Capitolo 92- Pesca grossa

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Il vento sulla scogliera soffiava talmente forte da farmi finire i capelli negli occhi. Distrattamente e anche un pó infastidita me li portai dietro l'orecchio, nel vano tentativo di tenerli in ordine.
-"Sei convinta?"
Namel accanto a me mi prese la mano. Io guardai sotto di me, il mare.
-"Si dai. Mi sono già gettata una volta, non dovrebbe essere male la seconda"- cercai di sdrammatizzare, ma dal suo sguardo dedussi di aver ottenuto l'effetto opposto.
-"Non me lo ricordare"
Fece un ghigno triste.
-"Tranquillo, stavolta so dove cadere"
Mi strinse la mano forte un'ultima volta prima di lasciarla andare.
Mi girai verso Somir.
-" Vedi di tenere sott'occhio la situazione tu, e fammi sapere come proseguono le ricerche"
-"Da quando mi comandi!?"-incroció le braccia e mi riservó uno sguardo risentito.
-"Da quando sono la donna di casa"
Gli mostrai l'anello.
-"Sbruffona"
Presi un profondo respiro, mi voltai e mi gettai.

L'attimo in aria parve durare un eternitá e fu breve allo stesso tempo: il nulla. Solo il vento nelle orecchie, il corpo in caduta libera.
Poi caddi nell'acqua con un tonfo sordo che mi rimbombó nelle orecchie. Il gelo mi schiaffeggió sulla pelle, levandomi il respiro.
Dopo alcuni secondi nel nulla totale, aprii gli occhi.
Le onde scuotevano il mondo attorno e sotto di me, semi avvolto nell' oscuritá.
Mi misi a nuotare. Da umana non era facile. Non avevo la forza, la resistenza, la vista. Ogni onda sembrava spingermi al punto di partenza. Sentivo i polmoni iniziare a bruciare per la mancanza d'aria.
Un'onda improvvisa mi spinse sotto. Riuscii a trattenere il fiato. Provai a risalire ma ancora la forte risacca mi spinse sotto con forza. Mi raggomitolai aspettando il colpo contro le rocce.
Qualcosa di caldo invece mi avvolse.
Attorno a me, come un vortice, l'acqua cominció a sparire, e una strana bolla d'aria mi accerchió. Quando l'acqua sparí sotto il mio naso presi un boccata improvvisa d'aria che mi brució la gola.
Rimasi carponi nella bolla a riprendere fiato, tossendo, i capelli appiccicati sul viso. Isolata dal mare stesso in quella specie di rifugio momentaneo. Non ero, con mio rammarico, stata io.
Un verso in sottofondo seguito da una cantilena mi spinse a voltarmi.
Vidi arrivare prima i tridenti che le sirene con una velocitá serpentina, totalmente immuni alla forza delle onde. Tra di loro, c'era ovviamente il loro capo dai capelli rossi. Era difficile scordarsi di lei. E come poteva lei essersi scordata di me?
-"A quanto pare oggi, pesca grossa"-disse in modo ironico con una punta di aciditá.
Sperare di essere accolta a braccia aperte come la figliol prodiga che fa ritorno era evidentemente pretendere troppo, vista la mia lunga assenza dal mare.
E nei suoi occhi, mi sembrava solo di leggere un'emozione: sfida e rabbia.

The Coven - Born Witch (Nata Strega) Where stories live. Discover now