CAPITOLO 28

9.8K 280 10
                                    

BRETT WARREN'S POV

Sbuffo "cosa vuoi?"

Greyson mi guarda offeso, allargando le braccia e raddrizzando il busto "Ehi, amico! Sono preoccupato per te"

"Va tutto bene" lo avverto, girando l'ennesima crepes dopo aver allungato il frappè alla fragola ad una bambina.

"Oh, io non credo proprio"

Lo ignoro spalmando per bene la nutella per poi mettere la panna sopra proprio come vuole la solita signora del tavolo quattro.

La porgo ad Alisha per far sì che gliela porti, sorridendole e schiacciandole l'occhiolino.

"Cosa c'è? Avanti, dimmelo"

Guardo male Greyson che alle volte diventa pià assilante di una ragazza e ribadisco di non avere nulla.

Fingo di non sapere che non ci crederà mai e continuo a preparare muffin e crepes con quel coglione di Billy che non ha capito che la ragazza con cui ci prova spudoratamente è la mia fidanzata.

"Ehi, testa di cazzo. Qui manca la glassa" dico facendo cadere appositamente il muffin a terra.

Sento la risata di Greyson in lontananza.

Tento di soffocare dentro di me la frustrazione: non sono riuscito a trovare prove contro Liam Hopper poichè non si fa vedere dalla sera della festa a casa di Alyssa Bahen. Temo non sia lui il mittente del biglietto e che ci sia qualcun'altro di cui preoccuparsi.

Non sopporto l'idea che la mia ragazza venga minacciata. Da quella sera dormo sempre da lei e non la lascio mai sola. Non sono arrivati altri biglietti, ma ciò non vuol dire che non ce ne saranno o che Alisha sia fuori pericolo.

"Stasera ti faccio il mio arrosto" mi sussurra all'orecchio e abbracciandomi da dietro.

Sorrido divertito notando che si è messa in punta di piedi per arrivare alla mia altezza.

"Senza offesa, ma preferisco la pizza il sabato sera"

Le dico voltandomi verso di lei, non smettendo mai di sorriderle. Anche se volessi non ci riuscirei.

Incrocia le braccia al petto, fingendosi indignata.

Ma la mia attenzione presto si sposta sulla sua scollatura che lascia intravedere il seno strizzato dalle sue braccia.

Mi lecco le labbra, ricevendo uno schiaffetto sul petto da parte di Alisha.

"Piantala"

"Di fare che cosa?" domando con innnocenza palesemente non credibile.

Alisha mi ignora e si allontana, riprendendo a servire gente di qua e di là.

Guardo l'orario e con sollievo noto che sono ancora in tempo per andare al cimitero e che il mio turno è appena terminato. Saluto Margaret e Shannon. Avverto la mia ragazza di stare attenta e le ricordo di mandarmi un messaggio non appena è a casa.

Tiro un pugno leggero sulla spalla di Greyson che finalmente, dopo anni, a quanto pare, ha capito di provare qualcosa per la nostra migliore amica.

Esco dal bar andando verso la macchina, sentendo già la malinconia assalire il mio stomaco. Durante il tragitto le mie mani tremano e l'aria pare esser diminuita nell'aitacolo.

Abbasso il finestrino, spingendo il bottone con più forza di quanto serva; il vento m'investe, facendomi tremare.

Emetto respiri profondi e quando il cancello che dà accesso al cimitero si presenta davanti ai miei occhi, mi fermo e mi libero della cintura di sicurezza rischiando persino di strapparla. Chiudo lo sportello e, con gambe tremanti, mi avvio.

Supero le varie lapidi, fermandomi dopo aver trovato quella giusta.

Un ennesimo respiro profondo e m'impongo di aprire del tutto gli occhi che avevo subito serrato a quella vista dolorosa.

Quando incontrano il suo sorriso, i sensi di colpa ritornano come piccoli diavoletti che vogliono appropriarsi della mia anima per trafiggerla.

L'ultima rosa che le avevo portato è lì, ormai secca. Ciò mi ricorda di non averne portata una nuova con me.

"Buon compleanno" sussurro, mettendo le mani nelle tasche e prendendo a calciare ciottoli oscillando con l'equilibrio.

"Ehm..io...so che avrei dovuto portare almeno un fiore, beh è il minimo che possa fare" deglutisco "ma dall'agitazione me ne sono dimenticato" confesso imbarazzato.

"Sono certo non te la prenderai"

Parlo come se fosse qui con me. Non c'è fisicamente, ma al sua presenza riempirà sempre il mio cuore.

"Devo dirti una cosa anche se penso tu lo sappia già. Non so se mi vedi dato che non so come funziona lassù"

Mi passo una mano sul viso sentendo per l'ennesima volta il dolore investirmi.

"Sto con Alisha. Sai, la figliastra di mio fratello. Sì, lo so, ti dicevo che non mi stava per niente simpatica e che mi infastidiva. Ma quest'anno ho cominciato a vederla con occhi diversi. So che volevi sempre la mia felicità e spero tu sia felice di sapere che con lei, in un certo senso, l'ho riscoperta"

Mi gratto la nuca nervoso.

"Voglio dirti che non ti dimenticherò, non potrei mai farlo" sussurro, guardando la sua foto.

"So che capisci, sto provando ad andare avanti e penso di star riuscendo nel mio intento, ma non mi dimenticherò mai di te" ribadisco.

Accarezzo l'immagine, ricambiando il suo sorriso.

"Sedici anni, amore mio. Avevi solo sedici anni"  le avevo detto il giorno del suo funerale, guardando il suo viso spaventosamente bianco e la pelle dolorosamente fredda.

"Ti ho dato giustizia..."

Il mio pollice sfiora la sua bocca.

"...adesso puoi goderti il paradiso" sussurro.

Avvicino il viso e lascio un bacio sulla foto.

"Lui non ti farà mai più del male. E' già all'inferno e neanche lo sa"

***

Guardo con un cipiglio in volto il cellulare privo di notifiche.

Poggio la testa contro il sedile della macchina, componendo di nuovo il numero della mia fidanzata.

Sette squilli e dopo la segreteria telefonica.

La mia gamba prende a muoversi nevosamente, controllando che la sua macchina sia nel parcheggio.

Okay, magari avrà posteggiato un pò più lontano, no?

Mi sbatto una mano in fronte, dandomi del coglione.

Non ha senso quello che ho detto. Il condominio è proprio qua e il parcheggio è praticamente libero.

Ricontrollo i messaggi che le ho mandato, dicendomi che se non è successo assolutamente nulla  farò una figura di merda dato il panico che sono certo di averle trasmesso attraverso le parole: "piccola, rispondi mi stai facendo preoccupare" e subito dopo "dico sul serio".

Passano dieci minuti e le chiamate senza risposta diventano otto. Dopo mezz'ora sono sicuro di aver superato le venti telefonate e il panico comincia ad avere la meglio.

Quando il suo nome illumina, finalmente, lo schermo sobbalzo.

"Piccola.."

"Brett.." la sua voce è roca, come se avesse pianto e non riesce a formulare una frase poichè prende a balbettare incessamente.

"Dove sei? Cosa è successo?" chiedo allarmato, cominciando a mettere in moto la macchina.


///SpazioAutrice

Ed eccomi tornata con un nuovo capitolo di Seduction, dopo non so quante settimane. Qui la situazione inizia a complicarsi davvero e, più avanti, scopriremo molte cose su Brett tra cui una è abbastanza evidente in questo capitolo. Alla prossima!

-Allyson.

SeductionWhere stories live. Discover now