Capitolo 33

46.8K 2K 78
                                    

«Secondo me dovremmo andarci tutti insieme in vacanza» propose mia madre alludendo al posto in cui avevano trascorso la luna di miele. Anche se era passate più di due settimane, non accennava a smettere di parlarne. L'idea di trascorrere gran parte dell'estate alle Hawaii mi allettava, molto. Infondo sarebbe stato divertente, anche se il desiderio di mia madre era andarci sotto forma di famiglia felice; non che non lo fossimo diventati, solo che eravamo una sorta di famiglia strana, dove i loro figli avevano una specie di relazione nascosta, se così poteva essere definita.

«Sarebbe un'idea strepitosa Liz» commentò John alzando lo sguardo dal giornale che stava precedentemente leggendo. Per la prima volta ero contenta che tutti fossimo a casa e che ci stessimo comportando come una vera famiglia, ma i sensi di colpa mi assalivano non appena Taylor aveva qualche contatto fisico o visivo con me. In tutto quel tempo non avevo mai pensato a quello che sarebbe successo se mia madre fosse venuta a conoscenza di quello che c'era tra me e lui. Francamente non immaginavo come avrebbe reagito alla questione. Ero al corrente che se la 'storia' che c'era tra me e il mio ipotetico fratellastro fosse diventata qualcosa di serio, più di quanto lo fosse diventata da quando ero tornata da Los Angeles, sarebbe venuta a galla. Probabilmente sarebbe stato uno shock per chiunque. Dunque mia madre, con le stesse probabilità, l'avrebbe presa molto male.

«Tu che ne dici Melissa?» chiese mia madre accomodandosi vicino a suo marito. Il pranzo era in fase di preparazione e quando aveva dei momenti vuoti, veniva e si accomodava con noi in salotto.

«Pienamente d'accordo con la tua proposta» affermai sorridente. Forse il fatto di essere stata un po' di tempo via di casa mi aveva fatto capire quanto in realtà tenessi a mia madre -più di quanto pensassi- e a John, ma soprattutto ad avere una famiglia.

«Ovviamente voi due» mia madre indicò me e Taylor fermandosi per qualche secondo «Dovrete essere diplomati» dichiarò sorridendo diabolicamente. 

«In pratica sono nella merda» borbottò il ragazzo affianco a me. Sapevo stesse scherzando, se l'era cavata abbastanza bene in questo periodo con i compiti, ed ero sicura sarebbe riuscito a prendere il diploma.

«Cosa?» domandò suo padre scostando con un rapido gesto gli occhiali da vista e il giornale che ancora stava finendo di leggere «Ragazzo mio, vedi di prendere quel diploma. Nel caso non ci riuscissi, ti avviso di non presentarti nemmeno a casa. Dunque le possibilità sono due: o ti diplomi oppure vivi da un'altra parte» l'ammonì fulminandolo con lo sguardo. Si vedeva che era ironico, tuttavia se ciò fosse realmente accaduto, il fatto di doversi trovare una nuova casa non sarebbe più stata una questione ironica, quanto vera.

«Mi lasci almeno l'opportunità di tornare per recuperare la mia roba?» chiese con un sorriso divertito stampato in faccia. Era bello vederlo sorridere involontariamente.

 «A quelle cose provvederò personalmente....nel buttarle» affermò John ridendo mentre io lo seguivo a ruota, così come mia madre e il diretto interessato.

«Liz c'è il forno acceso?....sento u..» il padre di Taylor tentò di parlare, ma mia madre si alzò di scatto correndo in cucina. Dall'odore non si poteva dire che avesse bruciato qualcosa, solo che il pranzo era probabilmente pronto e che ci avrebbe chiamati a tavola da un momento all'altro, infatti pochi istanti dopo urlò di raggiungerla.

«Dopo io e Melissa andiamo a fare un giro a Central Park» disse Taylor mentre ci accomodavamo a tavola. Mia madre e suo padre sorrisero. Forse erano contenti che andavamo d'accordo. Se solo avessero saputo quanto in realtà andavamo d'accordo, sarebbero rimasti sorpresi, o meglio dire scioccati.

«Sei nel paese delle meraviglie Melissa?» domandò mia madre guardandomi «Da quando ti sei alzata sembra che tu stia pensando a tutt'altro» concluse addentando la deliziosa carne che aveva preparato. Forse quel giorno mi soffermavo troppo a pensare, ma avevo un tremendo presentimento che lei si accorgesse di me e Taylor. Inoltre il messaggio di Michael continuava a tormentarmi. Era passato quasi un mese e non aveva ancora fatto nulla. Non che mi lamentassi, ma mi aspettavo avrebbe agito subito.

Just BrothersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora