Capitolo 46

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La tazza di té fumante davanti a me sarebbe dovuta servire in teoria a tranquillizzarmi, ma la tempesta che aveva colpito Alv Adastaer in realtà mostrava chiaramente che non stava funzionando. Namel continuava a guardare fuori dalla finestra, e solo ogni tanto volgeva lo sguardo verso di me. Non mi aveva lasciata sola nemmeno una volta da quando...beh, da quando era successo tutto quanto.
Sapevamo che un'esplosione di poteri come quella non sarebbe passata inosservata e che presto i Cacciatori sarebbero venuti a chiedere spiegazioni.

-"Namel cosa facciamo?"

Si avvicinó a me con il suo solito passo calmo, e rassicurante mi posó la mano sulla testa, per poi sedersi sulla poltrona accanto alla mia.

-"niente. Assolutamente niente"

-" verranno a chiedere spiegazioni. Quelli del Consiglio ne vorranno altre. Mi sento come se fossi circondata da creature spazzine, pronte a prendersi un pezzo di me ad ogni passo falso che commetto"

Namel prese la teiera e si versó una tazza di té, cosa rara per lui. Lo faceva per me per farmi sentire a mio agio, perció apprezzavo lo sforzo.

-"allora sai come mi sono sentito io per tutta la vita"

Mi confessó con un sorriso mesto.
Lo osservai. In quel momento mi parve cosí stranamente fragile. Silenziosamente mi alzai e mi sedetti sulle sue ginocchia, abbracciandolo. Forse non se lo aspettava, perché lo sentii irrigidirsi quando poggiai la testa nell'incavo del suo collo.

-"come hai fatto a reggere fino ad ora a questa pressione? Come hai fatto a non impazzire?"

Posó la tazza sul porta vivande accanto alla poltrona. La tempesta fuori infuriava ancora, con lampi a squarciare il cielo e ancora non sapevo se si trattasse di me o di Kelpie a scatenare quel chaos.

-" ci sono andato vicino in realtà. Ma tuo padre mi ha salvato, mostrandomi che c'erano altri come me che desideravano essere liberi, che credevano in una possibilitá. Sono sopravvissuto per gli altri, per questo posto"

La Villa era stata il suo sogno, e forse per causa mia avrebbe perso tutto.

-" mi dispiace tanto. Sarebbe stato meglio se tu mi avessi lasciata nelle mani delle streghe nere ai suoi tempi"

Namel sospiró e mi abbracció posando una mano sulla mia spalla.

-" mai. Sarei comunque venuto da te prima o poi. Lo sai"

Per alcuni secondi mi limitai a guardare nel vuoto, riflettendo. Realizzando e concretizzando le mie emozioni.

-"Namel?"

-"mh?"

-"ho paura. Paura di non riuscire a controllarmi...qualunque cosa io abbia scatenato"

-"Adéle i tuoi poteri sono un dono. Lo so che ora ti spaventano, li temi. Li senti indomabili. Se ricordi ti sentivi cosí anche all'inizio quando hai scoperto di essere una strega"

-"si ma non bruciavo la gente solo sfiorandola"

-"ti insegneró a controllarlo. "

-"se solo bastasse...mi manca mia nonna, la Coven, mia madre. Non credo di farcela senza di loro"
Mi nascosi tra le sue braccia.

-"cercherò di portarle qui, anche se non sará facile. Far avvicinare delle streghe alla Villa potrebbe essere un gesto frainteso dai Cacciatori e dal Consiglio. Potrebbero pensare ad una coalizione contro di loro"

Perché doveva essere tutto cosí complicato?

-"Adesso peró dobbiamo andare"

Mi disse, alzandosi sollevandomi con lui e posandomi a terra.

-" dove andiamo?"

-" nelle segrete"

-"perché?!"

Non capivo cosa avremmo dovuto fare lá sotto quando avevamo problemi più grandi di noi da risolvere. Perché perdere tempo?

-" perché dobbiamo parlare con il prigioniero. Credo sappia qualcosa, ma a me non dirá niente"

-"non credo parlerá con me. Ricordi cosa mi ha fatto?"

-"lo so. Ma dobbiamo tentare. Credo che stia aspettando solo di confessare qualcosa... qualunque cosa sia."

Mi limitai ad annuire.

Al momento ogni informazione sarebbe tornata utile. Ogni vantaggio sui nemici vitale per salvare questo posto: il sogno di Namel...e di mio padre.

The Coven - Born Witch (Nata Strega) Where stories live. Discover now