9th Chapter

2K 124 1
                                    

9.

La loro vita da quel pomeriggio continuava a scorrere come sempre, Louis con il suo lavoro e Alison fra i suoi articoli da scrivere e qualche gita in campagna, dove si dilettava a fotografare qualsiasi cosa la ispirasse.

Quel sabato mattina, dopo aver ricevuto la chiamata di Stephan che l’avvisava che quella mattina non sarebbe dovuta andare in redazione, aveva deciso di prendere la sua autoritaria e di dirigersi verso un lago che aveva visto qualche giorno prima mentre tornava a casa dopo un lungo pomeriggio di spese.

Pensava che sarebbe stato il posto perfetto per i suoi scatti, fra le ninfee verdi nel laghetto e la verdeggiante flora.

Inoltre c’era un vecchio pontile sulla quale era certa che avrebbe catturato scatti meravigliosi, e non vedeva l’ora di arrivare.

Parcheggiò, e dopo aver preso la sua borsa si assicurò di aver chiuso bene l’auto si catapultò verso quel pontile.

Un lieve venticello le scompigliava i capelli e cominciò ad avvantaggiarsi portandosi la macchinetta vicino al viso, per scattare una panoramica in lontananza.

Non appena catturò la prima foto, andò all’ombra per poterla vedere bene e sorrise vedendo qualcuno sul pontile pronto a lanciare qualcosa nel lago.

Alzò lo sguardo, per riguardare il soggetto, e quando si avvicinò e scoprì di conoscere quella persna non poté fare a meno di sorridere.

“Stupida, stupida famiglia!” mormorò a denti stretti Louis, lasciandosi scappare un lieve grugnito prima di lanciare con rabbia un sasso nel lago di fronte a lui.

Sentiva la rabbia ribollire nelle vene, odiava quando suo padre si immischiava nella sua vita.

Non l’aveva già fatto abbastanza? Perché non si dava pace per una fottuta volta?

Si sedette sul pontile, incrociando le gambe e lasciando che il vento gli portasse via i pensieri.

Guardava di fronte a sé le foglie staccarsi dagli alberi e precipitare in acqua e in quel momento si personificò in esse, sentendosi ormai sull’orlo del baratro.

Abbassò la testa, portandosela fra le mani, scompigliandosi i capelli furiosamente, come una centrifuga.

Sentì un rumore a fianco a lui, sussultò, guardandosi intorno.

Vide due occhi verdi allarmati osservarlo.

“Hey, louis!” le labbra della ragazza sorrisero ma i suoi occhi erano tutt’altro che felici “che succede?” chiese subito dopo, portando la sua mano sulla schiena lievemente incurvata del ragazzo.

Il vento aumentò velocità, portando i capelli dei due ovunque volessero.

“Niente, sta tranquilla!” scattò in piedi il ragazzo non appena percepì il contatto caldo della ragazza sulla sua schiena.

“So che un buon modo per scaricare la rabbia è urlare” si alzò anche Alison “proprio così”

La ragazza porto entrambi le mani davanti la sua bocca, per far si che il suo urlo fosse stato ancora più acuto, prima di lanciare un urlo a pieni polmoni contro il paesaggio davanti a sé.

Riportò le sue braccia lungo il suo corpo e sorrise non appena sentì il suo urlo ripetersi grazie all’eco.

“Forza, tocca a te” lo incitò.

Louis la guardò, consapevole che con questo urlo le avrebbe mostrato la sua parte più vulnerabile.

Strinse i pugni per poi imitarla, urlando come mai aveva fatto in vita sua.

Alison si zittì, Louis invece chiuse gli occhi, girando le spalle alla ragazza, con la testa bassa.

Ora il ragazzo voleva solo scappare via, scappare dal suo sguardo, scappare da quegli occhi che lo scrutavano attenta.

Aumentò il passo, si sentì seguito.

“Louis! Louis! Aspetta!”

Close As Strangers // Louis Tomlinson FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora