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Tirai un sospiro di sollievo. Il mio cuore cominciò a rallentare e a tornare stabile non appena sentii il "Ma dovreste cambiare gioco" dalla madre di Taehyun. Mi ha salvato la vita, come potrei esserle debitrice?
"Sì cambiamo gioco, dai" Yeonjun si alzò in piedi stiracchiandosi "Che ne dite di tornare al gioco precedente?" Guardò dritto verso Taehyun, lasciandogli intendere tutto.
"Eh va bene!" Il moro si portò la mano sulla fronte sorridendo, cominciando a salire le scale di corsa urlando un "Chi arriva ultimo non gioca!". Vidi tutti cominciare a buttarsi l'uno sopra l'altro per cercare di aggiudicarsi uno dei quattro controller disponibili. Quasi tutti. Soobin rimase seduto per terra, fissando la bottiglia in modo affranto. Sembrava non voler salire con gli altri a giocare. Decisi di avvicinarmi a lui, volevo parlargli.
Non mi piaceva vederlo così. Avrei voluto vederlo come qualche istante prima, mentre saltellava contento per la pizza. Volevo vederlo in quel modo, in quel modo infantile ma adorabile. Invece in quel momento sembrava quasi scoppiare a piangere. Avevo paura a rivolgergli la parola in quel momento. Non mi avrebbe fatto niente (e lo sapevo bene), ma c'era un imbarazzo totale nell'aria.
Mi sedetti accanto a lui, rimasto sul pavimento e quasi pareva che stesse ancora giocando.
"S-Soobinie..."
Silenzio. Non rispose. Non girò nemmeno lo sguardo verso di me, ma sentii bloccarsi il suo respiro.
"Hey..." Cercai di richiamare meglio la sua attenzione, ma non ci riuscii. Continuava a stare immobile. Non mi stava ignorando, sapevo che mi aveva sentito più che bene, ma non riusciva a rispondere. Ormai lo conoscevo quanto me stessa. Sapevo ogni motivo dei suoi gesti, quello che sentiva oltre le apparenze. Portai una mano sulla sua schiena e la accarezzai dolcemente. "Stai bene, vero? Ti prego, dimmi di sì"
"Mhm" mugugnò, come se questa sua risposta mi fosse bastata, come se avesse reso l'idea perfettamente. No, Soobin, dovevi parlarmi, avresti dovuto spiegarmi tutto. Era per il bacio, è così?
"Soobinie, parla" Dissi in modo fermo. In quel momento si voltò e notai che aveva le lacrime agli occhi. No, cazzo, non di nuovo. Ho sempre odiato vederti così. Non potevi piangere, mi si spezzava il cuore.
"Cosa succede? Ti prego, non piangere, non voglio vederti così!" Riportai i miei pensieri a voce, pensando di poter migliorare la situazione, mentre il cuore prendeva a pugni il mio petto a suon di battiti. Se già non riusciva a parlare normalmente, non lo avrebbe fatto nemmeno piangendo. Lo sapevo. A volte non lasciava nemmeno me sapere cosa sentisse. Si chiudeva in sè e non apriva le sue porte a nessuno. E a volte, quei pochi che ci erano già entrati, nelle sue porte, venivano cacciati via a calci. Non era il mio caso, ma lo aveva fatto con molti altri. Il ricordo della mia festa mi attraversò la testa alla velocità della luce nello spazio. Quel modo in cui le sue lacrime scomparvero, lasciando spazio al suo sorriso. Lo volevo ancora. Ogni giorno. Fu improvviso, ma d'istinto. Lo tirai a me e lo strinsi forte. Non mi importava di quello che avrebbe pensato, ne avevo bisogno perchè mi mancava. Mi mancava sentirmi tra le sue braccia, esageratamente vicino a lui. Mi mancava sfiorarlo, mi mancava consolarlo. Ricambiò il mio abbraccio stringendomi più forte. Il mio stomaco era in battaglia con le farfalle che si agitavano al suo interno, in quel momento. Il mio cuore si stringeva e chiedeva pietà di uscire dal petto. Soobin, perchè? Perchè mi facevi questo? Non ero io a comandare tutto ciò, ma accadeva. Accadeva nei momenti e nei modi più impensabili e inaspettati. Mi prendeva all'improvviso, facendomi sentire confusa. Dai momenti in cui appariva davanti ai miei occhi, fino a questi ultimi, dove ci abbracciavamo forte.
Questa non era mai stata una comune migliore amicizia. Forse era quasi una sorta di fratellanza, ma non ne ero mai stata certa. Se avessi dovuto esprimerlo in percentuale, ne sarei stata sicura almeno all'un per cento che per me lui fosse stato come un fratello. Non sapevo nemmeno più dove classificarlo e questo mi preoccupava. Dovevo non pensarci, dovevo solo non pensarci. Ma in quei momenti come potevo passare sopra a tutto quello che sentivo? Anche se ci avessi provato, non ce l'avrei fatta. Mi sarei fermata subito a metà strada, per poi tornare subito al punto di partenza, letteralmente sconfitta.
Gli accarezzai piano i capelli, con le mani sudate e tremanti. Che diamine succedeva? Adesso avevo anche paura a toccarlo? Succedevano nuove cose sempre così all'improvviso e andavano sempre così fuori dalla mia portata. Non sapevo cos'altro avrei potuto fare, ma volevo rimanere in quel modo. Forse gli altri si sarebbero fatti mille idee sulla nostra immagine in quel momento, ma poco m'importava. Volevo continuare a stare con lui. Da quanto tempo non succedeva questo? Da anni, forse.
"Soobinie, sorridimi"
Alzò gli occhi su di me e la sua bocca si piegò leggermente verso l'alto. Non seppi bene cosa successe dentro di me, ma se avessi dovuto descrivermi in due parole mi sarei autochiamata foresta infuocata, o qualche nome che avesse a che fare con il fuoco e il caldo e le scintille.
Ci alzammo in piedi a lo strinsi ancora più forte. Con la sua altezza mi sentivo quasi tutta coperta nel suo abbraccio e adoravo tutto ciò. Cominciammo a barcollare a destra e poi a sinistra senza staccarci minimamente. Era la cosa più bella che avessi mai sentito prima. Avessi avuto il potere di bloccare il tempo, lo avei fatto. Avessi avuto il potere di rivivere i momenti passati, sarei volentieri saltata indietro nell'orologio solo per poter tornare a questo giorno, a quest'ora, a questo minuto, a questi secondi che quasi duravano eternità.

𝑊𝑖𝑙𝑙 𝑦𝑜𝑢 𝑠𝑡𝑎𝑦 '𝑡𝑖𝑙𝑙 𝑡𝘩𝑒 𝑒𝑛𝑑? || ~Choi SoobinWhere stories live. Discover now