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La sveglia mi fece sussultare nel sonno, svegliandomi bruscamente.
Rimasi a sedere sul letto, con la testa offuscata dalla stanchezza. Sembrava che fossi stata sveglia un'intera notte e invece, era passata tranquillamente come tutte le altre.

Con lui nella testa, con il mio suo tipico pensiero. Senza ancora un apparente motivo.

La giornata cominciò come ogni volta. Mi vestii, decisi di risultare particolarmente attraente oggi. In fin dei conti, avrei dovuto impressionare uno dei ragazzi più fighi della scuola, giusto? Non vedevo l'ora di potergli parlare. Era dal primo anno che lo avevo adocchiato.

Mi sistemai per bene i capelli allo specchio, mi truccai con una precisa linea di eyeliner e feci colazione velocemente.

Avevo lo stomaco chiuso per l'emozione, però, non era per Max. Era per qualcos'altro. Avrei preferito ignorarlo.

Mangiai a stento il toast con la marmellata di ciliegie che tanto adoravo e uscii di casa a passo veloce. Tenevo lo sguardo basso e ignoravo il resto del mondo durante quel tragitto. Era tutto così monotono il lunedì mattina. Forse, era proprio quel giorno della settimana che mi rendeva suscettibile e annoiata.

La musica nelle mie cuffie era forte, e la gente si muoveva a rallentatore. Le macchine passavano e il cielo era grigio, era lì, fermo con le sue nuvole nere che promettevano pioggia.

Arrivai a scuola e mi fiondai in classe, prendendo posto nel mio banco e tirando lentamente fuori i libri di inglese per la prima ora.

- Ma buongiorno - Kai entrò in classe dopo alcuni minuti, salutandomi sorridente e sedendosi accanto a me.

- Hey... - Ricambiai il suo sorriso, mentre lentamente sfogliavo le pagine del libro.

- Che succede oggi? Sei particolarmente stilosa - Ridacchiò guardandomi con particolare occhio.

- Volevo cominciare bene la settimana - Dissi ironica, vedendo gli altri miei compagni di classe varcare la soglia dell'aula.

La prof entrò, e tutti le augurammo un "buon giorno" nel nostro inglese. La cosa bella è che ci insegnavano l'inglese britannico e quindi la classe aveva assunto quell'accento elegante tipico dei londinesi, mentre io e Kai ci spaccavamo di film e serie TV americane e parlavamo come se vivessimo a NY da anni. Infatti la prof a volte faticava persino a capirci. Ci divertivamo da matti e ci sentivamo madrelingua.

I minuti trascorrevano tra una risata e un esercizio, un'interrogazione e i commenti divertenti alla prof. Era divertente stare con Kai in classe, anche se ultimamente stavo odiando tutti, tutto per colpa di Soobin.

Non sapevo nemmeno cosa mi avesse fatto, però le cose ultimamente erano cambiate e questo mi faceva rabbia, mi innervosiva e mi rendeva irrequieta. Al suo unico pensiero. Eppure, era il mio migliore amico e sarei dovuta essere felice. Però, tutto quello che stava facendo in questi ultimi tempi era spaventarmi. Forse, non intendeva farlo ma... lo faceva e basta.

Mi guardava negli occhi e mi sentivo tremare in ogni angolo, mi sfiorava e il mio cuore prendeva il volo, lo pensavo e il mio stomaco si stringeva in sè stesso. Era strano. Era strano, inutile e non aveva senso quello che sentivo. Dovevo chiedere a delle mie amiche su come si sentivano. Ero curiosa se davvero provassero la stessa cosa. In quel caso, mi sarei sentita più sollevata.

Ma come avrei loro parlato di una cosa così... intima? Così segreta?
E se mi avessero detto delle cose che non avrei voluto sentire?
Avevo paura del mondo in quei momenti e odiavo me stessa, proprio come faceva Soobin con sè.
Forse, anche lui aveva paura di qualcosa?

Alla fine, mi importava di lui. E sarebbe stato bello scoprirlo un po' più a fondo.

