Parte 37ª - Amelie

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Londra
Rientrati a casa la sera Marinette e Adrien si trovarono nella camera di lei per confrontarsi sui fatti della giornata appena trascorsa.
"Perché a Parigi e come ha fatto ad arrivarci." Si chiese Adrien.
"Un potere? Forse Pika Pika ha rubato qualche Miraculous del trasporto." Optò Marinette.
"Impossibile, con Viraago e Ek tangaavaala* sono stati distribuiti tutti." Disse Adrien. "Ozoo dice che non ne esistono più."
"Si sono spostati a Parigi allora." Affermò Marinette.
Adrien continuava ad essere pensieroso. "E se avessero cercato un'alleanza con Papillon?"
Marinette scattò in piedi. "Sarebbe un disastro! Lady Octavia e i suoi complici sono senza pietà e Papillon ha comunque ancora tre Miraculous potenti."
"Si ma se così fosse..." disse Adrien osservando la compagna.
"Sarebbe un disastro, Papillon creerebbe un esercito con il Miraculous del coccodrillo e con l'aiuto di Mayura potrebbe creare anche un sentimostro, aggiungiamo Octavia, Pika Pika e miss Parrot... un disastro, un disastro!" Braitò la corvina.
"Non disperare Marinette. Sai cosa vuol dire creare un'alleanza?" Chiese Adrien. "Stavo pensando che per farlo dovrebbero incontrarsi, la settimana prossima saremo di nuovo a Parigi, potrei pedinare mio padre e scoprire se lui e Lady Octavia interagiscono tra di loro."
"È assurdo, potrebbe essere pericoloso e dobbiamo pensare a una contro offensiva semmai dovessero allearsi."
"Semmai dovessero allearsi noi saremo in vantaggio numerico, come oggi." Disse Adrien per poi andare a mettersi di fronte a lei, le sollevò il viso con una mano sotto il mento e cercò il suo sguardo. "Noi dobbiamo provare..."
"Per recuperare i Miraculous persi, per sconfiggere il male e per proteggere chi amiamo." Disse Marinette "La nostra missione, ma è tutto così grande Adrien che io..."
"Io mi fido di te e ti sarò sempre vicino." La interruppe Adrien mettendole una mano sulla bocca. "Noi insieme ce la faremo."
Tutta quella fiducia che aveva in lei, quella sua continua fedeltà e referenza, gli incitamenti che sempre le faceva. Insieme sarebbero riusciti, sempre. Lacrime calde scesero sulle sue gote. "Insieme."
Adrien le sorrise e chinò il viso asciugandole le lacrime con dei lievi baci.
"Non vedo l'ora di sconfiggere Papillon e tutti gli altri cattivi Marinette, e ti giuro che lo faremo presto." Disse il ragazzo stringendola poi in un abbraccio.
Marinette cercò il suo sguardo, una volta liberi da chi voleva i loro Miraculous avrebbero potuto stare insieme, senza dover fuggire e l'uno all'altra e nascondere i loro sentimenti ormai più che evidenti. Si sollevò sulla punta dei piedi e raggiungendo il suo viso gli sfiorò le labbra con le sue, Adrien non si ritrasse, al contrario intensificò il bacio assaporando la sua bocca per poi renderlo più intimo. Poche volte in cui si concedeva di stare con lei e di poter comportarsi come un ragazzo innamorato. Presto sarebbero stati insieme, insieme per sempre.

Parigi
Amelie Grahman de Vanilly seguì con lo sguardo il treno che entro tre ore avrebbe portato suo figlio e la sua amica Lila a Londra.
Dovevano essere molto cauti per non farsi scoprire, a Londra era stato emesso un decreto per chi come loro infastidivano la quiete pubblica irretendo persone indifese.
Amelie sapeva di essere diventata una criminale, dal primo momento che era partita alla ricerca del tempio legato ai Miraculous. Aveva rubato in un luogo sacro ed aveva anche combattuto con dei monaci anziani e pacifici per ottenere i Miraculous, tutto in funzione di una cosa. La felicità del suo amato Felix!
Suo figlio era l'ultima persona cara che le era rimasta e se era insoddisfatto doveva trovare il modo per fargli tornare in volto il sorriso ingenuo e sincero che aveva avuto fino a pochi anni prima.
Per questo era partita per il Tibet ed aveva fatto  ciò che aveva ritenuto giusto, per questo aveva deciso di usare il Miraculous del polipo per dimostrare a suo figlio che nessuno era realmente felice, che tutti avevano almeno un incubo nella loro vita. Per questo Felix le aveva chiesto di continuare a perpetuare in questa sua missione, perché se lui non era felice neanche altri avrebbero dovuto esserlo. All'epoca le sue parole l'avevano colpita, voleva fare intendere a suo figlio che bastava poco per essere felici, che tutti in fondo non lo erano realmente. Ma aveva ottenuto il contrario, per lui tutti dovevano essere infelici, a cominciare dai suoi amici di scuola.
Amelie si era chiesta perché tutta questa acrimonia verso i compagni di classe e non aveva ottenuto risposta se non quando aveva incontrato Marcel Hàlcon. I ricordi alla vista del ragazzo erano tornati dirompenti.
Non aveva potuto e voluto evitare di parlargli dopo averlo incontrato al brunch dei Sutherland.
Amelie si strinse nel cappotto bianco e mettendo il cappuccio per nascondersi agli occhi dei parigini si diresse verso la metro dove avrebbe preso il treno che l'avrebbe portata poco fuori Parigi. Questo sempre per mantenere un profilo basso, per non farsi riconoscere da nessuno.
Una volta in metro andò a scegliere uno dei posti in fondo al treno e si mise a sfogliare l'album delle foto, malinconica andò ad aprire quella foto scattata dai Sutherland, quella che ritraeva suo figlio e i suoi nipoti insieme, era riuscita a rubare quello scatto non vista, era stato in quel momento che tutti i ricordi erano tornati a galla dirompenti.
Chiuse gli occhi poggiando la mano sullo schermo andò indietro a quel giorno con la memoria.

Miracoulus's Mistery Where stories live. Discover now