Capitolo 23

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Dana's POV

Questa mattina ho fatto colazione con Hunter. Chiaramente non è stato un appuntamento, anzi.
La definirei più come una normale uscita, in cui io ho mangiato come una ciurma di marinai affammati ed Hunter si è semplicemente accontentato di un caffè, poiché aveva già fatto colazione in precedenza.
È stato strano passare un'intera ora assieme a lui senza litigare più di cinque volte. Certo, abbiamo discusso su chi dovesse pagare, sulla nazionalità del dipendente dietro la cassa, l'igiene del bar e di quella strana signora che fissava insistentemente Hunter. Ovviamente, quest'ultimo ha negato il tutto. Ma io l'ho vista quella vecchia, e penso di aver capito che le sarebbe piaciuto tornare negli anni di gloria della sua vita per spassarsela con il mio "amico".

Sono le sette di sera, ho finito solo mezz'ora fa di studiare per il mio esame, ed adesso sono quasi pronta per uscire ed andare a fare da baby-sitter ai miei primi clienti.

Quando Mandy è tornata in camera, prima, le ho spiegato ciò che Hunter mi aveva fatto capire. Ha dovuto agire come il poliziotto cattivo, certo, ma almeno mi ha aiutata. Ed io l'ho ringraziato. Dunque Mandy ha smesso di mettermi il broncio, e mi ha detto di avere un appuntamento con Cody questa sera. Wow, che bello.
Lei al ristorante con un ragazzo bellissimo, ed io a casa di due sconosciuti con Harry, sei anni.

Infilo un paio di scarpe da ginnastica e prendo una borsa. Per la prima volta dopo mesi, ne sto indossando una, sì. Infilo dentro un libro, il caricabatterie ed anche una fiaschetta di Whisky. Devo passare una serata con un bambino, e portarmi del Whisky è davvero il minimo che io possa fare. Grazie Mandy per avermi regalato questa fiaschetta, è stato il miglior regalo di Natale dell'anno scorso.

Prendo una giacca leggera ed esco dalla camera, salutando con uno strillo, la mia migliore amica ancora sotto la doccia.
Esco dal dormitorio ed accendo il telefono per controllare gli orari degli autobus.

«Ehi, angioletto.», sento dire alle mie spalle.
«Hunter.», mi volto e sforzo un sorriso.
«Vai a lavoro?»
«Già.»
«Lo vuoi un passaggio?»
«E come, in bici? Non ti avevano ritirato la patente?»
«Chi ha detto che guiderò io? Ehi, Will!», chiama il suo amico.

Un bel ragazzo dai capelli biondi alto poco più di Hunter si ferma di fronte a me, e mi tende la mano.

«Ciao, piacere, sono William.»
«Piacere, Dana.», gli stringo forte la mano e devo dire che anche la sua stretta è molto potente.
«Io e Will dobbiamo andare in centro a comprare delle cose, lo vuoi un passaggio?»
«Dove dovete andare?»
«Dove abitano questi McKenzie?», domanda Hunter, non rispondendo.
«Una via poco distante dallo zoo. È lì che state andando?»
«N-», inizia Will, ma Hunter lo interrompe. «Sì, esatto. Allora, che dite, andiamo?»
«Okay, grazie.», sorrido al biondino.

Anche lui mi rivolge un breve sorriso e poi ci incamminiamo tutti e tre verso l'auto di William.
Hunter sembra avere il fuoco nel culo. Ma perché cammina così veloce? Non capisce che io ho le gambe corte e, dunque, bisogno di più tempo per raggiungere un determinato posto?

Entriamo in auto ed io mi siedo dietro, al lato sinistro, proprio dietro a Will. Da qui riesco a vedere perfettamente il profilo di Hunter.
Coincidenze? Io non credo.
Mette in moto ed accende la radio.
Io, sinceramente, mi sento un po' a disagio a stare nell'auto di uno sconosciuto con uno semi-sconosciuto. Però faccio finta di niente. Controllo l'ora sul telefono e noto con piacere di essere in orario.
Riguardo per un secondo Hunter, e lo vedo appoggiato al suo finestrino mentre guarda fuori.
E chissà a che cosa pensa.
Sposto anche io lo sguardo verso il finestrino e guardo il cielo, che si è colorato di un blu spoglio. Il tramonto è già passato, ma non è ancora ufficialmente sera.

Dopo una buona decina di minuti, giungiamo davanti alla casa dei McKenzie. Ovviamente grazie alle indicazioni di Google Maps. Slaccio la cintura e prendo la borsa in spalla, aprendo lo sportello. Ringrazio nuovamente William, penso per la sesta volta, e saluto entrambi.
Mentre cammino verso il portico sento l'auto ancora accesa dietro di me e, perciò, quattro occhi che probabilmente mi stanno fissando il fondoschiena.
Busso piano alla porta in legno bianco e mentre aspetto che qualcuno mi apra, mi giro un secondo.
Se ne sono andati.
Sulla porta compare quella che deduco sia la signora McKenzie.
Mi invita ad entrare e mi presento anche al marito ed al piccolo Harry.
Ho come l'impressione che sarà una lunga serata.

~~~
Buongiorno, come state?
Come stanno procedendo le vostre giornate? Io sto bene e tra un paio d'ore circa ho la videolezione di diritto. Come vi è sembrato il capitolo? Fatemi sapere, se ne avete voglia! Un bacio

-Alessia

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