CAPITOLO 17

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ALISHA EDWARDS' POV

Altri cinque giorni, uniti ai quattordici precedenti, sono stati caratterizzati dalle mie uscite con Liam e la freddezza insopportabile, quasi dolorosa, con Brett.

Non mi sarei mai aspettata il vuoto nel petto che sembra prendermi in una morsa da ormai svariati giorni. Ma soprattutto non mi sarei aspettata che sarebbe stato causato da Brett il coglione. Insomma non ha mai avuto tanta importanza fino ad ora.

Cammino per i corridoi del college da giorni, incontrando il suo sguardo che ,ogni qualvolta si posi sul mio, diventa freddo portando il gelo dentro di me.

Ma quel martedì mattina ero decisa a porre fine a tutta questa storia.

Avevo varcato il portone dell'Università a testa alta e i miei occhi lo stavano già cercando disperati di vederlo, ma decisi ad intercettarlo per chiarire tutto quanto e farmi ritornare tra le sue braccia, il mio posto preferito ed il mio rifugio sempre pronto a confortarmi.

Quando lo avevo notato poggiato al muro accanto all'aula di scienze biologiche mentre parlava con qualcuno, mi ero avvicinata a passo determinato pronta a ritornare come prima. Ma quando avevo visto Alyssa Bahen poggiargli una mano sul petto per poi sussurrargli qualcosa con un ghigno seducente in volto che avrei tanto voluto toglierle con un altro pugno, mi ero bloccata colta alla sprovvista da quell' improvviso avvicinamento tra i due.

Eppure quando ho notato Brett studiarmi intensamente ho avuto l'assoluta certezza che fosse tutta una messinscena.

Nell'esatto momento in cui la voce di Liam urlava il mio nome per attirare la mia attenzione e invitarmi a raggiungerlo, ho sogghignato e non ho perso tempo a farlo.

Così, ad ogni passo che mi portava sempre più vicina a lui, la rabbia mi cresceva sempre di più fino a mozzarmi il fiato. Non ho più riflettuto, non sapevo cosa significasse in quel momento e ho afferrato il colleto della maglietta di Liam, avvicinando il suo viso al mio con poca delicatezza. I nostri nasi si sono scontrati e le nostre labbra hanno fatto lo stesso, premendo l'uno sull'altra per poi schiudersi dando vita ad un bacio appassionato.

La mia pelle era punta da tanti brividi, ma le mie guance erano state attraversata da una vampata di calore consapevoli, come ogni parte del mio corpo, che lo sguardo intenso di Brett era su di me.

E per una volta ho sperato che fosse dannatamente ferito perchè lui ha fatto lo stesso con me quando mi ha urlato quelle parole, davanti la soglia di camera mia.

La rabbia che gli bucava gli occhi, facendo perdere la loro dolcezza. Era come avere la canna di una pistola puntata contro il petto: se solo avessi detto una parola sbagliata avrebbe premuto il grilletto e così ha fatto, aprendo una ferita profonda che solo lui può ricucire.

Sto ancora sanguinando e lui mi guarda come se non ci potesse fare niente.

Mi devi guarire, accidenti! Avrei voluto urlare in quel momento.

Ma le mie labbra erano ancora attaccate a quelle di Liam seppur volessero essere in tutt'altro posto.

Quando le ho staccate ed il mio fiato era ormai affannoso, ho guardato il ragazzo che mi stringeva a sè con la speranza che fosse diventato qualcun'altro, magari Brett.

Ma il viso pallido di Liam era davanti a me, i suoi occhi scuri che non potevano competere nemmeno un po' con quelli di lui mi scrutavano maliziosi e la sua bocca sottile era ancora un soffio dalla mia.

Mi ero allontanata di scatto e l'avevo guardato con occhi pieni di dispiacere e vergogna.

"Oh, merda. Mi ...mi dispiace" avevo mormorato imbarazzata.

"No.. ehi! Non fa nulla. Aspettavo questo bacio da tanto" aveva ammesso sorridendo.

Gli avevo sorriso forzatamente, sperando di essere apparsa almeno un po' vera ma la mia testa non faceva altro che indirizzarsi là, nel luogo che mi sembrava sempre più lontano.

Odio Brett per come mi fa sentire, ma sopratutto lo odio per avermi detto quelle parole che tuttora continuano a rimbombare nella mia testa come un disco rotto, il peggiore.

Per questo adesso mi ritrovo davanti casa sua, con il cuore pieno di timore e lo stomaco in subbuglio.

Il mio polpastrello si posa pesantemente sul campanello, suonando alla porta di casa Warren.

Non mi può sfuggire a meno che non sia uscito, ma vedendo il suo SUV enorme nel vialetto stento a crederci.

Marianne mi apre la porta e non appena nota che sono io, un sorriso smagliante prontamente le illumina il viso contagiando anche a me, malgrado non sia di buonumore.

"Oh, Alisha cara! Che bella sorpresa. Vieni dentro, coraggio" mi incita ad entrare con un gesto della mano.

Mi abbraccia rapidamente ed io ricambio goffamente.

"Ciao, Marianne. Sono qui per parlare con Brett. Ho saltato una lezione oggi e mi servirebbero degli appunti" invento sul momento.

"Brett è in camera sua. Se dorme puoi svegliarlo tranquillamente. Prova con due ceffoni" mi consiglia, tanto seriamente che la guardo perplessa.

Oh, quanto avrei voluto farlo! Ma sono qui per una richiesta di pace e non il contrario.

Al massimo lo sveglierò facendogli un pompi... no! Dobbiamo parlare e basta.

Sì, certo.

Mi dirigo verso le scale che scricchiolano ad ogni mio passo quasi a intimarmi che non sia una buona idea, affatto. Ma non demordo e continuo a dirigermi verso la camera di Brett.

Alzo la mano chiusa a pugno, pronta a bussare ma la soglia viena aperta di colpo ed io vengo tirata dentro bruscamente e la porta viene chiusa con altrettanta forza.

"Cosa fai qui?" mi domanda Brett quasi ringhiando.

Lo guardo frastornata dalla sua comparsa istantanea, ma mi riprendo quasi subito poichè il suo petto nudo e muscoloso fa drizzare ogni nervo del mio corpo, facendomi rimpiombare alla realtà con una spinta indelicata.

"Sono venuta per chiarire"

"Chiarire cosa? Noi due non andremo mai d'accordo" afferma indicando prima lui e poi me.

"Io stavo bene con te" confesso in un sussurro distogliendo lo sguardo, non capace di reggere quello suo ancora per molto.

"Alisha, siamo troppo diversi " mi ricorda.

Avrei voluto dirgli che non è vero, che siamo dannatamente uguali nel nostro essere orgogliosi, nella nostra dolcezza quando stiamo insieme e nell'attrazione fisica che ci accomuna, che noi stiamo bene insieme semplicemente perchè è così naturale che il pensiero che possa cambiare qualcosa mi sembra assurdo. Avrei voluto urlargli quanto mi manca la sua vicinanza, le sue braccia che mi avvolgono e sembrano non volermi lasciare più, la sua bocca sulla mia, il suo corpo premuto su di me, le sue mani che mi accarezzano, il suo respiro che si fonde con il mio.

"Sì, è vero"

Invece non ho detto niente tutto questo, portando Brett Warren più lontano da me.

SeductionWhere stories live. Discover now