Capitolo 40

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Era da più di mezz'ora che aspettavamo mia madre e John. Il battito cardiaco non accennava a tornale regolare. Continuavo a far tremare il ginocchio mentre nel frattempo fissavo la televisione senza però prestare attenzione a ciò che stesse trasmettendo. Tuttavia Taylor sembrava distrarsi con qualsiasi cosa stesse guadando dato che ridacchiava ogni tanto.

"Dovresti calmarti" proferì posando la mano dolorante sul mio ginocchio così da farmi smettere di tremare. L'unica cosa che però ottenne fu uno sguardo omicida da parte mia. Come potevo stare tranquilla mentre i nostri genitori discutevano su quello che avremmo fatto? Sul nostro rapporto? Non potevo e probabilmente mi stavo contenendo, dato che avrei preso ad urlare da un momento all'altro. Si schiarì la voce e cominciò ad accarezzarmi l'interno coscia. "Intendevo che dovresti provare ad essere un po' meno agitata, sono più che sicuro che le cose andranno bene Mel, mi fido di mio padre" riformulò guardandomi intensamente. Annuì ancora insicura e sospirai.

"Lo so, anche io mi fido di lui, è mia madre che mi preoccupa" ammisi poggiando la testa sulla sua spalla e chiudendo gli occhi.

"Andrà tutto bene" sussurrò avvicinandomi ancora di più a lui. Posai la mia mano sul petto e cominciai a tracciare la linea, leggermente visibile dalla maglia, dei pettorali. Sentì i muscoli tendersi non appena cominciai, ma subito dopo si rilasso lasciandosi sfuggire un leggero sospiro.

"Perché non mi hai detto dell'università?" domandai senza pensarci più di tanto. Forse non era il momento adatto o forse lo era, in ogni caso non potevo tornare indietro.

Sembrò pensarci su un attimo, guardando la televisione, ma poi si voltò verso di me prestandomi la sua attenzione.

"Non lo so. Mi sembrava troppo lontano della tua, lo so non è molto distante, ma non sopportavo l'idea di non poterti vedere ogni giorno. Ho deciso di fare domanda alla NYU e mi hanno preso offrendomi anche un posto nella squadra di basket. Volevo farti una sorpresa, ecco perché non te l'ho detto o comunque non te ne ho parlato prima." spiegò giocando con ciocca dei miei capelli.

"Nell'altra un'università ti hanno offerto il posto da capitano non è così?" chiesi sperando di sbagliarmi. Mi era sembrato che John lo avesse accennato una volta mentre eravamo a cena, ma non ero del tutto sicura. Non volevo essere egoista e non volevo che lui rinunciasse ad una carriera sportiva solo per venire con me all'università, probabilmente da capitano di una squadra avrebbe avuto più possibilità di carriera sportiva.

Con sguardo rivolto vero la televisione annuì facendomi capire che non ne voleva parlare. Ovviamente io non avrei lasciato perdere, come sempre d'altronde. "Non voglio che tu venga nella mia stessa università" affermai spiazzandolo, tanto che i voltò di scatto verso di me.

"C-cosa?" domandò quasi spaventato dalle mie parole.

"Non voglio che tu venga nella mi stessa università" ripetei cercando di essere ancora più sicura. Lui mi guardò ad occhi sgranati come se lo avessi colpito in pieno petto.

"Non capisco" sussurrò allontanandosi da me. Era il per il suo bene. Lui meritava di giocare e non glielo avrei di certo imposto io. "Sono andato al colloquio, ci ho messo tutto me stesso per passarlo Melissa e tu adesso vieni a dirmi che non vuoi più che io venga? Che senso a scusa? Francamente io non ne trovo nessuno!" scattò in piedi passandosi una mano fra i capelli facendomi così capire che si stesse innervosendo e fosse piuttosto frustrato.

"Sarebbe stupendo se tu venissi nella mia stessa università Taylor, ma..."

"Ma cosa Melissa? Lo hai detto tu stessa che sarebbe stupendo!" mi interruppe. Mi alzai anche io in piedi e dopo aver preso un respiro profondo parlai.

"Lasciami finire di palare" borbottai "Non voglio che tu venga perché nell'altra università potresti avere più possibilità in capo sportivo Taylor! Lì ti hanno offerto un posto da capitano e come ogni tanto mi avevi accennato, è l'università migliore in ambito sportivo, mentre qui alle NYU ti hanno offerto un misero posto in squadra e per quanto l'idea di vederti ogni giorno mi alletti più del dovuto, non premettero che tu rinunci ad un'opportunità così grande!" affermai innervosendomi sempre di più.

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