Capitolo 15

480 24 0
                                    

Dopo quella serata a base di pizza e videogame -durante la quale Jungkook aveva fatto assaggiare ai suoi amici ciascuna delle caramelle che aveva comprato- erano tornati tutti a casa, lasciandolo di nuovo solo coi suoi pensieri.
Non aveva idea di cosa fare con te, ormai era palese anche per sé stesso che gli piacessi, ma non sapeva cosa fare a riguardo. Eri ancora vincolata da quel patto che c'era fra voi, poteva sfruttarlo a suo favore, ma questo ti avrebbe probabilmente allontanata da lui, anche se forse non gli sarebbe dovuto importare.

Aveva sospirato, rigirandosi nel letto, da sdraiato supino a sulla disteso sulla pancia.
Non ti aveva ancora contattata da quando aveva dormito da te, ed era tentato dal farlo. Non gli sembrava giusto non punirti dopo tutti i pensieri che ti aveva inonsciamente dedicato in quei giorni, non gli andava giù di essere l'unico a essere affetto dalla cosa.

Si era improvvisamente alzato dal letto, dopo aver acceso l'abat jour, camminando per la stanza alla ricerca del suo iphone. Iniziava a far freddo, gli era quasi dispiaciuto uscire dalle coperte calde e soffici solo per darti fastidio.
Condividere il letto -o meglio, il divano- con te tuttavia era stato piacevole, nel suo enorme matrimoniale sarebbe potuto esserlo ancora di più ora che ci pensava.

Aveva acceso il cellulare una volta trovato sulla scrivania, aspettando mentre tamburellava le nocche sul vetro della finestra.
Era tornato a letto, mentre cercava il tuo numero sulla rubrica.
Si era di nuovo sdraiato supino, sospirando, con un sorriso sulle labbra e il telefono all'orecchio, pregustandosi una tua risposta arrabbiata.
Più gli squilli aumentavano di numero e più  farfalle nello stomaco sentiva, ma non era nervoso, si sarebbe definito quasi esaltato.
Il cellulare era andato avanti a suonare, catapultandoti fuori dal mondo dei sogni. Avevi alzato la testa dal cuscino, stavi dormendo a pancia in giù ed eri ancora in dormiveglia, ti bastava solo l'energia per leggere un nome.

"Perché devi chiamare sempre a orari impossibili?"

"Lo sai che mi diverto ad infastidirti principessa"

Aveva risposto Jungkook, sicuro di sé come al solito. Potevi quasi immaginare il suo sorriso beffardo, lo sentivi dalla voce che stava ridendo sotto ai baffi.

"Era tanto che non ci sentivamo, iniziava a mancarmi la tua voce"

Aveva confessato lui, cosciente del fatto che fossi certa stesse mentendo. Avrebbe voluto, ma purtroppo non era così.

"Jungkook, non mi senti da quarantotto ore, forse meno"

Avevi detto, seccata, ma stando al gioco, illudendolo per un attimo.

"Vai a dormire, tanto ci vediamo domani all'università, puoi torturarmi lì"

Ti eri girata su un fianco prima di sentire la voce del ragazzo che rifiutava la tua offerta.

"Io però voglio parlare ora"

Aveva fatto i capricci il ragazzo, sedendosi sul materasso di scatto.

"Mi sento tanto solo nuna, non puoi venire qui a farmi compagnia?"

Era andato avanti, fingendosi un bambino. La cosa gli era venuta stranamente bene secondo lui, gli veniva quasi naturale lamentarsi e frignare come i bambini viziati. 

"Sei più grande di me, non chiamarmi in quel modo"

Avevi risposto ridacchiando. Ti sentivi un po' sola anche tu ormai, dato che Yeonjun ti aveva "lasciata andare" se così si poteva dire. Eri certa che in quel momento, mentre tu parlavi con quello scapolo facoltoso buono a nulla, lui stesse elemosinando una notte di sonno nel letto di Soobin. Almeno si era deciso a fare qualcosa con quella gigantesca cotta che aveva per il leader del suo gruppo, quella cosa andava avanti da troppo tempo.

The Academy | Jeon JungkookWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu