Capitolo 9

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Dana's POV

Esco dal bar e telefono subito ai miei genitori. Il colloquio è andato bene, forse mi prenderanno. Hanno detto che mi faranno sapere entro lunedì, perciò tra tre giorni. Spero di venir ammessa, perché quei soldi mi servono sul serio.
Mi siedo su una panchina vicino al bar e parlo con mia madre. È ancora arrabbiata con me, lo sento dal suo tono di voce, ma è contenta di sapere che io stia riuscendo a cavarmela ugualmente. Mio padre, invece, è a lavoro. Lei mi ha detto che lo avviserà lui e a me va bene. Lui non mi parla, o almeno non come prima. È rimasto molto deluso e deve ancora passargli la rabbia.

Mentre parlo, sento delle gocce d'acqua cadermi addosso.
Non ho ombrelli, né giacche.
Oggi era previsto sole ed io ovviamente ho addosso solo una stupida felpa.
Fortunatamente con il cappuccio.
Chiudo la telefonata e la pioggia aumenta sempre di più. Cammino velocemente verso il campus, ma la verità è che mi sto bagnando sempre di più. Maledetto il mio vizio di mettere tutto in tasca, e di non portarmi mai una borsetta in cui infilare uno stupido ombrello. Piove sempre di più ed io ormai mi sono arresa di coprirmi con l'incopribile. Potrei fare la danza della pioggia, mettere play a "I'm Singing In The Rain" di Gene Kelly e fare una perfomance in strada.

Quando arrivo, finalmente, all'entrata del dormitorio femminile, tutti gli occhi sono puntati su di me. Che c'è? Non avete mai visto una persona senza ombrello prendersi la pioggia?

Sento le scarpe che fanno squash squash ad ogni passo che compio per avanzare verso la mia stanza. Ho i capelli quasi zuppi, per fortuna avevo il cappuccio. I jeans da azzurri si sono trasformati in blu.
Busso prepotentemente contro la porta, aspettando che Mandy mi apra.
Perché non ho intenzione di aprire io.

Giuro che se Mandy non apre la porta immediatamente, inizio a sclerare davanti a tutti.
Mi sto trattenendo, lo sto facendo molto bene. Tralasciando l'occhio destro che pulsa leggermente.
Io odio la pioggia.

«Mandy!», urlo.

Busso un'altra volta ed ad aprirmi è Cody. Beh, che dire: figura di merda.

Sarei dispiaciuta ed imbarazzata se fossi stata in un momento più normale della mia vita. Ma adesso che sono bagnata fradicia e con l'umore sotto ai piedi, posso ben dire che non me ne importa un accidenti di aver interrotto la sessione di baci tra la mia migliore amica ed il suo quasi ragazzo.

«Dana! Ma... Un ombrello, cavolo!», dice subito Mandy alzandosi dal suo letto, mentre Cody chiude la porta un po' sconvolto.
«Davvero?!»
«Non ne avevi uno?», chiede lei.
«Sì, Mandy. Ce l'avevo l'ombrello, ma non mi andava di tirarlo fuori, sai? Pura pigrizia!», urlo frustrata camminando verso il bagno.

Sbatto la porta alle mie spalle e mi spoglio velocemente. Getto i vestiti nel cesto dei panni sporchi e lascio le scarpe per terra. Le asciugherò dopo.
Entro in doccia e mi lascio bagnare da un getto d'acqua caldo.

La giornata non era stata così male, in fin dei conti. Una tranquilla mattinata a lezione, un pranzo decente assieme alla mia migliore amica e il colloquio di lavoro che è andato bene.
Nemmeno l'incontro con Hunter mi aveva turbato più di tanto.
Poi Dio ha voluto prendersela con me.
E giù il diluvio universale.

Esco dalla doccia dopo una ventina abbondante di minuti. Mi copro con il mio accappatoio e lego i capelli in un asciugamano rosa. Prendo il phon e cerco di asciugare il più possibile le scarpe da ginnastica, ma essendo in tessuto ci vorrà molto, prima che tornino del tutto asciutte. Domani le metterò al sole, sperando che non ricapiti un'altra pioggia del genere.

«Sto per entrare in camera. Ripeto: sto per entrare in camera. Chiunque sia nudo o semi-nudo è pregato di coprirsi. Al mio tre... Uno, due tre.», urlo dal bagno.

Entro in camera e vedo Mandy e Cody guardarmi ridendo. Stavano giocando a Monopoly seduti per terra. Vestiti. Perfetto. Quindi l'unica semi-nuda qui dentro sono io. Okay.
Prendo la biancheria e i vestiti che mi servono e me ne torno in bagno.

Mi cambio e mi asciugo. Ora sono al caldo, anche se ho ancora un po' di freddo.
Per sbaglio riguardo il polso.
E non vedo più il numero di Hunter scritto sopra. È rimasto solo un po' di inchiostro nero sbiadito, sparso sul polso. Ma non fa niente, tanto non l'avrei chiamato.
È solo che mi faceva piacere vederlo lì, sulla mia pelle.

~~~
Buongiorno a tutti, come state?
Purtroppo i capitoli sono ancora in disordine. Non riuscendo a sistemare il problema vi consiglio di controllare che capitolo stiate leggendo, dato che alcuni sono invertiti. Parlo per chi legge la storia senza seguire le notifiche di aggiornamento (e quindi per chi magari la leggerà tra un po' di tempo). Spero di essere stata d'aiuto in caso di incomprensioni. Grazie per aver letto, che ne dite?
Fatemi sapere

-Alessia

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