33rd Chapter

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33.

“Lou sono qui, va tutto bene” Alison gli sussurò, stringendolo a sé lasciando che la sua testa fosse fra le sue braccia. Sapeva che ora era l’unica cosa di cui lui avesse bisogno e non aveva intenzione di aggiungere altro. Infondo, cosa avrebbe potuto dirgli? L’unica cosa che le era possibile era sostenerlo per aiutarlo a galleggiare, senza lasciarlo sprofondare nei suoi pensieri, non un’altra volta.

Se solo ripensava alla prima volta che si erano parlati le veniva la pelle d’oca: e se quel Louis fosse ritornato? Non doveva affatto permetterlo, doveva pian piano scacciare via quella parte di lui che ogni volta si prendeva gioco di entrambi.

La ragazza sentì la sua maglietta umida, intuì che Louis stesse piangendo.

Gli carezzò più volte la schiena, come per dirgli che ora c’era lei e che era tutto passato,poteva sfogarsi in qualsiasi modo volesse.

Più Louis emetteva singhiozzi più la rabbia verso quella ragazza aumentava.

Le si stringeva il cuore a vedere il suo ragazzo distrutto in quel modo per una donna spregevole come quella.

“Lou” lo richiamò, ma servì a poco.

Si scostò lievemente, così da attirare l’attenzione del ragazzo “Amore, guardami” quasi lo implorò.

Louis tirò su con il naso, ma poi puntò i suoi occhi iniettati di lacrime verso la ragazza.

Era così bella, si chiedeva per quale motivo perdesse tanto tempo con lui e i suoi molteplici problemi.

“Abbiamo superato anche questa Lou” Il tono della ragazza era fiducioso, si bagnò le labbra prima di continuare “Guardaci: stiamo ancora qui io e te, contro il mondo” sorrise debolmente per poi portare una mano sulla sua “E non potrei mai essere tanto fiera di te come lo sono adesso.”

Louis non replicò, o meglio, schiuse la bocca ma non emise alcun suono.

Si stropicciò gli occhi prima di scuotersi i capelli e prendere per il volto la sua ragazza, baciandola con le guancie umide e le labbra piene e salate.

Era come un modo per ringraziarla silenziosamente, e Alison lo capì, poiché non fece che rispondere con altri baci a stampo, susseguiti da il solito sorriso che faceva rasserenare sempre di più l’animo di Louis.

La ragazza si alzò dalla panchina, sistemandosi per pochi secondi il cappotto e allungando la mano verso il suo ragazzo.

“Che dici, ti va un thè? Conosco un posto interessante dove potremmo berne uno paradisiaco”

“Non capisco, perché mi hai portato qui? Non mi pare un posto in cui prendere il thè delle cinque” Il ragazzo si guardò intorno, osservando il locale apparentemente vintage ma davvero troppo oscuro per i suoi gusti.

Raggiunse Alison su un divanetto, circondando le sue spalle con il braccio.

“Ops, credo tu abbia scoperto la sorpresa”

“Che sorpresa?” le chiese, vide un sorrisone spuntare sul volto della ragazza e qualche timoroso presentimento si sparse per la sua mente.

“Louis Tomlinson, spero che tu non abbia mal di gola perché il prossimo a cantare sei proprio tu” Alison girò su sé stessa, come una bambina un po’ buffa.

Louis sorrise per il suo comportamento, ma poi non potè fare a meno che innervosirsi

“Cosa? Tu piccola calcolatrice!” sbeffeggiò, circondando il suo corpo con le braccia e poggiando il mento sulla sua testa.

Entrambi dondolavano a tempo della canzone di Keane che una cover band stava cantando, e il battito del cuore di Louis non faceva altro che accelerare sapendo che il prossimo a cantare sarebbe stato lui.

“Lou” Alison si girò bruscamente, prendendogli le mani “Voglio che tu cacci fuori tutto quello che hai dentro con questa canzone, me lo prometti?” Louis fissava i suoi occhi verdi, così seri e così lucidi. Le annuì prima di allontanarsi da lei e avvicinarsi al palco.

Raggomitolò le maniche della sua camicia blu fino al gomiti, e decise di slacciare anche i primi due bottoni del colletto.

Si girò per qualche istante e vide Alison fissare ogni sua mossa, la vedeva leggermente preoccupata, ma sapeva che tifava per lui.

Vide lo sguardo della maggioranza dei clienti del locale puntarsi su di lui: magari si chiedevano chi fosse quel tizio vestito tanto elegante e cosa ci facesse in un locale come quello.

Abbassò il microfono alla sua altezza e cercò ancora una volta lo sguardo di Alison come incoraggiamento, sorrise quando la vide improvvisare una smorfia.

“Ehm…” cominciò, portando le mani sulla chitarra “Questo pomeriggio canterò “Don’t let me go” di un cantautore abbastanza celebre che credo conosciate tutti” la sua voce era tremolante e prese un grosso respiro prima di iniziare.

Non appena iniziò a suonare e a interpretare la prima strofa alcune lacrime gli solcarono nuovamente le guancie, socchiuse gli occhi per impedire di uscire ancora.

Sorrise, continuando.

Le corde vibravano sotto il suo tocco e ad ogni parola scandita produceva immagini di lui e Alison nella sua mente. Tanti piccoli flash che gli fecero rendere conto, in un modo che solo cantando poteva far intendere, che l’amava.

L’amava più di qualsiasi altra cosa.

Hello everybodyyy!

Siamo così emozionate, non vediamo l'ora di pubblicare ciò che stiamo scrivendo in questi giorni!

Ma torniamo a questo capitolo, sono o non sono dolcissimi?

Intingiamoli nel caffè!

Fateci sapere ciò che pensate su questo capitolo, siamo curiose!

We love yoou

Lucrezia e Chiara

Close As Strangers // Louis Tomlinson FanfictionWhere stories live. Discover now