capitolo ventiquattro

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she could kill you
with a wink of
her eye.

A Hogwarts erano finalmente arrivate le vacanze di Pasqua; Rebekah si era ripresa del tutto e non aveva avuto più momenti di rabbia elevata; passava gran parte delle sue giornate o con Draco o con Harry a parlare delle lezioni, del quidditch o di qualunque altra cosa riuscisse a catturare la loro attenzione.
Molti studenti, invece, passavano quelle giornate a scherzare, a godersi quegli ultimi mesi prima della fine della scuola, tranne chi avrebbe dovuto affrontare gli esami alla fine dell'anno.
Infatti, altri, come Hermione e Harry (quando non passava del tempo con Rebekah), passavano interi pomeriggi con la testa china sui libri. Potter aveva avuto il colloquio con la McGranitt, e Rebekah ci aveva visto bene riguardo le sue aspirazioni; il giovane ragazzo sarebbe voluto diventare un auror, (gli Auror sono membri del Ministero della Magia che combattono le Arti Oscure e i suoi sostenitori) una cosa che la Umbridge disapprovava assolutamente; ma che, spronò Harry a dare il meglio di sé in quelle ultime sei settimane, prima degli esami.

Altri invece approfittavano delle vacanze per rilassarsi, sempre con la testa tra le nuvole e mai sui libri; passavano interi pomeriggi a fare il bagno nelle acque del lago nero; altri andavano a Hogsmeade, che era stata ricostruita del tutto e i negozi avevano bisogno di ricominciare a vendere i loro prodotti, ma nonostante ciò gli alunni venivano sempre scortati dai professori, paurosi che potesse accadere un altro terribile episodio per mano del signore oscuro.

Quella mattina Rebekah camminava con il libro di difesa contro le arti oscure stretto tra le braccia; ultimamente in infermeria non aveva mangiato molto e il suo corpo ne stava risentendo molto. Ma aveva sempre troppo a cui pensare per concentrarsi sul suo aspetto fisico. In quel momento, ad esempio, stava andando a sostenere il colloquio con Piton, che avrebbe dovuto indirizzarla verso un futuro lavorativo.
«Rebe!» esclamò una voce a lei familiare, facendola sobbalzare sul posto.
La ragazza si girò di scatto, facendo svolazzare i suoi lunghi, scintillanti capelli neri.
«Harry» ricambiò la ragazza, sorridendo.
«Stai andando dal professor Piton?» chiese il ragazzo, notando il suo nervosismo. La ragazza annuì dopo avergli lasciato un dolce bacio sulla guancia e il fratello si offrì di accompagnarla; le disse che l'avrebbe aspettata fuori dall'aula di pozioni perché doveva parlarle di una cosa importante.

Rebekah fu ancora più scossa da quella notizia, ma nonostante ciò cercò di non pensarci al momento del colloquio, e quando fu detto il suo nome entrò nell'ufficio del padre.
Cosa doveva dirle Harry? Aveva scoperto qualcosa? No, era impossibile. Non sarebbe stato così calmo se avesse sospettato qualcosa; o forse sì? In fondo non lo conosceva così tanto bene, però non avrebbe mai potuto sospettare qualcosa.

A risvegliarla dai suoi pensieri, fu un'occhiataccia torva che le fu lanciata dalla Umbridge non appena Rebekah entrò nell'aula di pozioni; la preside di Hogwarts stava seduta lì, in fondo all'aula, che li fissava con la sua tavoletta in mano.
La giovane serpeverde, lì saluto educatamente e si sedette di fronte a suo padre.
«Bene Rebekah... sai già che lavoro vorrai-»
«Credo abbia poche possibilità» lo interruppe la Umbridge, che aveva chiaramente capito che quel giorno Draco aveva solo cercato di coprirla e che non era davvero dalla loro parte.
Non mi sono neanche seduta e già inizia a parlare?
Pensò Rebekah mentre rivolgeva l'attenzione a Piton.
«Sì, signore» mormorò Rebekah, ignorando quella che doveva essere la preside di Hogwarts «credo che mi piacerebbe... insegnare»
Piton sembrò sorpreso da quella sua affermazione, la ragazza aveva sempre avuto un debole per il mondo babbano. Sempre affascinata da tutto ciò che facevano, completamente diverso dal mondo dei maghi... il suo sogno, era sempre stato vivere tra i babbani, essere una ragazza normale. E adesso voleva persino insegnare in una scuola di magia?
«Signorina, sa già che materia le piacerebbe insegnare?»
Rebekah sospirò sonoramente.
«Le mie priorità, professore, sarebbero difesa contro le arti oscure e-» la ragazza fu interrotta da un colpo di tosse della Umbridge «e pozioni. Ma mi piacerebbe molto insegnare anche Alchimia o Astronomia»
Severus provò a nascondere un sorriso spontaneo, ma i suoi occhi lo tradirono. Stavano brillando come probabilmente non avevano mai fatto con nessuno lì a Hogwarts.
Sua figlia, aspirava a diventare quello che era lui adesso o quello che avrebbe sempre voluto essere: Insegnante di difesa contro le arti oscure.
«Lei sa... che dovrà ottenere eccellente, in queste materie. Giusto?»
«Sì, signore»
«Il che è impossibile per» si intromise nuovamente la Umbridge che stavolta fu però interrotta dalla ragazza stessa
«Mi perdoni, professoressa. Non credo sia impossibile per una del mio calibro. Al momento ho oltre ogni previsione in queste quattro materie, e in incantesimi. E nelle altre materie non ho voti inferiori di accettabile. Mi chiedo cosa le faccia pensare che io non sia in grado di migliorarli e farli arrivare a eccezionale»
la Umbridge tremava di rabbia, mentre invece Rebekah sembrava stranamente calma, con tanto di tono pacato. Piton notò che le sue esercitazioni con Draco su come trattenere la rabbia stavano funzionando.

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