Dopo esserci ingozzati andammo a vedere la tv ed intanto mamma tornò.
Mentre eravamo intenti ad una lotta con i cuscini, sul divano, il campanello e troppo presi dalle risate ce ne accorgemmo a malapena. Mia madre andò ad aprire.
Passarono alcuni secondi, prima che Jeck si fermasse con il cuscino all'aria, guardando dietro di me.
-Che fai scemo non lanci?- lui abbassò la testa e io confusa mi girai. Di fronte a me trovai Noah con un espressione corrucciata. Mia madre scomparve in cucina e ci lasciò tutti e tre in sala.
-Ti ho chiamata più e più volte, non mi hai risposto ed ora ho capito perché. Sei impegnata- disse amaramente.
-Penso sia meglio che io vada- disse Jeck. -No!- dissi spaventata. Di nuovo da sola, no!-
-Vado in camera- disse infine Jeck. Mi guardò in un modo strano...come se con gli occhi volesse dirmi "diglielo, parlagliene". Negai con la testa e tristemente mi girai mentre lo sentivo salire le scale verso camera mia.
-Ciao- dissi infine guardando il mio ragazzo.
-Cosa succede?-
Sono incinta, Noah. Ora non hai più solo me, hai noi.
-Niente, Jeck è passato per passare il tempo dato che siamo gli unici ad essere rimasti in California-
-E perché non mi hai risposto?-
-Ieri non stavo molto bene, te l'ho detto. Mi sono addormentata prima di ricevere le chiamate-
-Il cellulare squillava ma dopo un po' segnava come se tu l'avessi spento. -
-Si sarà scaricato, te l'ho già detto che dormivo.-
-Va bene- annuì. Si avvicinò per baciarmi e io lo assecondai molto rigida.
Si staccò e mi guardò.
-Che succede? -
-Niente, l'ho già detto.-
-Niente ma sei distaccata, sei triste, mi parli e mi guardi a malapena. Apparte questo si non penso sia successo niente.-
-Sono solo un po' stanca.-
-Sei sempre così stanca in questo periodo?-
-Già, chissà perché...- mi sedetti e lui si sedette accanto a me.
-Oggi non ho il torno, stiamo insieme?-
-Mmm, non è meglio rimediare?-
-Perché? -
-Non mi sono ripresa del tutto e forse sto covando quancosa, un raffreddore, magari ho anche la febbre- mi toccò la fronte.
-Non sei calda- abbassai la testa. Lui sbuffò e si alzò.
- Lusy vuoi lasciarmi?- sbraitò.
-No! Perché tu vuoi lasciarmi?- chiesi spaventata.
-No, non sono io che sembro trattarti come una sconosciuta. -
-Ma io...-
-C'è qualcosa che devi dirmi Lusy?-
Si, sono incinta. Ho bisogno di ragionare ma ho così tanto bisogno di te.
-...No- lui mi guardò arrabbiato.
-Si vede che hai qualcosa, perché non me ne parli?-
-Perché non c'è niente da dire- sussurrai.
-Va bene, quando vorrai dirmi la verità, il mio numero ce l'hai- prese la sua giacca e andò verso la porta, l' aprì e la sbattè, andando via.

Era andato via, mi aveva lasciata?
Insomma era quello che volevo, allontanarlo per un po' fino a prendere una decisione, ma faceva così male.
Salii le scale ed entrai in camera. Jeck era sdraiato sul mio letto a fissare il soffitto, una volta chiusa la porta mi notò e corse verso di me.
-Allora?-
-Ha detto che finché non gli dico la verità, che è sicuro che non gli stia dicendo, non ci vedremo.-
-Oh...Lusy- mi abbracciò. Mi strinsi a lui ed improvvisamente le forze non mi accompagnarono più e caddi addormentata.

-Lusyyy- sentii un fracasso non molto lontano, ma preferivo rimanere ben appisolata.
-Lusyy sveglia-.
Improvvisamente mi alzai, mi sentii bagnata e infreddolita.
-Cosa...Cosa è...- dissi guardando la figira di fronte a me. Jeck.
-Sei svenuta. Ti ho chiamata più volte ma ho preferito gettarti dell'acqua in faccia-
-Potevi evitare- mi lamentai e molto lentamente mi alzai dal letto.
-Aspetta ti aiuto- disse avvicinandosi.
-So fare da sola, grazie- presi dei fazzolettini e mi asciugai il viso.
-Perché ce l'hai con me? Mi sei svenuta tra le braccia, ti ho messa nel letto ed ho pensato di svegliarti con dell'acqua. Non sapevo che altro fare, scusa se non ho mai avuto davvero a che fare con una donna incinta.- sbuffò
Oh Jeck.
-Scusami Jeck. Sono arrabbiata con me stessa e me la prendo con te. Non è colpa tua, lo so-
-Non preoccuparti- sorrise infine incoraggiandomi.
-Non pensi sia il caso di vedersi con un dottore? - aggiunse.
-No!-
-Lusy dai. Sei svenuta, sei stata male.-
-E allora? È normale se sono incinta e...-
-Per la miseria Lusy, abbiamo 20 anni. Non sappiamo come funzionano queste cose alla perfezione. Se qualcosa stesse andando storto? Non dico di andare lì, farti l'ecografia per sapere parecchi mesi prima se è maschio o femmina per poi sceglierli un nome, ma almeno per sapere se tutto procede bene. Se non vorrai portare avanti la gravidanza una visita non te lo impedirà nonostante io non sia d'accordo. Se poi sei tu che non vuoi andarci perché significherebbe rendersi davvero conto che questa è la realtà, è un'alta cosa.-
-Senti ma tu che ne sai? Non voglio sapere se sto bene o no, lo capisci? Non voglio andare da nessuna parte. Voglio solo svegliarmi da questo incubo e tornare con Noah.-
-Finché non prendi una decisione non riuscirai mai a tornare con Noah-
I miei occhi divennero lucidi, ancora una volta. Perdere Noah.
-Che devo fare?-
Lui sospirò e si avvicinò a me.
-Ti fidi di me?-
-Si- annuii.
-Allora andiamo a fare una visita, solo una. Ti aiuterà anche a riflettere.-
Ormai mi sentivo solo vulnerabile, confusa. Avevo bisogno di aiuto e Jeck al momento era l'unico che poteva aiutarmi.
-Va bene- gli strinsi la mano. Lui mi sorrise, prese i nostri giubbotti e mi accompagnò fuori.

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