Capitolo 83- la vera Caccia

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Mi tenevo le mani strette nel grembo. Sentivo i polpastrelli ancora bruciare e il dolore non accennava a diminuire.
-"Non abbiamo niente di cui parlare, se non erro"
Dissi, sentendo un brivido freddo lungo la schiena, seguito da una piccola pressione sulla tempia destra.
Caterina dovette rendersene conto, e sorrise del suo operato. Mi morsi l'interno della guancia per non darle soddisfazione.
-"No. Su questo hai ragione. Di certo non ho intenzione di discutere di etica con te"
-"Etica?"- sorrisi stupita-" quella parola che esce dalla bocca di una strega nera fa quasi ridere"
Nei suoi occhi vidi ostilitá.
-"Voi finte bianche vi nascondete dietro la legge del tre, troppo spaventate dalle conseguenze dei vostri poteri. Noi della Unseelie, almeno, li accettiamo"
-"VOI? La Unseelie non accetta streghe, ma solo esseri fatati di altre dimensioni. Per loro voi siete solo piccoli umani che cercano di imitare i loro poteri credendovi potenti e al di sopra della Legge-"
Sputó in terra schifata.
-" La Legge-"ripetè quasi vomitando la parola sul tavolo-" quella che voi dite di chiamare cosí, non è altro che una catena attorno al collo stretta a misura per tenerci sotto controllo. La chiesa, il Consiglio hanno solo paura di noi e di quello che possiamo fare. E noi non sottostiamo alle loro regole, regole create da chi ci ha voluto distruggere per secoli"
-" E credi forse che occhio per occhio porti giustizia? Fidati non sei la prima strega nera che sento fare questi discorsi rivoluzionari insensati e so come ti senti, ma la vendetta contro gli umani e il potere non porta da nessuna parte."
-" Ah giá, dimenticavo. Ma è ironico detto da chi era imparentato con la più grande strega nera mai esistita"
-"Io ho fatto la mia scelta.-" mi poggiai comoda sullo schienale-" e non ho intenzione di tornare indietro."
-" Lo stesso, come puoi inmaginare, vale anche per me"
-"Non credo che tu sappia cosa stai facendo, nè che tu mi abbia portata qui per discutere di questo"
Rise scuotendo la testa incredula portandosi in modo drammatico le mani al petto.
-"Quasi stupita."
-"L'ironia non si addice al tuo viso"
-" E a te non si addice la finta bontá..."- si sporse in avanti -" visto che sei qui per avvicinare il mio Re. É anche il tuo, se non sbaglio"
Trattenni il fiato prima di espirare lentamente. Aveva ragione. In teoria stavamo parlando del mio re sin da quando ero diventata una vampira. Ma io avevo qualcosa che mi permetteva di fuggire dalla sua influenza, ero per metá umana e strega. Ero qualcosa che comprendeva ancora la differenza tra bene e male, tra luce e tenebra, tra ordine e chaos. Lui rappresentava tutto il chaos che la mia famiglia aveva dovuto vivere.
-"Quanto odio in una sola espressione"

