Parte 30ª - Il Lycée Francois Dupont

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Londra
Da quando era stata attaccata, due notti prima, Marinette si sentiva vulnerabile. Temeva che nei suoi sogni e incubi potesse rivelare più apertamente di essere Ladybug ed anche la vera identità di Chat Noir.
Ora più che mai non sapere di lui le avrebbe giovato ed invece volente o nolente lo sapevano entrambi, non esserselo detti, non trasformarsi sotto gli occhi l'un l'altro, non significava non saperlo. Bensì solo spostare l'inevitabile confronto, perché doveva esserci ne era certa. Aveva rifiutato Chat Noir in più di un'occasione e quando lui aveva rinunciato a lei invece lo aveva amato. Aver amato entrambi i suoi lati faceva piacere a Marinette e sì era stato lo scoglio definitivo da superare, per far sbloccare del tutto Adrien dal suo stato di figlio modello. No, no avrebbe dovuto essere sincera con se stessa, Adrien aveva iniziato a rilassarsi con lei e a mostrare anche gli altri suoi lati molto prima, quando impavido e senza avviso si era presentato a casa sua al ritorno dall'India, quando aveva scherzato con lei durante la preparazione delle pozioni,. Sì quel desiderio di far emergere il suo lato fanciullo era spiccata già altre volte, come al museo delle cere quando si era finto una statua. Era stata lei a freddarlo in quell'occasione e lui aveva rispettato le sue volontà (come sempre) di non prenderla in giro. Solo durante la loro ricerca però Adrien si era mostrato un po' Chat Noir dicendole che doveva rilassarsi e prendersi meno sul serio, proprio come faceva Chaton con lei. Il viaggio a Londra non era stato altro che un modo, per il giovane Agreste, di spiegare le ali verso quella libertà fino ad allora negata e così lui era emerso del tutto. Lasciando intendere che l'Adrien buono, dolce e altruista che lei conosceva c'era sempre, con in più il divertente ed irriverente Chat Noir, sicuro di se, buffone e affascinante. Il fascino lo avevano entrambi, la differenza era che Chaton ammetteva di essere bello, indubbiamente nei panni del gatto nero il suo fisico scultoreo non passava indifferente e questo forse incrementava di più la sua spavalderia.
Stava di fatto che sì, lui era il ragazzo che amava e da cui comunque doveva tenersi lontana. La notte prima erano tornati a dormire insieme, si erano stretti forte e lui l'aveva confortata prima che prendesse sonno, le aveva riempito il viso di baci e regalato carezze che avevano saputo allietare il suo animo. Ma adesso che lui non c'era le sembrava di non essere più così protetta, già al mattino quando lo aveva trovato alla sedia della scrivania che la osservava era stato così. Adrien le aveva detto che si era allontanato proprio perché aveva rispetto di lei e non voleva approfittarne perché il desiderio c'era ed era tanto. Al che Marinette comprendendolo si era alzata ed aveva lasciato la sua stanza e casa Wood.
Pensava di avere tutto il tempo ma in quel quartiere il tempo che si prendevano non era mai abbastanza. Dopo appena mezz'ora i ragazzi erano giunti con il padre di Steven così da passare la domenica in famiglia con la sua fidanzata. Era il momento in cui i genitori dei loro compagni a distanza stavano insieme e per i due ragazzi era anche il momento di fare i fratelli.
Così lei e Adrien si erano tenuti da parte, lui le aveva chiesto come stava e lei per non farlo preoccupare aveva detto che sì, stava bene. Ma lui non era solo Adrien, era anche Chat Noir e se c'era qualcuno che la conosceva più bene tra tutti oltre Tikki, quella persona era lui.
Non le aveva detto che non le credeva, ma come sapeva fare lui le aveva stretto la mano e detto che lui era lì e non l'avrebbe mai lasciata sola. Lo amava, oh quanto lo amava. Quelli erano i suoi gesti che tendevano a farla innamorare sempre di più, solo quando lui le era accanto sentiva quella forza di cui aveva bisogno per andare avanti.
