Capitolo 11

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Vi eravate ritrovati alle casse, entrambi spaesati dalla stessa cosa. Chi era quella ragazza? Come mai vi conosceva? E soprattutto, come mai vi eravae sentiti così strani quando l'avevate vista?
Avevate entrambi deciso di non parlarne all'altro, lui perché non voleva che lo trovassi strano e tu perché non avevi nessuna intenzione di parlargli di cose che non lo riguardavano. Sapeva già troppo di te, tutte cose che non doveva sapere.
Vi eravate ripresi quando avevi riso sonoramente alla vista di tutto ciò che aveva lui nel carrello: caramelle, cioccolato, merendine, biscotti, gelati e una quantità industriale di latte a tutti i gusti disponibili.
Lui era arrossito, innervosendosi parecchio, facendoti sentire anche un po' in colpa; lui non aveva mai assaggiato tutte quelle cose, probabilmente lo avevano cresciuto a cibo organico e torte alla frutta di pasticceria. Non potevi biasimarlo, tu probabilmente avresti reagito così nel vedere la sua cena.

Jungkook aveva fatto scivolare la crema -di cui ti eri completamente dimenticata- nel tuo sacchetto, senza farsi vedere.
Si rendeva conto che poteva essere sembrato strano quando aveva detto che ti servisse. Effettivamente ti aveva lasciata esterrefatta, non credevi fosse il tipo da accorgersi di quel tipo di cose.
Non lo sapevi, ma ti aveva osservata dimagrire e perdere colore man mano che il tempo era passato, mentre ti affaticavi, mentre cercavi di star dietro a quei ritmi disumani che ti eri imposta, e aveva provato pena per te.

"Ti accompagno a casa"

Aveva detto Jungkook una volta arrivato al parcheggio, mettendo il suo prezioso sacchetto nel bagagliaio.

"Sì, ma guido io"

Avevi ribattuto tu. Vi eravate rillassati entrambi dopo la tensione accumulata a causa di quella ragazza.
Ti eri messa davanti alla portiera del conducente, appoggiandociti sopra, incrociando le braccia.

"Assolutamente no"

Si era rifiutato lui. Era la sua macchina e nessun'altro l'avrebbe guidata.

"Jungkook"

Lo avevi chiamato tu, autoritaria. Non avevi nessuna voglia di rischiare di nuovo la vita, ma lui non sembrava voler sentir ragioni.

"Preferirei morire"

Aveva risposto, incrociando le braccia a sua volta, distogliendo lo sguardo da te.
Ti eri portata l'unghia del pollice alle labbra, pensando a come avresti fatto a ottenere ciò che volevi. Testare la resistenza del tuo osso del collo non era fra le tue passioni.

"Se mi lasci guidare..."

Avevi cominciato, alzandoti dalla portiera, avvicinandoti a lui con le mani dietro alla schiena, attirando l'attenzione del ragazzo quando gli avevi sistemato il colletto della giacca di pelle, facendolo arrossire.

"Se vuoi..."

Eri andata avanti, stuzzicandolo, mentre gli accarezzavi il petto, per appiattire la giacca.
Lui intanto era sempre più curioso e meno lucido di mente. Eri molto vicina, tanto che se avesse guardato giù avrebbe potuto sbirciare dentro alla tua maglietta e vedere la tua scollatura.

"Potrei..."

"Arriva al punto"

Aveva detto lui, serio, con voce decisa, stanco di essere stuzzicato. Tu in risposta vevi sbuffato annoiata, era divertente dargli fastidio, vedere come arrossiva e come cercava di evitare di guardarti.

"Posso parlarti del mio lavoro"

Avevi detto, voltandoti di nuovo verso la macchina, appoggiandociti sopra.
Jungkook aveva sgranato gli occhi: ce l'aveva fatta, ma avrebbe dovuto cedere, e la cosa non gli sarebbe andata bene.
Ci doveva pensare, valeva davvero la pena darti le chiavi della sua macchina per sapere? Sì, ne era sicuro, anche se non aveva nessuna voglia di dartela vinta.

The Academy | Jeon JungkookWhere stories live. Discover now