La voce vellutata giunse dalla porta sulla quale però non vedevo nessuno. Solo dopo qualche secondo comparve nel suo abito blu il Re, o Imperatore, come preferiva farsi chiamare. Adesso il suo completo era aperto sul petto di qualche bottone lasciando intravedere la pelle bianca come quella delle statue, e i riccioli prima ordinati erano ora ribelli.
Mi si avvicinó.
-" Esci"- ordinó a Caterina.
Vidi lo stupore sul suo viso, tentata dal restare e disubbidire, prima di stringere con forza il suo vestito ed alzarsi con un inchino. Si chiuse la porta dietro con il minimo rumore lasciandoci soli.
Mi guardó le mani.
-"Permette"
Mi porse le sue mani, io ritirai le mie. Sorrise debolmente, prima di sedersi al posto di Caterina davanti a me.
-"Conversazione infuocata, la vostra. É stato... interessante sentirvi parlare e capire il suo punto di vista"
-" Lieta di averla intrattenuta"
-"Molto più di questo in realtá. Ma una cosa non mi é chiara, Signorina Adéle"
Si sporse in avanti posando i gomiti sulle ginocchia.
-"Parla della Unseelie e di tutto ció che non è umano come se non le appartenesse. Ma anche lei ne fa parte, di questo mondo intendo. Da cosa deriva questo suo odio verso sé stessa?"
Mi sentii punta sul vivo. Io non ero come loro.
-" Io non sono come voi"
Rise, mostrando i suoi canini.
Si alzó, chinandosi su di me, le mani sui braccioli della poltrona. I suoi riccioli biondi scivolarono sul suo sguardo. Mi spinsi indietro nello schienale cercando, inutilmente, di creare distanza. Mi sentii come in trappola. Una preda tremante.
Non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi. Una linea fredda di sudore mi scivoló dal collo alla schiena; la temperatura della stanza sembrava improvvisamente essersi abbassata.
-" Ma tu SEI come noi. Noi siamo mostri. I mostri che vivono negli incubi degli umani, siamo le loro ombre, le loro paure. Siamo coloro che minacciano le loro vite. Siamo noi, i veri cacciatori. I mostri sotto il letto che li fanno tremare. "
Con un dito affusolato percorse il profilo del mio viso dall'orecchio, lungo la mandibola fino al mento.
Deglutii.
-" Io non mi nutro di umani. E non uccido i miei simili"
Sibilai, i miei occhi rossi come il sole al tramonto.
Qualcosa scattó nel suo sguardo.
-" Credo di non seguirla più, signorina-"
-"Sa anche troppo bene di cosa sto parlando. Lei ha ucciso mio padre, e ha ucciso tutti gli umani che hanno incrociato il suo cammino. Ha violato gli Accordi, La Legge"
Mi prese con forza il mento, studiando il mio viso.
Alla ricerca di qualcosa, alla fine sgranó gli occhi, e mi lasció andare.
-" Allora sei qui per questo, vendetta"
Sembrava divertito e stupito allo stesso tempo, mentre varie emozioni si susseguivano sul suo viso.
-"Una vendetta personale, oh, finalmente questo lo posso capire. Allora siamo piú simili di quello che pensavo"
-" Io non-"
-"Si invece. Sei come me. Solo che ancora non lo hai realizzato. E anche io cerco vendetta. "
Non capivo.
-"Perché mio padre l'ha scoper-"
-"Oh no, no no no"- scoppió a ridere tirando indietro la testa.-" ancora non hai capito vero?"
Sentivo il cuore battere nel petto, non riuscivo a seguire il discorso.
-"Allora ti spiegherò io. Ti condurró, sul battito del tuo cuore, verso la vera Caccia"

Si avvicinó, e si inginocchió davanti a me. Le sue mani fredde scivolarono sulle mie braccia scendendo dalle spalle in una carezza gelata; la sua voce come una nenia d'altri tempi.
-" La mia è forse presunzione, ma segua la mia veritá gentilmente. Le chiedo questo sforzo. Qualche mese fa, supponiamo, qualcuno di sconosciuto è giunto a voi. Cercando aiuto. Ferito, affamato. Debole. Un vampiro"
Un volto mi venne alla mente.
-" Un piccolo insignificante vampiro che vi ha raccontato una storia interessante. Che vi ha chiesto aiuto in cambio di informazioni. Le suona familiare?"
Deglutii. Troppo. I pezzi del puzzle nella mia testa si incastrarono finalmente del tutto.
Sorrise notando la mia espressione, prima di assumere un'aria dispiaciuta. Mi accarezzó i capelli.
-" Mio cugino,sa essere convincente vero? Non ha mai saputo controllarsi del tutto. È sempre stato un piantagrane. Il richiamo del sangue per lui era sempre troppo forte. Era lui che vostro padre aveva scoperto. Lo avevo chiesto io, cercavo prove. Ma come sapete, è morto. Purtroppo prima di consegnarmele"

Il mio cuore batteva nel petto. L'agitazione nello stomaco e nelle vene.
-"Non è vero"
-" Si invece. Avete sempre avuto chi cercavate sotto il vostro naso. Qualcosa vi deve aver detto, qualcosa di importante, che vi ha spinto a venire fin qui. Riflettete"
Ma più pensavo, piú vedevo rosso. No. Era una bugia.
-" Non vi credo"- lo guardai digrignando i denti.
-" Lo farete. Cosa vi ha detto, che vi ha spinta a venire qui, in una missione suicida, senza la protezione del vostro fiancéé?"
Nella mia testa ripetevo le sue parole come una cantilena, ricordando.
-"Non mi costringa ad incantarla, Adéle.."
Qualcosa nel modo in cui mi fissava non mi fece dubitare delle sue intenzioni. Se fosse stato necessario, lo avrebbe fatto.
-"... est... mi ha detto di andare ad est del palazzo..."
Annuí soddisfatto. Con uno schiocco delle sue dita la porta di spalancó, e Caterina entró guardandosi attorno per vedere se era tutto in ordine.
Lui mi porse una mano per farmi alzare.
-" Direi di andare ad est, e di scoprire cosa c'è di cosí importante che voleva farvi vedere"

Contemplai la sua mano. Dovevo vedere con i miei occhi. E se fosse stato un inganno... lo avrei ucciso. Cosí la afferrai.

The Coven - Born Witch (Nata Strega) Where stories live. Discover now