53rd Chapter

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53.

Le condizioni di Louis erano stabili, sarebbe uscito dall’ospedale di lì a pochi giorni, eppure Alison piangeva come se fosse passato a miglior vita.

Come aveva potuto permettere che una cosa del genere succedesse? Si sentiva un  mostro, e in effetti, lo era.

Harry le aveva detto di non precipitarsi subito a Londra, che non lo avrebbe aiutato. Ma doveva andare, il suo cuore gliel’ordinava.

Alzò lo sguardo verso il camino di fronte al divano dov'era seduta , nonostante la sua vista fosse appannata a causa delle lacrime.

Il suo Louis aveva tentato il suicidio per colpa sua, come aveva potuto essere così stronza?

Il suo senso di colpa stava mangiando ogni parte di sé.

Doveva andare lì, doveva baciarlo, ripetergli che l’amava, anche se sapeva che non sarebbe stato abbastanza.

Girò lo sguardo verso il tavolo della cucina: lo spettacolo!

Il Curtain Teatre era gremito di persone come nei tempi d’oro, tutti curiosi di vedere come il rilancio della compagnia del celeberrimo Harry Styles potesse apparire anni ed anni dopo.

Ogni tanto il riccio si vedeva spuntare da dietro il sipario rosso: era nervoso, su quello non c’erano dubbi.

Torturandosi le mani si assicurava che andasse tutto per il verso giusto: girava per i posti a sedere ed i balconi più importante, chiedendo se lo champagne servito fosse a sufficienza e se le luci fossero moderatamente soffuse.

Al contrario, un Louis indifferente sedeva sulla postazione trucco: nessuna emozione si celava dai suoi occhi.

Non voleva che quella serata finisse: dopo quello, non avrebbe avuto nessun altro motivo per andare avanti.

Fece ancora un’altra smorfia infastidita all’ennesima passata di cipria sul suo viso: quella polvere lo faceva starnutire tremendamente.

“Credo possa bastare” Gli sorrise la truccatrice, odiava come tutti lo guardassero con compassione dopo quell’episodio.

“Fra venti minuti in scena” urlò la voce di qualcuno.

Louis si guardò allo specchio, Harry comparse dietro di lui. Si guardarono attentamente dal riflesso dello specchio. Le luci gialle risaltavano i toni della loro pelle, opache grazie alla cipria. I loro occhi riuscivano a comunicare silenziosamente.

“Che lo spettacolo abbia inizio”

Alison era in un tremendo ritardo, non appena il taxi accostò davanti al teatro schizzò fuori, tenendo lo strascico del suo vestito con una mano e con l’altra tenendo stretto il biglietto.

La sua acconciatura era ormai ceduta, si appoggiò al botteghino con il fiatone.

“Signorina ormai lo spettacolo sta per finire”

“La prego mi faccia entrare”

“Mi è impossibile signorina”

“Lei non capisce, io devo entrare assolutamente” Lo sguardo di Alison si fissò in quello del signore della biglietteria, sentiva i suoi occhi diventare sempre più lucidi.

“Lascia le mie mani e sarò libero” recitò Louis, guardando Harry con uno degli sguardi più sinceri che potesse mai esprimere. Davanti ai suoi occhi si materializzò una Alison sorridente al posto del ragazzo, non in quel momento, non sul palco!

“Insegui ciò che ti suggerisce il cuore e non la testa” ribattè il riccio, stringendogli ulteriormente le mani. Si girò verso il pubblico davanti a sé, continuando il suo monologo e controllando involontariamente chi ci fosse in sala. Quando vide sul fondo Alison il suo sguardo sfociò in un sorriso.

“Guarda davanti a te vecchio mio!” esclamò, cercando di portare lo sguardo del ragazzo in direzione di Alison, in piedi in mezzo al pubblico.

Louis non capiva cosa Harry stesse facendo: non era da lui cambiare le battute all’ultimo minuto.

Tenne comunque il gioco, girandosi nella sua stessa direzione.

Più avanti vide una figura familiare: questa volta era sicuro non fosse frutto della sua immaginazione.

Istintivamente saltò dal palco: gli spettatori in prima fila sembravano piacevolmente sorpresi dalla sua uscita di scena così brusca e repentina.

Harry dietro di lui continuava a dire frasi alla quale il pubblico non prestava tanta attenzione: tutti gli occhi erano puntati su di Louis: ipnotizzato verso un punto preciso della sala.

“Oh, fantasmi del passato” recitò “Se solo mi mostraste i miei ricordi più belli”

Alison si avvicinò, quasi intimorita di incontrare il suo sguardo da vicino ancora una volta.

Lasciò il suo strascico dalla mano, camminò lentamente verso di lui con un lieve sorriso sulle labbra.

“Se solo mi faceste ricordare per cosa valga la pena di tanto rischio” continuò.

Quando furono abbastanza vicini poggiò entrambi le mani sulle guance della ragazza.

“Se solo potessimo scordarci di tutte le insidie e le bugie” sussurrò con poco fiato, prima di baciarla.

I suoi ricordi furono come un vortice, il suono della sua risata e delle prime frasi che gli aveva rivolto rimbombavano nella sua mente.

“Non devi essere così pessimista”

“Abbiamo superato anche questa Lou”

 Voglio che tu cacci fuori tutto quello che hai dentro con questa canzone, me lo prometti?”

“Louis Tomlinson, Ti amo”

Fra uno scroscio di applausi, si rese conto di quanto anche lei avesse sofferto la sua lontananza. Ricordò tutte le emozioni, i sorrisi e gli sgurdi.

Erano due pezzi dello stesso puzzle destinati a stare insieme, la combinazione perfetta per aprire entrambi i loro cuori. Quel bacio era stato passionale, aldilà di qualsiasi confine del tempo.

Perché loro sarebbero durati così tanto: aldilà del tempo, aldilà di qualsiasi cosa.


Hello theere!

E' finita.

Davvero, non riusciamo a crederci.

Ci mancheranno così tanto i Lalison.

Volevamo sicuramente ringraziarvi per ogni commento, ogni stellina e ogni consiglio che ci avete lasciato.

Ringraziamo ovviamente anche i lettori silenziosi, sperando che la nostra storia vi sia piaciuta tanto com'è piaciuta a noi.

Prima di salutarvi, volevamo avvisarvi di un'altra, ultima piccola sorpresa.

Però sapete che noi siamo cattivelle quindi...

sapete una cosa? La pubblicheremo domani!

Quindi questo non è affatto un addio, anzi.

Preparatevi.

Per ora vi lasciamo un grosso braccio, salutiamo come si deve Alison e Lou.

Lots of kisses,

Lu e Chiara.

Close As Strangers // Louis Tomlinson FanfictionWhere stories live. Discover now