Era inquieta e il suo stato d'animo se lo stava portando dietro. Quel lunedì mentre andavano a scuola Adrien ancora le teneva la mano stretta, Alya ed Alix se ne erano accorte e la corvina si aspettava delle domande da parte loro da un momento all'altro. Però durante le lezioni questo non accadde, solo quando rientrarono a casa le due affrontarono l'argomento ed anche qui Marinette non si aspettava la premura di Alya, pensava più ad un diretto: cosa non mi hai raccontato?
"Stai bene? Prima che tu me lo chieda, Adrien mi ha informato che sei stata presa di mira da Lady Octavia e Pika Pika e non solo." Disse lei.
Marinette sospirò, ecco spiegato perché Alya era stata molto sulle sue. "È stato orrendo, mi sento vulnerabile e mi sono sentita... nuda?!" Disse infine all'amica rivelando le sue sensazioni, si era esposta così tanto e temeva un secondo attacco.
"Adrien ieri ha scritto che avevi bisogno di riposare e che ci avrebbe pensato lui a te. Ma io ci sono Marinette, se hai bisogno di me posso aiutarti." Disse la mora.
Marinette si commosse alle premure dei suoi due amici. "Grazie... questo è già importante. Nell'incubo voi tutti mi avevate lasciato, per voi ero una nullità." E nonostante sapesse che non era così, che Alya le sarebbe stata sempre amica e anche Adrien, i sussurri di Miss Parrot erano riusciti a farla cadere in una trappola di insicurezze.
Alya guardò l'amica e l'abbracciò. "Non potrei mai pensarlo Marinette e lo sai. Tu sei amata e apprezzata da tutti, anche qui a Londra sei riuscita a emergere. In poco tempo sei diventata la hat designer più richiesta, per non parlare di Alice, sei riuscita a far emergere quella ragazza così introversa e tutto questo lo hai fatto da sola."
Marinette si lasciò abbracciare dall'amica non volendo puntualizzare che ad aiutare Alice era stato più Marcel. Aveva bisogno del suo conforto in quel momento.
Al pomeriggio, dopo pranzo e dopo che Eleanor e Caroline tornarono a scuola, Marinette riprese a lavorare sui capelli commissionati in giro. Erano quasi tutti pronti sia quelli da donna che da uomini. Se fosse riuscita prima del week end li avrebbe dati a Marcel così che potesse portarli a south Kensington. Alya aveva fotografato tutti i suoi lavori prima che li consegnasse ed ora il suo blog, quello che l'amica aveva messo su per lei era pieno di lavori.
Il suo lavoro ed i suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo di Adrien che bussato alla porta entrò appena aveva avuto il suo permesso.
"Buon pomeriggio alla stilista più talentosa che io conosco." Le disse entrando in camera e andando a mettersi sul letto ad osservarla. Marinette sorrise e scosse la testa poggiando la bombetta appena terminata sul tavolo e raggiungendo il ragazzo si infilò tra le sue gambe e si abbracciò a lui.
Adrien la osservò rigido, poi quando lo raggiunse la cinse per la schiena e la abbracciò. "Come ti senti?" Le chiese allora, i suoi incubi non erano stati indifferenti a lui e cercava di immaginare lo stato d'animo dell'amica. "Esposta." Rispose lei col volto nel suo petto. "Ma volevo ringraziarti per aver avvertito Alya e gli altri."
Adrien la strinse ancora di più lasciandole un bacio sulla cute, i suoi capelli profumavano di fragole. "Non ho fatto nulla di così eclatante. Vorrei poterti aiutare di più."
"Sconfiggerli e non lasciare loro la possibilità di fare del male a delle persone innocenti è l'unico modo per potere aiutare non solo me."
Adrien annuì. "Già, hai sentito Steven? Lui e Margaret si sono lasciati dopo che lei è stata presa dall'incubo."
"Dobbiamo parlare con loro e chiedere a Margaret cosa voleva Octavia. Io avevo solo incubi nella mia testa, ella non mi chiedeva nulla."
Adrien scosse la testa. "No lei ti ha semplicemente indotto a disperarti e così ha fatto con gli altri. Poi quando ti ha tolto tutta la felicità arriva Pika Pika e tenta di rubare la felicità che Octavia ti ha sottratto." Spiegò Adrien che ormai aveva visto tutto in prima persona.
Marinette tacque per poi mettersi più comoda. Si sedette poggiando la schiena contro il petto del ragazzo e sollevò il viso verso il biondo per incontrare i suoi occhi. "Ti sei accorto che attaccano quasi esclusivamente al pomeriggio e alla sera durante la settimana?" Chiese Marinette.
Il ragazzo annuì. Se n'era accorto e questo lo aveva portato ad una deduzione. "Octavia una volta ha attaccato da sola e di mattina. Non c'era Pika Pika, senza di lui non possono prendere la felicità, per questo non si espongono mai al mattino." Forse prima che loro fossero così vigili avevano attaccato il mattino, ma il malcapitato non aveva avuto nessuno che lo purificasse e quindi Pika Pika aveva tutto il tempo per prendersi la felicità altrui.
"È uno studente lui." Ne dedusse a quel punto Marinette.
"Indubbiamente. Abbiamo quindi una cerchia ristretta se vogliamo trovare il Miraculous." Affermò Adrien.
"Ho pensato anche a papillon e alla storia che ci hanno raccontato Ozōo e Guu." Disse ancora Marinette.
"Cercare i portatori della gazzella e del lupo?" Chiese il ragazzo.
"No, sappiamo che il Miraculous è a Parigi, quindi la persona che hanno cercato dovrebbe essere lì. Potremo cercarla mettendo insieme tutti i pezzi del puzzle che abbiamo a disposizione."
Adrien la ascoltò ed annuì. "Così potremo arrivare automaticamente a Papillon o almeno abbastanza vicino, sappiamo che Mayura è la proprietaria del pavone, adesso due sono le cose..."
"O la coppia ha portato a compimento la missione salvandola..." ipotizzò Marinette.
"...Oppure a Mayura lo ha consegnato qualcuno di vicino all'ex possessore." Terminò Adrien.
"Come ci muoviamo?" Chiese Marinette.
"Quando rientriamo andiamo al commissariato e in ospedale. Potremo chiedere una lista di persone scomparse o decedute negli ultimi due o tre anni." Propose Adrien.
"Si potrebbe fare così. Andiamo qualche sabato mattina?"
Adrien fece una smorfia. "No, sicuramente adesso che rientro sarò oberato di impegni ed in più dobbiamo preparare papà all'arrivo di Steven e Alice in casa. Sono sicuro che nonostante sia stato lui ad appoggiare questo scambio culturale non approvi tanto la presenza di estranei in casa."
Marinette sorrise, durante quella permanenza a Londra si stava abituando a vedere Adrien oltre l'orario scolastico più volte. Ma effettivamente il ragazzo era pieno di impegni oltre la sua vita da super eroe.
"Potremo fare o il martedì o al giovedì pomeriggio."
"Io al giovedì avrò forse di nuovo Manon, a meno che Nadia Chamack non abbia trovato un'altra baby sitter." Disse la corvina.
"Allora facciamo al martedì, prima però rientriamo e vediamo i nostri impegni. Se non ne abbiamo potremo andare a fare ricerche subito al martedì, così non desteremo sospetti con i nostri amici inglesi quando verranno a stare da noi." Decise Adrien.
Marinette annuì e fece per allontanarsi, ma Adrien la trattenne tra le sue braccia.
"Aspetta, papà mi ha detto che voleva parlarti. Credo abbia visto le tue felpe." Le disse prendendo il cellulare e facendo una chiamata e poi staccando. "Appena si libera Nathalie mi farà chiamare." Le disse
Marinette annuì. Si sentiva tesa, non sapeva quale impressione aveva avuto Gabriel Agreste delle sue felpe e se gli erano o meno piaciute. Se non erano andate bene addio carriera da stilista, addio sogni di gloria, il suo matrimonio con Adrien, i loro tre bambini con un cane, un criceto ed anche un gatto, si voleva anche un gatto.
"Marinette... Marinette sei pronta? Mio padre sta chiamando." Disse Adrien riportandola alla realtà.
Lei si voltò e rossa in viso annuì senza trovare il coraggio di parlare. Adrien al contrario aveva risposto alla video chiamata.
"Buonasera papà."
«Buonasera ragazzi. Come procedono i vostri studi?» li salutò Gabriel con sguardo arcigno.
