10th Chapter

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10.

“Cosa!?” quasi urlò, mostrando i suoi occhi chiari iniettati di sangue e di lacrime.

Non ebbe tempo nemmeno di girarsi e di prendere fiato, che sentì un contatto caldo, una pressione piacevole sulle labbra, un odore di vaniglia inebriargli le narici e un brivido lungo la schiena.

Ma come al suo solito, il ragazzo sentì che la ragione doveva prevalere sull’istinto, anche le lacrime lungo le sue guancie rivelavano altro.

Spinse lievemente la ragazza per le braccia, facendo staccare bruscamente le loro labbra.

Alison era rimasta con la bocca lievemente schiusa, immobile, incredula di non esser riuscita nemmeno in quelle circostanze a far andare via il Louis razionale.

“Sei incredibile!” gli urlò contro “Lo vedi? Lo vedi che ti stai facendo risucchiare da una mentalità schifosa?” sbracciò, guardando il ragazzo rimasto con uno sguardo di fuoco.

“Louis” si avvicinò, addolcendo il tono “smettila di essere di pietra, io lo so che non sei così.” Aspettò un attimo, sperando in una risposta.

Girò lo sguardo, individuando il posto in cui aveva lasciato la borsa: “Sai cosa? Forse sto esagerando io, in fondo sono solo una sconosciuta” disse, tirando su con il naso e andando a recuperare a passo svelto la borsa sul pontile.

Senza guardarlo ancora si avviò verso la sua macchina, stringendosi nel cappotto per la frustrazione.

“Sei la sconosciuta più vicina che io abbia mai avuto in tutta la mia vita”

“La mia vita è sempre stata scritta, mio padre ha sempre premeditato tutto sin dalla mia nascita. Io non volevo diventare un avvocato,  non voglio essere costretto ad indossare completi firmati, non voglio semplicemente avere a che fare con loro, che pensano solo alle proprie finanze” gesticolò il ragazzo, per poi riappoggiare le braccia sulle ginocchia. “Ma in qualche modo sono stato risucchiato anche io in questo buco nero da quando… beh, da quando mi sono lasciato con la mia ultima ragazza. Hanno usato la mia debolezza a loro favore, e io li ho lasciati fare. Insomma, credi che io mi diverta ad essere così?”

Louis si girò un’ennesima volta verso la ragazza, che lo ascoltava senza ancora essersi espressa. Una parte di sé già si stava pentendo di essersi aperto così tanto, ma l’altra continuava a ripetergli che era la cosa giusta per trovare una scappatoia dal Louis che era diventato.

La guardava mentre cambiava espressione, mentre con nervosismo giocherellava con le proprie mani.

“Io non ti capisco” sbottò la ragazza, scuotendo la testa “Non vuoi essere come loro ma non fai nulla per cambiarlo! E quando ti si presenta l’occasione la scacci via” sbuffò, mettendo le braccia conserte.

“Se non sai cosa vuoi Louis Tomlinson, allora è meglio che rimani dietro la tua scrivania ad occuparti di amori finiti per il resto della vita”.

Se ne andò, irritata e anche un po’ scossa dalla reazione che aveva avuto, ma senza alcun pentimento.

Sperava che con le cattive maniere Louis si fosse scosso e reso conto che doveva vivere, e doveva smetterla di essere succube delle aspettative degli altri.

Non era un robot.

Louis invece si alzò, e prima di andare via urlò a pieni polmoni come aveva fatto poco prima.

La sua fronte era imperlata di sudore e il suo respiro stava diventando irregolare.

Quella ragazza stava stravolgendo tutta la sua vita e ancora non si era reso conto se in bene o in male.

Close As Strangers // Louis Tomlinson FanfictionWhere stories live. Discover now