Capitolo 18 - Why?

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"Oh mio dio, davvero?" urlò non appena finii di raccontarle quello che era successo il giorno prima con Trent.

"Già" risposi cercando di sorridere ed essere contenta, ma la verità era che non ci trovavo nulla di tanto eccitante in quello che era successo. Trent mi piaceva, si comportava bene nei miei confronti, ci teneva a me, era un bel ragazzo. L'unico problema restava il fatto che fosse il fratello di Alesha, ma c'era qualcos'altro che mi impediva di vivermelo pienamente.

"Quindi adesso potrò organizzare cene per quattro" affermò euforica "Tu e Trent ed io e Marco"

"Ehi, ehi, calma i tuoi sogni. Stiamo insieme da un giorno e tu pensi già alle cene insieme quando non ne abbiamo fatta neanche una io e lui, da soli" ironizzai facendola ridere.

"Scusa hai ragione" ridacchiò mentre il mio telefono prese a suonare.

"Cavolo che ore sono?" domandai nel panico.

"Le tre e venti perché?" Diamine ero in super ritardo. Mi alzai di scatto dal letto. Salutai in fretta Jessica in fretta e uscii di casa sua correndo, nella vana speranza di tardare il meno possibile.

"Mio dio, scusa, ho perso totalmente la cognizione del tempo" mi giustificai cercando di riprendere fiato.

Alex dal canto suo era comodamene seduto sui gradini, particolarmente divertito nel vedermi respirare con grand fatica.

Rise di gusto prima di rassicurarmi dicendomi che non era grave il fatto che ero arrivata in ritardo.

Dopo aver ripreso fiato, ci incamminammo vero un bar non molto distante da lì.

Era quasi pieno, ma fortunatamente trovammo un tavolo e riuscimmo ad ordinare due cioccolate calde.

"Perché?" domandò quando finii di raccontargli di Trent.

"Perché gli hai detto di sì quando quello che provi per lui non è niente in confronto a quello che provi per Taylor? Ammesso che tu provi qualcosa per Trent" spiegò. Sembrava quasi irritato dal mio comportamento.

"Cosa pensi che dovrei fare? Aspettare che lui si innamori di me? Sarebbe come aspettare la pioggia in un periodo di siccità, come aspettare un miracolo quando si è atei.

Eravamo solo degli scopamici e tra scopamici non ci dovrebbero essere sentimenti.

Pensi che dicendogli tutto lui dirà di ricambiare?

So come sono i ragazzi come Taylor. Ti deridono solamente e io non farò quella fine. Quindi se l'unica mia possibilità è quella di cercare di dimenticarlo, lo farò" sussurrai a denti stretti cercando di non alzare troppo il tono di voce. Sentivo già gli sguardi dei clienti puntati su di noi. Perché la gente non si facevi gli affari suoi?

"Diglielo, parlagli, non puoi essere sicura di quello che lui prova o non prova" insistette mentre pagava alla cassa. Pochi minuti dopo uscimmo dal bar camminando per le strade quasi deserte.

"Per sentirmi dire che sono una povera illusa? Che lui no ricambia? Vorrei che quel accordo finisse, ma se ciò accadesse io non potrei più averlo e se quello è l'unico modo..."

"Cosa c'entra Trent in tutto questo?" domandò non lasciandomi finire di parlare "Non funzionerà Melissa, tu passi ventiquattro ore su ventiquattro con Taylor, non puoi pretendere di dimenticarlo così"

"Vorrà dire che me ne andrò!" sbottai. Era l'unico modo.

"No, non lo faresti mai" sperò immobilizzandosi e fissando un punto indefinito.

"E' l'unica soluzione. Andrò da mio padre." conclusi prima di correre a casa, ignorando Alex che mi inseguiva e mi chiamava.

Arrivai a casa straziata. Chiusi la porta di casa cominciato a battere i pugni contro essa.

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