.CAPITOLO 35.

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P.o.v. camille
Appena lo sorprendo a fissarmi, lui sposta lo sguardo sulle sue Vans e arrossisce. Sorrido abbassando anche io lo sguardo e posso confermare come sia fottutamente adorabile.

-"Ti fidi delle persone?" la sua voce è bassa ma lo sento benissimo, la sua domanda mi lascia abbastanza sorpresa e devo dire di essere stata presa anche in contropiede. Non mi aspettavo di intraprendere delle conversazioni tanto serie ma non mi dispiace. Sono indecisa sul cosa rispondere.

-"Non più. Però per darti le mie motivazioni devo decidere se fidarmi di te, adesso." rifletto e un ghigno si apre sul suo viso.

-"Sei sveglia..." dice sempre cercando di sembrare sicuro e spavaldo ma fallendo.

-"Tu Harry? Ti fidi delle persone?" controbatto e lui inizia a giocare con un anello posizionato sul suo anulare, le dita affusolate si incrociano tra loro e mi devo sforzare per spostare lo sguardo.

-"Solo di chi me ne dà modo." i nostri sguardi rimangono attaccati per un paio di secondi.

-"Mi ricordo..." comincio cercando di osare e di entrare un po' di più nel suo mondo.

-"Mi ricordo quando dopo la fine della scuola Louis mi disse che noi due siamo più simili di quanto pensavamo. Sapresti dirmi cosa intendeva?" adesso sono decisamente io ad averlo preso in contropiede vista la sua espressione paonazza, la mia voce dolce non deve essere stata poi così di conforto.

-"Facciamo due passi?" si alza porgendomi la mano che io afferro prontamente.
Ha le dita fredde nonostante i 30 gradi all'ombra, però non mi tiro indietro e mi alzo.

-"Non saprei. Caratterialmente siamo diversi, almeno da quello che posso dedurre, non saprei sul fronte passato" come eravamo finiti al parlare di me?

-"Ho un passato normale. Quindi potrei essere simile ad altre cento persone." Mento sorridendo colpevole e mi maledico mentalmente.

-"Sicura di questo?" sicuramente la mia riposta è stata troppo pronta e troppo nervosa per essere interpretata come vera.

-"Harry non sei l'unico ad aver avuto problemi come io non sono l'unica." dico mentre calcio un sassolino lungo la riva del piccolo laghetto che si apre nel parco.

-"Non ho mai detto di essere l'unico ad aver avuto problemi. Camille" il mio nome, pronunciato in quel modo mi fa bloccare sui miei stessi passi. Il mio nome pronunciato in quel modo, non lo avevo mai sentito e mille brividi mi hanno attraversato la schiena, dal momento che le parole hanno lasciato la bocca di Harry.

-"Certo." dopo questo tentativo andato male non saprei come farlo aprire di più quindi mi limito a stare in silenzio fino a che lui non mi porge un'altra domanda.

-"Ci potremmo organizzare anche con Louis e magari con Sammy per uscire no?" propone smorzando il silenzio. Lo guardo, o meglio guardo il suo profilo basso, mentre lui continua a guardare le sue Vans.

-"Ehm, si certo, io" mi lascio scappare una risata "Io sono così pessima?" scherzo ma la sua espressione diventa seria e subito noto il suo imbarazzo.

-"No. Io era solo...adoro la tua compagnia. Dio...scusa è che sono un po' nervoso..."lo fermo con una mano sulla spalla.

-"Harry tranquillo. Stai andando alla grande." schiaccio un occhiolino verso di lui e in questo momento ci ritroviamo praticamente faccia a faccia, abbassa lo sguardo imbarazzato e io lo trovo sempre più adorabile.

-"Sei carino quando arrossisci." sussurro quando ormai siamo a pochi centimetri di distanza ed è allora che il riccio arrossisce ancora di più.

-"Tu sei carina sempre." sorrido allontanandomi e continuando a camminare.

.Moments.Where stories live. Discover now