There's a piece of you in how I dress

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Sabato 01 giugno 2019

Harry si stava preparando nella sua stanza per la grande festa, era da giorni che non pensava ad altro: per l'occasione, il giorno prima, era andato, insieme a Michael, alla ricerca del completo perfetto.

Esso consisteva in una camicia leopardata, skinny jeans aderenti, un soprabito nero e degli scarponcini di pelle.

Girava per la stanza ascoltando, attraverso le casse, Cherry. Amava la musica e, dato che credeva di avere un talento nel canto, decise, qualche anno prima, di trasformare la cantina di famiglia in uno studio per registrare le sue canzoni. 

Passava da uno specchio all'altro cantando.
Camera sua rispecchiava una parte di sé che non faceva uscire quasi mai: una parte egocentrica, narcisista e surreale. Infatti essa era piena di specchi ad altezza naturale, le lampade, anche se soffusa, creavano la luce perfetta per il suo viso e la carta da parati con lo sfondo azzurro e farfalle di tutti i colori regnava indisturbata insieme ad un letto matrimoniale in ferro battuto.

I, I confess

I can tell that you are at your best

I'm selfish so I'm hating it

I notice that 

There's a piece of you in how I dress

Ballando, quasi disperso tra le parole della sua canzone, si fermò improvvisamente davanti ad uno dei tanti specchi: i suoi capelli erano decisamente troppo lunghi ma non li tagliava perchè a Michael piacevano così. Era proprio vero, c'era un pezzo di Michael in come si vestiva.

I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti dalla suoneria del cellulare:  era Michael.

"Pronto?" Harry si affrettò a rispondere.

"Hey! Sono qui sotto" A quelle parole Harry rispose con un semplice "Arrivo" per poi prendere il cappotto da sopra il letto e correre al piano di sotto.

"Ciao mamma!" le diede un bacio sulla guancia prima di uscire del tutto dall'appartamento.

Michael stava picchiettando le mani sul volante quando vide Harry correre verso di lui.
Come al solito, pensò che fosse una vera benedizione per gli occhi: perfetti ricci neri che gli incorniciavano il viso, le fossette che gli rallegravano le giornate e gli occhi di un verde brillante.

Ciò che però gli piaceva di più di Harry era il suo carattere: un carattere forte, deciso; sapeva sempre cosa voleva e come voleva essere ed era quasi impossibile fargli cambiare idea. 

Harry entrò nell'Hummer gialla di Michael salutandolo con un bacio sulla guancia.

Michael amava essere stravagante in tutto, auto compresa. Per questo motivo adorava la sua Hummer; gli piaceva quando, alla mattina, tutti lo fissavano nel parcheggio della scuola, quando parlottavano sottovoce indicandolo e regalandogli attenzioni.

"Come siamo eleganti" Michael sorrise squadrando l'amico. 

"Grazie, vedo che anche tu ti sei sforzato" ridacchiò Harry.

Michael non era tipo da completi.
Preferiva indossare maglie dei suoi gruppi preferiti e degli skinny jeans semplici piuttosto che giacca e cravatta.

"Smettila, sono fantastico!" disse guidando verso la festa.

"Questo lo dirò io più avanti" Harry annuì velocemente guardandolo. 

Michael gli stava parlando di Calum chiedendosi come mai avesse deciso di invitare anche loro due ma Harry non gli rispose, le sottili labbra di del ragazzo lo avevano ipnotizzato.
Quest'ultimo non ci fece molto caso e continuò a parlare prima della scuola poi di Luke ed infine di alcune band che aveva scoperto il giorno prima girando su Youtube ("Sono stratosferiche, Hazza! Dovresti proprio ascoltarle!" così gli aveva detto). 

Hazza...

Era da tempo che Michael non usava quel soprannome stupido. Lo inventò mesi prima quando, entrambi ubriachi, si ritrovarono seduti su un marciapiede sudicio di Manhattan a bere Gin e a giocare ad Obbligo o Verità.

"Wow ti ho chiamato Hazza e non mi hai detto nulla...Che ti succede?" Michael ora lo stava guardando. 

Harry arrossì borbottando un "Emh... Niente" quasi impercettibile.

"Bene perchè siamo arrivati." ribattè l'amico scendendo dall'auto.

Harry guardò la villa che aveva di fronte: una casa enorme, lucente, di un colore grigiastro.
Quello che lo stupì maggiormente erano le finestre; inferiate nere e vetri quasi trasparenti che lasciavano uscire spiragli di luci multi colori. Harry, mentre entrava nella villa, si chiese quale lavoro potessero fare i genitori di Calum.

La musica era quasi assordante, il ritmo gli sbatteva contro la cassa toracica ma poco gli importava. Ciò che ora gli interessava era solo ballare con Michael.

Hey people!

Sto cercando di allungare un po' i capitoli lasciando più spazio alle descrizioni, vi piace come cosa? Inoltre ho deciso di non pubblicare più alle 16.00 ma alle 15.30! Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti ^.^

Angel || Luke HemmingsDonde viven las historias. Descúbrelo ahora