Capitolo 1

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Eri appena scesa dall'autobus e avevi iniziato a camminare, senza alzare la testa, con le cuffie nelle orecchie e una canzone familiare che ti rimbombava in testa a massimo volume. Conoscevi perfettamente la strada che stavi percorrendo.
La facevi tutte le mattine da quasi tre mesi; era poco tempo, ma ormai sapevi anche quale sarebbe il numero di passi necessari per arrivare al posto dove stavi andando se ti avessero chiesto quanti fossero.
Passeggiavi canticchiando, trattenendoti dal non aggiungere anche qualche passo di danza, con lo sguardo illuminato, diretto verso il meraviglioso edificio d'epoca che era la tua università, il sogno di tutta una vita.
Era un posto fantastico. Lo amavi più di ogni altra cosa, nonostante i compagni che ti  eri ritrovata, più simili a dei rettili sibilanti, che a degli umani. La scarsità di amici -il cui numero era uguale a zero- che ti eri fatta in quell'istituto però non era un problema per te: era un posto per studiare e per crearsi un futuro, non per divertirsi, e il divertimento era comunque parte delle materie che studiavi.

Era una specie di accademia, dove si studiava l'arte dello spettacolo in tutte le sue forme. La mattina venivano insegnate le materie standard necessarie per gestire una carriera e avere la padronanza di una cultura generale, mentre al pomeriggio avevi tutte le materie artistiche possibili. Andavi a lezione di portamento, danza classica, danza moderna, hip hop (la new entry dei corsi), musica, canto e recitazione.

Quella era un'università privata, dove i figli dei ricchi imprenditori con un minimo di interesse per il mondo dello spettacolo andavano a inseguire i loro sogni, oppure erano solo stanchi di tutto ciò che sarebbe servito loro per mandare avanti l'attività di famiglia e avevano voglia di studiare qualcosa di diverso.

Per quanto riguardava te, andarci era un sogno ad occhi aperti, il risultato del lavoro duro di una vita e l'unico modo per sfruttare il tuo talento.
Normalmente non ti saresti potuta permettere la retta scolastica, ma eri riuscita a ottenere una borsa di studio, e ti eri ripromessa che non l'avresti sprecata.

Nonostante tutte le lezioni che avevi non avevi ancora smesso di ballare per conto tuo, era l'unico momento della giornata in cui potevi permetterti dello svago e in cui passavi del tempo con qualcuno di simpatico. 
Fortunatamente eri riuscita a incrociare gli orari coi tuoi migliori amici, cinque ragazzi pieni di talento con cui ballavi da un paio d'anni.

Il nome della crew era MCND, erano ancora piccoli e avevano relativamente poche persone a seguirli ancora, ma lavoravano comunque duramente su quello che stavano facendo. 
Tu eri la loro fan numero uno: li supportavi senza se e senza ma e li aiutavi con le coreografie. 
Avevi l'età del loro leader, ma ballavi da molto più tempo e ormai avevi pieno controllo del tuo corpo.

Amavi ballare con loro anche se non eri parte del loro gruppo, non ti sentivi ancora abbastanza sicura -nonostante le tue capacità- con un gruppo, preferivi lavorare da sola. La cosa che ti faceva più paura era fare un errore e mandare a monte tutta la coreografia e distruggendo tutta la sincronizzazione, una paura totalmente insensata dato il perfetto controllo che avevi sui tuoi movimenti e la tua memoria muscolare. Gli errori con te erano più unici che rari.

Stavi sorridendo, guardandoti attorno mentre camminavi per il corridoio, andando a passo deciso verso il tuo armadietto.
Ti eri svegliata particolarmente felice quella mattina, forse per il trenta e lode che avevi preso il giorno prima in storia della musica. Eri così contenta che non ti eri accorta di qualcuno che ti camminava dietro, pericolosamente vicino. Quel qualcuno aveva deciso che spingerti sarebbe stato divertente, sia per lui che per i suoi amici: si sarebbero fatti una risata senza correre rischi, dopo tutto tu eri lì per una borsa di studio, in quella scuola e nel mondo contavi meno di zero.
Il ragazzo aveva allungato il braccio spingendoti senza curarsi troppo di cosa ti saresti fatta una volta caduta, non aveva tenuto conto che saresti potuta rimanere in piedi.

The Academy | Jeon JungkookWhere stories live. Discover now