epilogo

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KILLED MY OLD SELF
BUT THE NEW ME ISN'T
MUCH BETTER

Era lì, seduta sotto quel magico albero.
Con gli occhi chiusi e i muscoli del volto totalmente rilassati.
Ascoltava il fruscio degli alberi e il cinguettìo degli uccellini, mentre un leggero vento scompigliava i suoi lunghi capelli, i suoi capelli tinti a metà di un rosso vivo che richiamava il colore dei suoi occhi e l'altra metà di un nero che ricordava le tenebre, le serviva a ricordarle costantemente la sua vera provenienza, la sua vera famiglia, il suo vero cognome.

Il cielo era di un azzurro immenso, coperto di nuvole bianche, mentre il sole brillava alto sul suo capo; non vi era nessun rumore, solo magia.
Era quella la magia di cui aveva bisogno quella ragazzina cresciuta troppo in fretta.
Costretta ad affrontare situazioni che nessuno alla sua età avrebbe dovuto affrontare.
Chiedendosi se ci fosse qualcosa di più bello di quel momento così rilassante.
Pochi minuti dopo aprì i suoi immensi occhi rossi con ancora in mano uno dei suoi libri preferiti che aveva deciso di rileggere e notò una strana lettera su di esso.

Lanciò uno sguardo accusatorio alla sua gattina che si trovava al suo fianco, ma quest'ultima la fissò con i suoi grandi occhioni verdi rimanendo impassibile.
Rebekah decise di aprire la lettera e quasi sorrise quando ne riconobbe la scrittura.

Mi manchi perché tu sei tu, e mai nessuno sarà come te.
Il cielo, il mare, le stelle, i pianeti, il Sole, anche le cose più belle non sono te e mai lo saranno, perché tu sei insostituibile.
E tra tutte queste cose, lo sai che io preferisco la Luna.
Preferisco la Luna, perché come te, splende al massimo quando nessuno la guarda.
Perché tu sei la mia Luna, in grado di schiarire anche le notti più buie.
La tua mancanza la sento ogni giorno sempre di più, fin dentro lo stomaco, fin dentro il cuore, fin dentro le ossa.
Ho bisogno di te, non di qualcuno.
Ho bisogno di te e te soltanto.
Perché mi manchi tu, e se mi manchi tu è perché niente per me, è come te.

Tuo D.

Fu proprio alla luna che lei rivolse il suo sguardo, quel satellite che brillava alto nel cielo e portava la luce durante le ore più buie della giornata.
Rebekah Lily Potter abbassò lo sguardo, solo per notare il serpente del teschio che aveva inciso sul braccio, muoversi.
Mentre marchio nero bruciava sul suo braccio sinistro, rivolse un ultimo sguardo, prima alla sua gatta e poi alla luna, per poi materializzarsi accanto a Draco, dinanzi al signore oscuro.
La guerra era iniziata ma lei continuava a ripetere una frase, mentre soffocava qualsiasi altra emozione e riuscendo a far trasparire dal suo corpo soltanto una gelida apatia.

It's all in your head, Rebekah.
It's all in your head.

in your eyesWhere stories live. Discover now