capitolo trentotto

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... e la maledizione

«Da che parte credi che...?»
Ma prima che potessero prendere una decisione, una porta alla loro destra si spalancò e ne rotolarono fuori tre persone.
«Ron!» gridò Harry, correndo verso di loro. «Ginny... state tutti...?»
«Harry». Ridacchiando piano, Ron fece un balzo in avanti, gli afferrò la veste e lo fissò con sguardo annebbiato. «Eccoti qua... ah ah ah... come sei buffo, Harry... tutto in disordine...»
Ron era pallidissimo e qualcosa di scuro gli colava da un angolo della bocca. Dopo un attimo le ginocchia gli cedettero e, dato che era ancora aggrappato all'amico, lo trascinò con sé, costringendolo a chinarsi.
«Harry!» urlò istintivamente Rebekah, preoccupata per il fratello.
«Cos'è successo?» disse spaventato Harry, ignorando la sorella.
Ma Ginny scosse il capo senza parlare e si lasciò scivolare lungo il muro fino a sedersi per terra, ansimando e stringendosi la caviglia.
«Non so con che cosa l'hanno colpito» rispose desolata Luna, «ma è diventato un po' strano, e ho fatto fatica a portarmelo dietro».
«Harry» disse Ron «sai chi è quella ragazza? È Lunatica... Lunatica Lovegood.... ah ah ah...» Rebekah non riuscì a trattenersi e soffocò una risata; il prescelto la fulminò con lo sguardo.

«Dobbiamo andar via di qui»
«Luna, puoi aiutare Ginny?»
«Sì». disse Luna ignorando la serpeverde e passando un braccio attorno alla vita di Ginny per tirarla su.
«È solo la caviglia, ce la faccio da sola!» protestò Ginny, ma un momento dopo barcollò e dovette aggrapparsi a Luna per non cadere.
Harry si tirò sulle spalle un braccio di Ron, si guardò attorno: avevano una possibilità su dodici di trovare l'uscita giusta al primo tentativo...
Trascinò Ron verso una porta, ma l'avevano quasi raggiunta quando se ne spalancò un'altra, e irruppero tre Mangiamorte, guidati da Bellatrix Lestrange.
«Eccoli!» strillò lei.

Rebekah sospirò come se fosse quasi annoiata, ma in realtà era solo infastidita dalla presenza di quella donna.
Diversi Schiantesimi attraversarono la stanza ma la serpeverde riuscì a bloccarli tutti: Harry ne approfittò e si tuffò oltre la porta che aveva davanti, scaricò Ron senza troppi complimenti e tornò indietro per aiutare Neville a trarre in salvo Hermione.
«ti sei esercitata bene vedo, sporca mezzosangue»
«ho imparato da Draco» rispose Rebekah con un sorriso maligno appena in tempo per riuscire a sbattere la porta in faccia a Bellatrix.
Rebekah si voltò verso gli altri e notò quella che doveva essere la stanza dei cervelli di cui prima parlavano. «aiutatemi!» urlò Harry e Neville, Luna e la serpeverde corsero affannati da una porta all'altra, sigillandole.
Passi rapidi risuonavano dietro le porte, e a tratti qualcuna tremava e scricchiolava sotto l'impatto di un corpo pesante. Luna e Neville stavano bloccando quelle sulla parete opposta... ma quando Harry e Rebekah arrivarono in fondo alla stanza sentirono Luna gridare: « Collo... aaaaaaaaargh! » cinque Mangiamorte avevano fatto irruzione; Luna urtò un tavolo, vi scivolò sopra e atterrò dall'altro lato, afflosciandosi sul pavimento, immobile come Hermione.

«Prendete Potter!» strillò Bellatrix.
«chi dei due?» rispose sarcastica Rebekah, dando il tempo a Harry di schivare i colpi. Ormai erano rimasti soltanto lei e Harry contro i cinque Mangiamorte. Due di loro scagliarono fiotti di luce argentea che partirono come frecce e li mancarono, ma aprirono un cratere nella parete. Inseguito da Bellatrix Lestrange, Harry corse verso il centro della stanza tenendo la sfera di vetro alta sopra la testa, con l'unico pensiero di allontanare i Mangiamorte dagli amici.
Parve funzionare, perché lo inseguirono tutti, rovesciando sedie e tavoli, ma non osarono lanciare incantesimi per paura di colpire la sfera.

«Harry» urlò la sorella seguendolo, pensando che fosse un piano suicida; ma un attimo dopo, nessuno dei due sentì più il terreno sotto i piedi
Stavano cadendo, rimbalzavando da un ripido gradino di pietra all'altro, finché con un tonfo mozzafiato atterrarono di schiena nella cavità dove si trovava la piattaforma con l'arco di pietra. Le risate dei Mangiamorte echeggiarono nella stanza, e alzando lo sguardo Harry vide scendere verso di lui i cinque che li avevano attaccati nella Stanza dei Cervelli, mentre Rebekah ne vide altrettanti sbucavare da varie porte e cominciare a scendere agilmente la gradinata.

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