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Dopo due ore finalmente sono a casa, chi lo avrebbe detto che per pagare il gas avrei trovato una fila lunghissima. L'unica cosa che apprezzo è che hanno capito la mia situazione e sono stati gentili a dirmi che mi anticiperanno loro la somma dei mesi arretrati, anche se non era altissima lo apprezzo, così i pochi risparmi che ho me li tengo in caso che non riesco a trovare lavoro oggi. 

Svuoto i due sacchetti di spesa. Ho preso un po di tutto; pasta, sugo, varie scatolette, uova, formaggio, latte, il necessario per fare colazione e qualche bistecca di pollo. Per qualche giorno può bastare. Mi tolgo i vestiti e li metto da lavare, così oggi quando li rimetto saranno puliti. Metto su la l'acqua per la pasta e intanto mi faccio una doccia calda. Quando la mia pelle entra a contatto con l'acqua calda mi rilasso subito, quanto mi mancava farmi la doccia. Brava Lily, non te la stai cavando male per adesso, una donna che si occupa di se stessa. Ci vuole a volte stare da soli, anche se in alcuni momenti sento la mancanza di poter chiedere consiglio a qualcuno. Sopratutto di mia mamma, le vorrei chiedere tante cose e non posso farlo. Sono dovuta crescere senza di lei e mi manca terribilmente. Mi asciugo la lacrima che minacciava di scendere e mi insapono i capelli. Quando esco dalla doccia, mi avvolgo un asciugamano al petto e uno nei capelli, vado in cucina e butto giù la pasta. 

Mangio, lavo i piatti e vado a stendere i panni nella speranza che asciughino in fretta. Mi metto la biancheria intima presa dal mio zaino e mi rimprovero mentalmente per non aver preso su qualche pantalone dalla sorella di Dave. Mi asciugo i capelli alla meno peggio e cerco di pettinarli per farli stare apposto, ma anche loro oggi non vogliono collaborare. Non voglio andare li troppo tardi che poi rischio di beccare gente e non trovare il capo del locale. Tocco i jeans e sono ancora umidi "cazzo", vado di corsa verso il bagno e li asciugo con il phon. 

Mi vesto e cerco di sistemarmi per l'ultima volta i capelli, sbuffo e mi faccio una coda alta. Prendo la borsa con dentro le chiavi di casa e il portafoglio e cammino spedita verso quello che potrebbe essere il mio lavoro.

Venti minuti buoni di camminata e mi trovo di fronte al locale, al di fuori è molto elegante. E' alta come struttura, tutta nera con le finestre oscurate, una scritta viola scuro con i led intorno alla scritta del medesimo colore. "Golden Lion" carino come nome, non l'ho mai sentito. Mi avvicino per vedere se è chiuso. <Hai bisogno?> sento dire alle mie spalle, salto per lo spavento e mi giro. Vedo una ragazza bellissima davanti a me, forse un po troppo nuda per i miei gusti. Indossa un vestito cortissimo nero  con due tagli sui fianchi che lascia intravedere la sua pelle. Due gambe lunghissime e un paio di tacchi a spillo rosa con le borchie. 

<Allora? Ti hanno tagliato la lingua?>

<Io..scu..sa>, cerco di ricompormi e parlo <Volevo parlare con il proprietario, per sapere se cercassero ancora una ragazza da assumere> lei mi squadra e si mette a ridere, la guardo male e mi osservo, ok non sono la bellezza in persona ma cos'ha da ridere questa?!

<Oddio, scusami. Non mi sembri.. come dire.. adatta a sto locale>

<Perché?>

<Qui vengono sopratutto ragazzi da fuori e giovani, che vogliono divertirsi. C'è da vestirsi in certi modi per servire così attiri più clientela e non mi sembri una ragazza di quel tipo, ,a è un complimento> le faccio un sorriso, ora capisco perché rideva

<Ah, non pensavo che venisse certa gente. Ma io devo tentare, ho bisogno assolutamente di un lavoro e cercherò di fare del mio meglio> ora è lei a farmi un sorriso cordiale, come se mi capisse

Castigo e seduzione Where stories live. Discover now