Capitolo 82- Parlare

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Deglutii. Il respiro freddo sul mio collo mi provocó brividi fino alla punta delle dita dei piedi.
-"Non so di cosa state parlando"
Mentii.
Lui si avvicinó ancora. Potevo quasi sentire la sua pelle sfiorare quella della mia guancia. Resistetti all'impulso di scansarmi e scattare indietro. Era come se la stanza fosse sparita.
-" Se preferisce giocare non ho problemi. Ma le conviene ricordare che ho almeno mille anni in più di esperienza"

Si allontanó di scatto. Il sorriso stampato sul suo volto. Provai a voltarmi ma il mio occhio destro improvvisamente sembrava bruciare e non smetteva di accumulare lacrime che non cadevano. Una fitta forte alla tempia. Il malocchio. Lo avrei riconosciuto ovunque. Chi poteva lanciarmi qualcosa di simile in quel momento. Una lacrima cadde silenziosa dalle mie ciglia scivolando sulla guancia. L'asciugai subito con il dorso della mano. Mi guardai attorno.
Kelpie mi guardava ad occhi sgranati, cercando una qualche conferma nel mio sguardo. Ma io non cercavo lui. Poi la vidi. La strega nera del sovrano.

Guardandola mi tornó alla mente la frase 'se gli sguardi potessero uccidere'. Dietro di me il re schioccó le dita e come se si fosse risvegliata da una trance lei distolse lo sguardo. Sentii un peso sollevarsi dal petto. Ma l'occhio bruciava ancora leggermente.
Con un cenno della mano il re chiamó un servitore.
-" Preparate una stanza vicino alle mie. La signorina Adéle dormirá qui dopo il ballo"
Mi voltai di scatto tenendomi con forza alla sedia.
Lui mi guardó sorridendo.
-"Le ci vorrá calma e pace per rimuoverlo"
Che lo avesse programmato lui? No, non era possibile. Come poteva aver chiesto alla sua strega di lanciare il malocchio senza muoversi da lí? Non lo avevo nemmeno sentito bisbigliare.
Mi morsi l'interno della guancia.
-"E poi"-continuó-" io e lei dobbiamo ancora finire di parlare"
Dovevo trovare una scusa per non restare bloccata lí.
-" Sono venuta con un accompagnatore"
-" Lo so. Ma credo che il suo fiancèè apprezzerá sapere dove si trova, visto che non tornerà a casa"
Le sue parole mi entrarono sotto pelle come spilli. Un servitore mi prese per un braccio costringendomi ad alzarmi. Sentii Kelpie chiamare il mio nome e vidi con la coda dell'occhio che delle guardie Imperiali lo spingevano fuori. Poi, scomparve dalla mia vista mentre mi trascinavano via.

I corridoi del castello erano più luminosi di quello che mi aspettavo. Dietro di me due guardie Imperiali controllavano che non mi dessi alla fuga mentre due servitori mi spingevano con loro. Non c'era bisogno di essere gentili. Era ovvio che fossi una prigioniera... o qualcosa di simile. Salimmo due rampe di scale finendo davanti una porta alta e rossa decorata da rampicanti. Una guardia bussó tre volte e i rampicanti si snodarono su di essa producendo un sibilo nell'aria. Sentivo il cuore a mille e provavo a fingere contegno allo stesso tempo. Ritirati, i rami secchi lasciarono spazio a rose intagliate che ruotarono su sé stesse aprendosi. E con esse si aprí la porta.
Venni spinta lungo quel nuovo corridoio decorato da un pavimento lucido bianco e mobilia dorata. Su una porta comparve scritto il mio nome. Venni spinta e mi chiusero dentro.

Non mi concentrai sulla stanza. Non mi interessava quanto fosse riccamente decorato il letto o i quadri preziosi alle pareti. Vidi una finestra. Mi ci buttai contro per vedere fuori ma come posai le mani sul vetro mi ustionai le dita. Mi ritirai gemendo. I miei polpastrelli erano rossi e brucianti. Sentii la voce di Kelpie da fuori. Mi avvicinai di nuovo cercando di non sfiorare quella che era evidentemente una barriera.
Lo vidi mentre lo spingevano lungo la strada che avevamo fatto all'andata. Almeno lui era fuori da quel casino.

Sentii la porta sbattere dietro di me. Mi voltai di scatto. Ma mi trovai davanti qualcuno che non mi aspettavo.
-"Caterina"
La strega sorrise, mettendosi a sedere su una poltrona.
-"Sai già il mio nome. Bene. Questo rende tutto più facile"
Sorrisi acida.
-"Ha mandato te a fare il lavoro sporco vedo"
Mi guardó sorpresa per un secondo per poi scuotere la testa.
-"Tanto potere in una mente tanto giovane. Quasi ti invidio. Peccato per la tua stupiditá"
Mi invitó a sedermi con un gesto della mano.
Senza staccarle gli occhi di dosso mi sedetti davanti a lei su un'altra poltrona.
-"Bene. E adesso!?"
Domandai. Caterina divenne seria.
-"Adesso parliamo "

The Coven - Born Witch (Nata Strega) Where stories live. Discover now