capitolo trentuno

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I can lose everything but not you

Harry quella notte andò a dormire presto, prima di tutti gli altri. Era rimasto a parlare con Ginny dinanzi al camino della loro sala comune; ma non riuscì a consolarsi in nessun modo.
Non era sicuro di odiare Draco Malfoy, ma era certo che non riusciva proprio a sopportarlo; per anni non avevano fatto altro che lanciarsi frecciatine e litigare persino durante le lezioni.
Lo considerava un ragazzino arrogante e superbo, non riusciva proprio a capire cosa vedesse Rebekah in lui.

Quando arrivò nel suo dormitorio, chiuse le tende intorno al suo letto, e fissò il soffitto mettendosi a pensare.
La sua mente ripercosse in fretta tutti i momenti passati con Rebekah, a come, in un modo o nell'altro, ci fosse in mezzo sempre quel biondino terribilmente fastidioso. Ricordava quando a volte la ragazza spendeva parole a suo favore e Harry immediatamente la ammoniva con lo sguardo, lei scherniva sempre l'imbarazzo con un sorriso spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Eppure... Harry non riusciva proprio a immaginare Draco con qualcuno; sembrava così vuoto di sentimenti e così pieno di sè che probabilmente non era nemmeno innamorato di lei.

Improvvisamente però i suoi pensieri si spostarono a Rebekah, ricordando ogni singolo momento passato insieme sin da quando era arrivata a Hogwarts.
Dopo svariati minuti la sua mente collegò in fretta tutti i pezzi del puzzle ancora incompleto; si tirò immediatamente a sedere con la testa che gli vorticava ininterrottamente.
Come era potuto essere così stupido? A lui piaceva Rebekah, sì, gli piaceva. Ma non come... non come una fidanzata.
Lui apprezzava i suoi modi di fare, si sentiva in qualche modo legato a lei.
La sua mente balenò a quando aveva visto i ricordi di Piton, a come Lily, sua madre, fosse terribilmente simile a Rebekah. Ma non era sua madre a essere simile a lei; era Rebekah ad essere uguale a Lily.
Il cuore sembrò uscirgli dal petto.

Con un gesto netto aprì le tende che circondavano il suo letto e iniziò a cercare senza sosta qualcosa; Ron entrò improvvisamente in camera, pronto a godersi una lunga dormita. Invece il ragazzo dai capelli rossi rimase con le mani a mezz'aria mentre fissava il suo migliore amico che mandava sottosopra il loro dormitorio.
«Harry, stai bene?» chiese con un tono di voce bassa visto che Seamus stava già dormendo, mentre il ragazzo dagli occhi verdi, invece, non si preoccupava minimamente di far rumore.
Harry stava cercando disperatamente la sua collana a forma di boccino, adesso era sicuro che quella di Rebekah fosse uguale alla sua.
«Ron hai per caso visto la mia collana? Quella a forma di boccino» disse in fretta senza neanche degnarlo di uno sguardo mentre rovistava nel suo baule.
Ronald lo guardò perplesso, con la fronte aggrottata per un attimo, ma poi sembrò ricordare «intendi quella con la mia iniziale?» Rise, ricordandosi perfettamente di quando l'aveva trovata sul letto di Harry, scherzando sul fatto che l'avesse fatta fare apposta per lui.
Il migliore amico di Harry, iniziò a frugare tra le sue cose ma lui invece sbiancò, una fitta allo stomaco gli procurò un dolore atroce. L'iniziale di Ronald... sulla collana c'era incisa una R. Quella era anche l'iniziale di Rebekah. In quel momento nulla aveva più importanza, gli esami, Voldemort, la festa... era sicuro di star diventando pazzo.

Ronald si preoccupò a vederlo in quello stato, non aveva mai visto il suo migliore amico così preoccupato, neanche per tutte le cose che era stato costretto ad affrontare ogni anno. Ultimamente era così ossessionato dalla nuova arrivata, non faceva altro che parlare di lei, e parlava, parlava, parlava; non la smetteva mai. Quando Ron trovò finalmente la collana, la porse al suo migliore amico riportando i suoi pensieri alla realtà.
Harry si passò sbrigativamente le mani sul viso e prese la collana tra le mani, passando un dito sulla lettera R.
«Harry cosa ti sta succedendo?» chiese sottovoce il ragazzo dai capelli rossi, prendendo posto accanto a lui e poggiandogli una mano sulla spalla per rassicurarlo.
Harry alzò di poco la mano in cui teneva il ciondolo della collana, e rivolse, finalmente, lo sguardo al suo migliore amico.
«Rebekah» sussurrò «Rebekah ha la stessa collana»
«Be' l'avrà presa a Diagon Alley, no? Magari le piaceva e-»
Harry lo interruppe, notando che sul fondo della collana vi era una chiusura.
«Ron» iniziò quasi avendo paura a dire quelle parole «il ciondolo di Rebekah è accompagnato da una chiave, il mio da una chiusura; Il mio ha la sua iniziale incisa sopra, il suo avrà sicuramente la mia; io questa collana non l'ho mai comprata. Me l'ha regalata Sirius prima che... prima che i miei genitori» la voce sembrò spezzarglisi in gola. Gli sembrava tutto così irreale, non riusciva a crederci; proprio come quando Hagrid andò da lui e gli disse "tu sei un mago Harry" questa storia gli sembrava ancora più incredibile.
Sirius gli aveva lasciato quella collana prima che venisse portato dai suoi zii.

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