CAPITOLO 35

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ALISHA EDWARDS' POV

La storia di Tony mette parecchio in agitazione Brett che non vuole altro che tutto questo finisca. Il suo sguardo, in questi giorni, era sempre perso nel vuoto probabilmente pesando a tutta questa situazione che speriamo termini il prima possibile.

Nel frattempo ho ripreso a lavorare da Margaret's, ciò significa che sto riprendendo in mano, quasi del tutto, la mia vita: un passo avanti verso la mia guarigione. Quello che ancora non va è la mia testa. Oggi ho un'altra seduta con Angie, la quinta oramai.

La psicologa si sta mostrando un vero e proprio antidoto. Dopo gli incontri con lei ritorno a casa più rilassata, ma la sera l'ansia ritorna come un picchio che becca il tronco di un albero insistentemente.

Billy mi dà un colpetto con il fianco, incitandomi a darmi una mossa con la glassa da mettere sui cupcakes. Sobbalzo a quel gesto che subito mi ha provocato brividi di disgusto lungo la schiena.

"Ehi, Bella Addormentata, datti una mossa" mi incita scherzosamente, sorridendomi.

"Non toccarmi mai più" gli rispondo con un tono che non mi appartiene affatto.

Mi rendo conto di averlo offeso dato il suo sguardo mortificato. Quando apre bocca subito capisco che si sta per scusare, ma io lo precedo.

"No, non scusarti. Ho esagerato, non avrei dovuto parlarti così"

Billy rimane in silenzio ancora frastornato da ciò che gli ho appena detto. Si passa una mano tra i capelli. D'un tratto pare volermi dire qualcosa, ma non sa dove cominciare.

"Va tutto bene?" gli domando, aggrottando la fronte ed osservando i suoi momenti agitati.

Lo vedo deglutire ed asciugarsi i palmi delle mani sudati sui pantaloni.

"Ecco, io...vorrei parlarti" dice grattandosi la nuca.

"Dimmi tutto" rispondo, incrociando le braccia al petto curiosa di sapere cosa ha da dirmi.

"Non so da dove iniziare, non è affatto facile" confessa, passandosi la mano nuovamente nel ciuffo ribelle.

"Non è nemmeno il luogo adatto" afferma ridacchiando nervosamente.

"Ragazzi, questi cupcakes?" chiede Margaret sporgendosi in cucina.

"Sono quasi pronti" si affretta a rispondere Billy.

Quando finalmente i cupcakes sono pronti, prendo il vassoio pronta per metterli in bancone. Quando esco dalla cucina, noto Greyson parlare con Brett e quest'ultimo guardarlo attentamente.

Decido di non immischiarmi e di continuare quello che sto facendo.

Quando, dopo aver lanciato un'occhiata all'orario, noto essere le cinque. Mi affretto a ricordare a Margaret di dover andare via per questioni personali. Lei, dopo avermi fatto una carezza e avermi dedicato un sorriso, mi fa cenno di andare.

Mi libero del grembiule e mi avvicino a Brett. Gli poso una mano sulla spalla.

"Ehi" sussurro dolcemente. Lui si gira verso di me.

Faccio un cenno a Greyson e lui ricambia con un sorrisetto.

"Ehi, piccola" il mio fidanzato si affretta a stamparmi un bacio in fronte.

"Vado da Angie"

Mi guarda indeciso. Probabilmente si sta chiedendo se è il caso di accompagnarmi. Il suo turno non è ancora finito, così decido di tranquillizzarlo.

"Va tutto bene, ti mando un messaggio non appena arrivo"

Lui annuisce d'accordo, ma non abbandona il suo cipiglio spaventato. Mi lascia andare dopo avermi baciato. Saluto Greyson e abbraccio Shannon che, vedendomi andare via, mi raccomanda di stare attenta.

***

Lo studio di Angie oggi appare più luminoso del solito e lei sembra allegra. Tutta questa luce mi contagia.

Mi siedo di fronte a lei, attendendo che inizi a parlare.

"Allora...come sta andando?"

Esito..rimango in silenzio inizialmente, ma poco dopo mi convinco che parlare con lei sarà la soluzione a tutto.

"Gli attacchi di panico sono ancora insistenti, gli incubi non mi lasciano in pace un attimo e non appena chiudo gli occhi subito ritornano. Quando qualcuno mi tocca, anche solo per errore, ho il volta stomaco"

"E' normalissimo tutto questo, siamo all'inizio della terapia e non si possono ottenere risultati in men che non si dica"

Annuisco appoggiando le sue parole e comprendendole.

Spero almeno di ottenerli prima o poi.

Le racconto degli incubi avuti in questi giorni, scopro che ritornando a quella sera non è solo il dolore a farmi compagnia ma anche molta rabbia per non esser riuscita a difendermi. Non le confesso la frase che mi ha sussurrato quel maiale poichè quella è tutt'altra qustione

La seduta passa velocemente, facendomi sgranare gli occhi non appena la donna di fronte a me annuncia di aver finito con me per oggi.

La ringrazio con un enorme sorriso, lasciando la piccola clinica dove all'interno vi è il suo studio.

Avverto Brett di aver finito e di raggiungermi direttamente al mio appartamento una volta terminato il suo turno.

Raggiungo la mia macchina. 

La sera, come promesso, Brett viene da me. I suoi occhi brillavano.

Lo guardo confusa.

Lui si avvicina a me, afferrandomi le mani tra le sue.

"Greyson ha ricevuto una chiamata dall'agente Hoult"

"E cosa ha detto?"

"Tony mi ha contattato richiedendo un incontro con me"

Mi acciglio.

"Perchè?" chiedo preoccupata.

"Non importa perchè. Sono andato in centrale, abbiamo stabilito un incontro, ma verrà anche l'agente Hoult insieme ad un'altra pattuglia. Si nasconderanno così, in caso di emergenza, verranno in mio soccorso. Quando sarà il momento giusto arresteranno Tony"

Potrebbe essere un buon piano, se solo il mio fidanzato non rischiasse la pelle.

Deglutisco.

"Io..non so, ho paura che ti capiti qualcosa"

Lui scuote la testa, afferrandomi il mento con il pollice e l'indice per indirizzare il mio sguardo al suo.

"Ci sarà la polizia a proteggermi, non mi capiterà nulla." afferma.

Mi mordo il labbro spaventata da tutta questa situazione.

"Mia madre e mio padre sanno tutto, verrà anche mio fratello. Andrà tutto bene, promesso. Tutto questo finirà" mormora sulle mie labbra.

"Non permetterò che ti faccia del male, non di nuovo" aggiunge per poi baciarmi.

Avvolgo le mie braccia intorno al suo collo per avvicinarlo ancora di più a me e far combaciare perfettamente le nostre labbra. Presto la sua lingua fa schiudere la mia bocca per accedervi e avvolgere la mia.

Il suo sapore mi è mancato in queste poche ore di distanza.

Ho paura di perderlo, che gli capiti qualcosa. Non so come superarlo se lui non ci fosse più.

Se solo quel bastardo osa fargli del male lo riduco in polvere.



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