Marinette si sentì sopraffare, stava per rimproverala, lo vedeva dal suo sguardo severo.
Agreste fece un colpo di tosse poi puntò lo sguardo sul figlio, indossava una nuova felpa della linea di Marinette, era nera con le maniche bianche e sul petto le solite tre righe colorate.
"Ho notato che tu e Felix state spesso insieme Adrien e ho visto le tue creazioni Marinette." Disse al ragazzo. "Bel set fotografico, ma soprattutto mi piace la linea delle tue maglie."
Marinette si sentì arrossire. "Grazie signor Agreste, è qualcosa di semplice in linea con il mio stile." Disse lei mentre il cuore tornava a battere normalmente.
"Ho notato che hai lavorato su più di un modello, che non ti sei fermata alla classica felpa, che hai voluto rendere un capo sportivo anche elegante. Mi piace la tua idea e..." disse Gabriel prendendosi un attimo e condividendo una foto dove c'erano Marcel e Margaret in posa. "Anche questa è tua o sbaglio? Mi sembra che la M contrassegnata sia la stessa sul tuo cappello." Chiese
Marinette si sentì arrossire del tutto. "Eh sì... chiedo scusa signor Agreste, Alice ha voluto fare delle foto anche di coppia e di gruppo misto. Mi disp..."
"Mi piace anche quella maglia, potrei vederla meglio? Inoltre anche quelle pubblicate da Adrien domenica scorsa, ho visto che Kagami Tsurugi è stata a Londra non me lo aspettavo."
"Luka Couffaine ci ha fatto una sorpresa." Iniziò a giustificarli Adrien. "E Marinette aveva preparato quelle maglie per Kagami da un po' e... hai detto che ti piacciono tutte?" Chiese poi Adrien al padre stupito. Marinette contro la sua schiena era irrigidita dalla notizia.
"Ovvio, anche se..." disse lo stilista. "Mi confermi che sono lavori tuoi Marinette anche quelle maglie con gli scorpioni?"
Marinette annuì rapida. "Oh sì! Prima procedo a fare il disegno poi porto felpa e disegno in tipografia e infine lavoro sulle felpe."
"Credo che potremo lavorare su una linea young allora. Al tuo rientro potremmo parlarne, intanto possiamo pubblicizzare la linea delle tue felpe da ragazzo, le foto sono perfette e sono sicuro che avranno successo."
Marinette annuì, mentre Gabriel Agreste parve sussultare.
"Adesso vi devo lasciare, Adrien mandami gli scatti della tua amica con la felpa di Marinette."
"Va bene papà, te le giro subito." Disse il giovane entusiasta.
Gabriel li guardò ancora più accigliato. Annuì e prima che potesse staccare rivelo il suo disappunto. "SCENDETE TUTTI E DUE DA QUEL LETTO, ADRIEN AL TUO RIENTRO IO E TE DOBBIAMO PARLARE." Terminò chiudendo la connessione.
Marinette e Adrien si guardarono per poi arrossire entrambi. La corvina subito si allontanò da lui che si ritrasse grattandosi la testa.
"Oh Dio noooo! Adesso tuo padre crederà che noi stessimo facendo chissà che cosa... che situazione imbarazzante."
"Scusami... scusami!" Disse lui alzandosi in totale imbarazzo, sopratutto perché quella posizione gli era piaciuta tanto ed era anche più che evidente.
"Noooo sono stata io a mettermi così e poi... oh che disastro tuo padre adesso penserà male di noi e quando rientrerai ti sgriderà o peggio ti metterà in punizione e non ti farà più venire a scuola."
"Marinette calmati. Vedrai che mio padre non vuole mettermi in punizione e..." il telefono vibrò in mano al ragazzo che lo prese notando subito il messaggio di Tom Dupain. "Senti stai tranquilla, io adesso devo andare ma promettimi di stare tranquilla. Vedrai che mio padre non ha pensato male di te." Disse correndo alla porta e la salutò. "A presto principessa."
Marinette lo guardò come un ebete, fin quando Tikki non uscì allo scoperto. "È tempo per Ladybug di entrare in azione."
La corvina la guardò ed annuì. Si doveva correre a Parigi e raggiungere Chat Noir.

Miracoulus's Mistery Where stories live. Discover now