida sembrava dargli quello che chiedeva mentre guardava il soffitto, poi me, di nuovo il soffitto.
-"si... si... ancora.."
Aumentai.  Spinse sulle mie labbra.
-"tutto.. " .
Ancora. Ancora decisi di soddisfarlo.
Mi staccai ma mi prese la testa.
Mi guardó con la bocca umida. La salivazione alle stelle mentre si avvicinava col bacino verso il mio viso. Si leccò malamente le labbra e si toccó. Mi pregó con lo sguardo.
-" ti prego... prendi-ah"
Davanti a me la sua eccitazione ancora evidente. Le sue mani tremarono deboli. Un contrasto eccitante vederlo cosí. In preda del mio potere. Lo leccai e lui gridó. Lo afferrai per le natiche e cominciai a muovermi con la bocca su di lui. Tremò tra le mie labbra.
-"ah.. ah... AH!AAH! SI!"
Le sue grida di piacere riempirono la stanza.
-"cosí... si..."
Venne sul mio seno quando mi levai in tempo. Alla fine cadde sul letto. Lo voltai e poi mi pulii la bocca.
-''..TI PREGO''. Mi imploró.
Mi tenne ferma per un braccio. La sua mano trovó le mie gambe e cominció a giocare.
Anche io sentivo gli effetti della pozione, anche se più blanda. E lo volevo. Adesso che era in mio potere non c'era pericolo. Mi misi a cavalcioni su di lui ed indicai le mie gambe. Lui scivoló sotto di me felice fino a che la sua lingua non cominciò a giocare. Lo sentii succhiare, mordere e tirare. Inarcai la schiena in preda al piacere. Mi schiaffeggió sulla natica.  Ancora e ancora. Le strinse entrambe con forza muovendole per spingere la mia intimità su di lui. Gridai di  piacere. Mi  spinse sul letto e rimase tra le mie gambe.  Sentivo la sua lingua calda scandagliare ogni centimetro della mia intimitá. Entrava e usciva, e le sue labbra premevano avide. Gli tenni la testa fino a che non tremai di piacere infinito.
Si sollevó e si spinse a fatica su di me. Si pulí la bocca e spinse di nuovo tutto quanto dentro il mio corpo. Poi di scatto mi aprí di più le gambe.
Sentii le spinte battere dentro di me e nella stanza il rumore delle nostre umiditá intime creavano suoni osceni. Eravamo pieni l'uno dell'altra.
-" Tuo... tuo.." . Gridava.
-" si Amore, sei mio"
Questo sembró placarlo. Ma solo per breve tempo.  Quella notte sembrava non avere fine.
Una lacrima gli cadde sul viso, mentre tentava ancora di trovare la forza per venire dentro di me. Lo vidi tremare dagli spasmi.
-''Scusa amore mio. Tornerò presto.''
Si tenne a me con foga.
-"no..  no"
In quel momento la sua razionalità e il suo desiderio di proteggermi si palesarono sul suo viso, ma la pozione gli imponeva di essere preda della lussuria.
-" shh"
Lo abbracciai dando gli ultimi colpi al suo bacino. Venne ancora. Si accasciò su di me, e con la lingua giocò col mio seno.
-" ancora.. ancora..."
Mi porse il collo per morderlo ancora. Era completamente sottomesso. Si inarcó verso il mio viso.Sapevo che gli effetti della pozione erano forti, ma non mi aspettavo fino a quel punto. Lo avevo ridotto in un piccolo pupazzo tra le mie mani. Lo leccai sul collo sentendo il desiderio di morderlo ancora, di dargli quello che voleva e lasciarlo preda di quella lussuria che veniva dal suo amore sconfinato per me. Ma mi trattenni.
-" no amore"
Mi prese i seni tra le mani.
-" lo... voglio. Te"
Cercai di resistere alla voglia di morderlo ancora e al desiderio mentre lui ancora cominció a dare sfogo al suo. Le spinte si fecero violente e dovetti tenermi alle sue spalle per ammortizzare i colpi.
-" sc-scusa"- aprí la bocca e la saliva gli scivolò sulle labbra. Venne ancora e stavolta restó dentro di me. Un'altra spinta. Un'altra ancora. Si lasciò andare su di me e con la poca forza rimasta si accasció su un fianco cercando ancora di spingere, ma a vuoto. Lo strinsi vicino a me, e solo quell'ultimo contatto gli dette la pace che agognava cosí disperatamente.

Si addormentò con le mie labbra premute sulle sue. Il suo corpo ogni tanto era mosso da spasmi mentre dolorante tra le gambe mi vestivo per uscire. Lo coprii perchè non avesse freddo, lo baciai sulla fronte ed uscii.

Trovai Kelpie che già mi aspettava al limitare del bosco.
-''Ha funzionato?''- Mi chiese serio
-''Anche troppo, forse''.

Lo seguii nella foresta. Davanti a me Kelpie tirò fuori due inviti per il ballo.
-''Sai quanta fatica ci ho messo per trovarli?''
Alzai gli occhi al cielo.
-''Perlomeno lui ci ha guadagnato qualcosa''. Disse ridendo- ''Ti si sente l'odore addosso''.

Preferii ignorarlo e non chiedermi quale odore specifico sentisse.
-''Se qualcuno chiede qualcosa posso dire che sei stata con me? renderebbe tutto molto credibile''- Chiese infine.
Mi voltai di scatto, e l'ira nei miei occhi dovette essere abbastanza visibile per far sì che si fermasse per spiegare.
-''Dovrai pur spiegare perché sei alla festa con me, della Unseelie, e non con il tuo fiancè. Propongo la storia degli amanti. Ai nobili piacciono gli scandali''

Mi morsi la lingua e lo superai senza fiatare. ODIAVO quando aveva ragione, e stavolta, non potevo nemmeno negare. Cominciai a pentirmi della mia scelta di accompagnatore solo quando realizzai quello che avrei dovuto fingere di essere. La sua amante.

The Coven - Born Witch (Nata Strega) Where stories live. Discover now