32.

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Quando Emilian rincasa, trova l'appartamento sotto sopra.
"Cos'è successo qui?" domanda, sconvolto. "Nulla, ho voluto fare il cambio nell'armadio" mi posa un bacio sulla guancia andando in bagno.
Bene, mi ha creduto.
Non potevo di certo dirgli che ho avuto una crisi di nervi ed ho ribaltato lampade, vestiti e sedie.
È stato troppo strano rivedere Damian dopo più di un anno. È sempre bello. Anzi, è più bello di quanto ricordassi. La barba è folta adesso ed ho intuito che ha fatto palestra. Potevo percepirlo dal peso del suo corpo sul mio non appena sono svenuta.
"Com'è andato lo studio oggi?".
"Oh..". Cazzo, me n'ero dimenticata.
"..bene, ho recuperato dei capitoli". Finisco di sistemare il soggiorno, poi vado in cucina per preparare la cena.
Emilian torna da me a petto nudo. Bello sì, ma non sei Damian. Penso tra me e me, scuotendo la testa.
Lo sapevo. Credevo di aver seppellito ogni cosa che lo riguardasse, ma eccoli lì. I sentimenti sono riaffiorati con forza, come se non se ne fossero mai andati.
Ceniamo davanti alla finestra, guardando la TV. Prima di andare a dormire, mi metto con la testa sui libri. Domani ho un esame, ma c'è solo una cosa a cui riesco a pensare.

"Che cosa?" Anastasia mi grida contro, piegandosi sul forno.
"Mi stai dicendo che sei andato da lei e ti ha cacciato?".
"Esattamente".
"E tu hai intenzione di arrenderti?".
"Forse. L'ho vista cambiata. Sembra innamorata di quel ragazzo, altrimenti avrei avvertito qualcosa. Non mi ha neanche guardato". Anastasia scuote il capo, porgendomi il piatto con zucchine e pollo.
Si siede difronte a me, davanti alla penisola, al centro del nostro nuovo appartamento.
Scatoloni in giro per casa, pentole sparse sul lavabo.
Imbocca le zucchine, puntandomi con la forchetta. "C'è una cosa che forse dovresti sapere..." la ascolto, mangiando a mia volta. "...ho chiesto io il trasferimento per venire a Sofia. Non c'è nessuna collega qui".
"Scherzi?" fa di no con la testa, versandoci del vino bianco nei calici.
"Sei stato con il muso per un anno. Non ce la facevo più. Un altro po' e ti saresti fatto prete. Non volevi conoscere nessuna mia amica" faccio spallucce.
"E intanto Georgia ha trovato un altro in un batter d'occhio. Sto perdendo tempo secondo te? Spero ancora in qualcosa che non accadrà mai più?".
Anastasia alza gli occhi al cielo.
"Senti, o vai tu da lei o lo faccio io. Sono stanca dei tuoi piagnistei" dice con fare ironico, buttandomi un pezzo di pane nel piatto.

"Stasera pensi di uscire, o resterai chiuso in casa?"

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"Stasera pensi di uscire, o resterai chiuso in casa?".
Mi ritrovo a rispondere immediatamente di sì senza pensarci. Ana fa i salti di gioia. Terminiamo di mangiare, lasciando i piatti nel lavandino. Dopo un'ora siamo fuori casa. È strano uscire con la mia sorellina di ventisei anni ma oggi dovrò accontentarmi.
Tuttavia, al pub dove ci incontriamo con i suoi amici, troviamo Tim insieme a dei colleghi. Mi saluta con una stretta di mano fraterna. Ci allontaniamo per un po', uscendo all'esterno per una sigaretta. Lui me ne offre una dal suo pacchetto.
"Allora? Hai pestato qualcun altro ultimamente?" soffoco una risata.
"No, non ho ucciso il nuovo ragazzo di Georgia. Tranquillo" Tim annuisce, facendo un tiro.
"Sei andato da lei?" faccio di sì con la testa.
"Com'è andata?".
"Mi ha cacciato" soffoca una risata. "Mi dispiace dirlo ma, te lo meriti".
"Lo so". Osservo delle coppie entrare nel locale, mentre aspiro il fumo. "Anzi, è strano che non ti ha picchiato. Era molto arrabbiata quando è tornata dalla Russia l'anno scorso" mi gratto il mento, pentendomi delle scelte fatte.
"Ho fatto una cazzata secondo te?".
"Una enorme cazzata" tiro un grosso respiro, buttando la sigaretta sul marciapiede per poi spegnerla con il piede.
"Come posso rimediare?".
"Prima di tutto, devi cambiare atteggiamento. Si, lo so che il ragazzo stronzo piace, ma Georgia ne ha avuti abbastanza, incluso me...".
Dopo una lunga chiacchierata, Tim si prepara ad entrare nel pub ma lo blocco.
"Ehi, ti va di fare una foto con me?" sgrana gli occhi, confuso. "Scusa, non sei il mio tipo" scoppio in una risata. "Devo pubblicarla. Voglio vedere se lei me la guarda". Tim aggrotta la fronte, infine accetta, scattando il selfie dal mio iphone.

"Com'è venuta?" chiede, sbirciando lo schermo

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"Com'è venuta?" chiede, sbirciando lo schermo. "Bene, perfetta".
"Non mettere cuoricini o frasi strane" commenta, dandomi un buffetto sul braccio.

𝐃𝐚𝐦𝐢𝐚𝐧 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Where stories live. Discover now