Capitolo 8 - I remember

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«Perché non andarci?» domandò volgendo per pochi secondi lo sguardo su di me.

Quella sera il cielo di Central Park era a dir poco favoloso, le stelle erano perfettamente visibili.

«Non lo so. Lo ha detto pure lui no? Ha un'altra famiglia e a quanto pare fa fatica a starci dietro, e io non faccio nemmeno parte di quella sua famiglia. Che poi non ho nemmeno più una famiglia.» risposi alterandomi.

Mi faceva infuriare il modo in cui aveva detto famiglia senza nemmeno pensare al fatto che io avrei voluto essere la sua famiglia, egoista o no, volevo fosse così.

«Probabilmente non voleva dirlo in quel modo Mel, non lo sto difendendo o robe varie. Probabilmente avrebbe dovuto essere più presente, ma il fatto che lui si sia fatto sentire è già una cosa positiva, non credi?

E poi non è vero che non hai una famiglia, io, te e Jess lo siamo e per quello che riguarda me, ci sarò fino alla fine dei miei giorni» dichiarò accarezzandomi la mano mentre puntava la sguardo sul cielo stellato. Cosa avrei fatto senza di lui?

«Sai qual è la domanda che mi faccio spesso?»

«No, spara»

«Cos'ho fatto per meritarti» rivelai ricevendo da parte sua una fragorosa risata. Era felice ed anche io lo ero, nonostante tutto lui c'era, probabilmente era l'unica mia certezza.

«A domani» lo salutai con un bacio sulla guancia ed entrai in casa. La nostra chiacchierata era durata a lungo, tanto che avevamo perso la cognizione del tempo.

Sorrisi ricordando le cazzate che avevamo sparato negli ultimi momenti mentre nel frattempo aprivo il frigo in cerca di acqua.

«Pensavo non saresti tornata per dormire» affermò Taylor con voce agghiacciante. Sussultai leggermente trattenendomi dal sputare l'acqua.

Aveva una sorta di mania di apparire alle spalle e spaventare le persone.

«A quanto pare sono tornata» risposi con il suo stesso tono di voce.

«Non ho voglia di scherzare»

«Nemmeno io»

«Melissa sei stata tu a venire a letto con me sabato sera?» domandò.

Il bicchiere mi scivolo di mano, frantumandosi in mille pezzi una volta caduto a terra.

Merda. Merda. Merda.

«N-no perché?» chiesi cercando di mantenere la calma, ma il bicchiere a terra e il tono della mia voce erano la dimostrazione di quanto difficile fosse restare calma in quel momento.

«Ho tipo dei flashback» parlò come se stesse pensando a voce alta. Sentii il sangue congelarsi nelle vene e il mio volto sbiancare. «Melissa ti senti bene?» domandò afferrandomi istintivamente per un braccio.

«No. Cioè sì. D-devo andare in camera, s-sono stanca» balbettai sorreggendomi al ripiano della cucina.

Perché diavolo ero così vulnerabile?

«Ti accompagno» disse per poi seguirmi fino in camera mia.

***

Era passata un'altra settimana e mia madre non aveva ancora fatto ritorno. Taylor continuava a guardarmi in modo sospettoso da quando avevo avuto quella strana reazione alla sua domanda. Tuttavia facevo di tutto per non ritrovarmi sola con lui e in ogni caso le mie giornate le trascorrevo con Alex. Jessica invece la vedevo solo a scuola dato che era perennemente occupata a passare le sue giornate con Marco.

Eppure quel giorno in casa c'eravamo solo io , intenta a guardare un film, e lui al piano di sopra a fare chissà cosa.

«Perché cazzo non me lo hai detto?!» urlò quest'ultimo correndo furiosamente giù per le scale.

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