Capitolo 2

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Hunter's POV

«Hai fatto sbandare una ragazzina?», chiede sconcertato Troy.
«Sì.», dico stendendomi suo mio letto con ancora i vestiti da fuori addosso, e chiudo gli occhi.
«E che succede ora? Ti ha interrogato qualcuno? Vai in prigione?»

Lancio un'occhiataccia al mio amico e poi sbuffo. Mi rialzo ed inizio a togliermi scarpe e giacca.

«Mi hanno fatto i test: non ero né ubriaco né sotto effetto di droghe. Semplicemente mi ero abbassato a prendere la bottiglia d'acqua che era caduta sotto al sedile del passeggero e non ho guardato la strada. Ma Troy, te lo giuro, non l'ho fatto per un secondo soltanto. Quando ho riguardato la strada ho visto questa auto e mi è preso il panico. L'ho fatta sbattere contro un albero e sono subito corsa ad aiutarla.»
«Hunter, bello mio, lo sai vero che se tu non ti fossi piegato per raccogliere una fottuta bottiglia d'acqua, a quest'ora saresti ancora con i tuoi soldi sul conto, e con qualche ora di sonno in più?»
«La bottiglia era aperta, mi stava bagnando tutto l'interno dell'auto...»
«Sei una fottuta testa di cazzo!», mi rimprovera. «Quanto devi pagare?»
«L'ho già fatto, subito, appena mi hanno detto la cifra.»
«E quant'è?»
«Non te lo dico.»
«Dimmelo.», insiste.
«Non te lo dico.»
«Non me lo dici perché ha pagato paparino, eh?»
«Vaffanculo, Troy.»

Entro in bagno e sbatto la porta.
Non ha pagato mio padre.
Troy ancora non ha capito che per me, i suoi soldi, non hanno più valore.
Li usava per comprarmi.
Me, suo figlio.
Li usava per agevolarmi le cose.
Ma a vent'anni non ha più senso farsi prendere in giro. Troy non capisce che tutti i soldi che vede nel mio portafoglio, sono solo frutto di un lavoro mio. Mio e basta.
Né di mio padre né di mia madre.

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Buongiorno! Come va?
Come sta procedendo la quarantena? Spero che il secondo capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere! Un bacio

-Alessia

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