- Juliaa! - Kai mi richiamò dai miei pensieri.
- Ma dormi la notte? - Disse, prendendomi in giro. Scossi la testa, riprendendo coscienza su ciò che mi circondava.

- Stavi pensando Soobin, eh? - Continuò con lo stesso tono buffone, sghignazzando.

Aggrottai le sopracciglia, tirandogli un pugno sul gomito.

- No! - urlai nervosa e il prof di letteratura mi richiamò a fare silenzio.

Arrossii dall'imbarazzo e fulminai con lo sguardo un'ultima volta il mio compagno di banco, tornando a far finta di ascoltare la lezione mentre scarabocchiavo sul libro con una matita in mano.

La terza ora passò velocemente e finalmente, avrei incontrato il fighissimo Max della squadra di calcio di Beomgyu. Non vedevo assolutamente l'ora. Ero nervosa e non sapevo che fare. Ero molto timida e avevo paura di fare una brutta impressione.

Mi fiondai davanti alla classe di Beomgyu (nella quale c'era la mia cotta n.2) osservandolo timidamente dalla classe per spronarlo ad uscire. Il ragazzo biondo mi sorrise ampiamente e mi venne incontro salutandomi.

- Siamo fashion oggi, uh? - Rise, mentre cominciammo a dirigerci nel campo da calcio.

- Eh sì - Ridacchiai. Avevo l'ansia e la felicità a mille e cercai di assumere un portamento normale e attraente.

- Max! Max! -

Una volta arrivati a destinazione, Beomgyu richiamò un ragazzo moro, alto e dal fisico tonico mentre si allenava con delle flessioni.

Alzò lo sguardo e si alzò da terra sorridente, scompigliandosi il ciuffo liscio e avvicinandosi a noi.

- Hey! - Sorrise e spostò i suoi occhi chiari su di me.

Arrossii di colpo, scatenando l'espressione divertita di Beom.

- Lei è una mia stretta amica, ti trovava figo e voleva conoscerti - Disse, guardandomi con occhiata perversa.

- Insomma, Beomie! - Gli tirai una gomitata imbarazzata in un sussurro.

Max ridacchiò divertito e sorrise soddisfatto, allungando una mano verso di me.

- Sono Max, piacere. Tu come ti chiami, dolcezza? - Mi domandò, facendomi sorridere come un'ebete.

- Mi chiamo Julia - Ricambiai la sua stretta, portandomi i capelli dietro l'orecchio.

Ci sedemmo su una panchina e iniziammo a parlare. Era simpatico e divertente. Era della 4^C e adorava lo sport, spiegandomi che era praticamente sempre in quel campo e che lo avrei trovato sempre fisso lì. Beom si allontanò, mi disse che sarebbe andato a trovare gli altri.

- Quindi non vieni, Juls? - Mi domandò prima di andarsene.

- No, rimango qui - Sorrisi, spostando il mio sguardo su Max.

- Sicura? Non avevi detto a Soobin che volevi vederlo? - Mi guardò con occhi penetranti, facendomi immobilizzare su quel nome.

Arrossii e abbassai il volto sui miei piedi.

- Mentivo... - Dissi con voce flebile.

Mentivo...

- Okay... allora vado. Ci vediamo all'uscita - Mi salutò con un gesto della mano e con un espressione perplessa, uscendo dal campo e lasciando me e Max da soli.

- Quindi... dicevi? - Gli chiesi e lui tornò a parlare dei suoi interessi.

Cercavo di rimanere concentrata a tutti i costi sulle sue parole, ma quel nome... quel nome mi aveva scombussolato di nuovo tutto.

Avrei dovuto vedere Soobin a ricreazione. Ma mentivo, non volevo vederlo. Non lo volevo affatto. Avrei soltanto avuto un'altro attacco di tachicardia inutilmente...

𝑊𝑖𝑙𝑙 𝑦𝑜𝑢 𝑠𝑡𝑎𝑦 '𝑡𝑖𝑙𝑙 𝑡𝘩𝑒 𝑒𝑛𝑑? || ~Choi SoobinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora